Può darsi che il sindaco di Varazze quanto ha sottoscritto la lettera nel 2104 (‘la tassa di soggiorno è un salasso per un mercato già in sofferenza e penalizza le imprese alberghiere, se vinceremo per 5 anni Varazze non avrà la tassa’) pensava di non vincere, oppure che di promesse da marinaio in Italia se ne fanno tante. La gente ha la memoria corta, a cominciare dai media. Può darsi che la giovane ex promessa del polo berlusconiano, Andrea Valle, presidente provinciale degli albergatori aderenti a Confcommercio, quelli che non erano saliti sul ‘carro vincente’ dell’allora accoppiata Luciano Pasquale e Massimo Parodi, non abbia ‘tradito’ i colleghi per agreement al presidente forzitaliota della Regione Toti, che ha ridotto i fondi all’assessorato al turismo. Dunque c’è bisogno di rimpolpare le casse dell’assessore Berrino. Intanto la Regione annuncia: turismo a gonfie vele, solo lieve flessione da Imperia.Saranno pettegoli chi ipotizza la nascita di un ente ad hoc, per amministrare i soldi della gabella sui turisti, con la presidenza a Luigi Pignocca, sindaco di Loano e al sindaco Canepa la vice presidenza. La cosa più buffa delle motivazioni ‘pro tassa’ è portare l’esempio del Trentino e dell’Alto Adige. Straparlano, non conoscono bene quella realtà, quell’economia che non ha il motore nelle operazioni immobiliari e nelle varianti dei Puc ad personam (società, srl), ma in quelle alberghiere. Ovvero c’è la corsa costruire nuovi alberghi tradizionali, ampliare e ammodernare gli esistenti, realizzare impianti per il turismo estivo ed invernale, infrastrutture. I posti di lavoro nell’industria alberghiera sono in costante ascesa, chi studia alla scuola alberghiera non sarà beffato con la disoccupazione o la migrazione forzata fuori regione, all’estero. Anzi, mentre in Riviera si fa ricorso per alcune figure verso gli extracomunitari, in quelle due province arriva personale da altre regioni italiane e quando non basta, si ricorre ai vicini paesi sloveni dove si studia il tedesco già nelle elementari.
In quella regione c’è vera e propria corsa agli investimenti ricettivi che danno lavoro, non nelle ‘seconde case’ del ‘mordi e fuggi’. E di cui la Riviera continua a fare incetta checche se ne dica. La dove c’era una casa unifamiliare, grazie ai ‘piani casa’ regionale e nazionale, si innalzano palazzi. Laddove c’era un albergo… sorge un bel palazzo. E così non c’è consumo di suolo, nonostante gli allarmi degli ambientalisti. I Puc ritardano, si fanno attendere. Nell’entroterra di ponente siamo tornati all’anno zero in quanto patrimonio alberghiero. Parlano i dati, i nomi degli alberghi chiusi per sempre o lasciati andare in rovina, a cominciare da Monesi, la ex Svizzera della Liguria.
LA LETTERA SCRITTA DALL’AVVOCATO ALESSANDRO BOZZANO DI ‘ESSERE VARAZZE’
DA IVG.IT SI LEGGE: “In campagna elettorale – ricordano i gestori delle strutture ricettive – il sindaco aveva manifestato la sua intenzione (balle, il suo impegno NDR) di non applicare la tassa, inviando una lettera da lui firmata a tutti gli albergatori. Riteniamo particolarmente grave e deprecabile questo comportamento. Se infatti è pratica comune e scorretta da parte di molti politici promettere in campagna elettorale di compiere opere ed interventi che poi puntualmente non vengono realizzati, in questo caso si è promesso di non compiere un atto che invece si è voluto assolutamente portare a termine durante il proprio mandato. Le nostre associazioni di categoria, a tutti i livelli, regionale, provinciale e locale, hanno sempre esternato il loro dissenso sull’introduzione di una nuova tassa di soggiorno. L’amministrazione comunale di Varazze, pur avendo tutti gli anni cospicui avanzi di bilancio, ha deciso di applicare la tassa di soggiorno senza minimamente interpellarci. Vigileremo, pertanto, affinché l’amministrazione stessa rispetti i patti regionali e provinciali sul turismo firmati, che implicano ben precisi impegni da parte dei comuni firmatari….”.
SFIDUCIATO IL PRESIDENTE VALLE – Dopo la rottura interna all’associazione di categoria, Federalberghi Savona ha convocato il 15 dicembre scorso il Consiglio direttivo per esaminare la richiesta di commissariamento, a seguito delle dimissioni nel direttivo di Paolo Efero, Fabio Raimondo, Michela Rosselli, Tommaso Tortarolo. Alberto Zanolla, in contrasto con il presidente provinciale Andrea Valle che ha appoggiato l’accordo con i comuni sulla tassa di soggiorno fortemente criticato dagli albergatori. In questi giorni e settimane, Federalberghi regionale ha tentato una ricomposizione interna, ma i contrasti appaiono ormai insanabili e le dimissioni di oltre il 50% dei componenti del direttivo ha portato l’associazione di categoria a fare quadrato con la convocazione dell’assemblea degli organi savonesi. Ora, in relazione alle procedure avviate per il rinnovo delle cariche all’interno di Federalberghi e con l’assemblea convocata per il prossimo 16 gennaio, il Consiglio direttivo ha stabilito che in caso l’assemblea non si svolga nei tempi e nelle modalità stabilite si proceda al commissariamento di Federalberghi Savona, senza necessità di acquisire ulteriori pareri degli organi sociali. Insomma, se non arriveranno le dimissioni dell’attuale presidente Andrea Valle, con il rinnovo delle cariche, Federalberghi Savona sarà commissariata. Il direttore di Federalberghi Savona Massimo Nucara si è reso disponibile a svolgere il ruolo di segretario in vista dell’assemblea del 16 gennaio: in quell’occasione, si conoscerà il destino dell’associazione savonese.
Alberto Zanolla, non è un operatore turistico alberghiero uscito dal cilindro di un cappello. A Pietra Ligure, Zanolla – Mamberto possiedono un paio di strutture che detengono il record di apertura annuale e di occupazione delle camere. E’ marito di Mally Mamberto che con i fratelli gestisce la maggiore agenzia turistica della Liguria, tra i leader italiani. I Mamberto più di ogni altro hanno il termometro della stragrande maggioranza delle attività alberghiere della regione, della vicina Costa Azzurra, del Basso Piemonte e di altre realtà del Bel Paese turistico. Zanolla non appartiene alla categoria dei contestatori e dei polemisti, non è l’uomo che fa il giro delle ‘parrocchie politiche’ con il cappello in mano. Nessuno è così sciocco dal pensare che il confronto ed il compromesso non siano sempre preferibili allo scontro, però ci sono dei limiti. Quando si va a colpire un tessuto economico già debilitato, da un ventennio non si arrestano le ‘trasformazioni’ immobiliari di hotel non certo per maledizione divina o satanica. Nessun spiraglio d’attrazione di investimenti da parte di gruppi che pure investono nella ricettività alberghiera in Italia e nel mondo. La recente vicenda della catena internazionale NH Hotel Savona (“I lavoratori dell’appalto di servizi del NH Hotel di Savona hanno ricevuto una amara sorpresa sotto l’albero: il fallimento della ditta More Service Srl, incaricata da HN Hotel per i servizi di pulizia dell’albergo, per la durata di 12 mesi, ha lasciato i lavoratori senza stipendio da novembre, 13esima e ferie maturate”) conferma quanto già si sapeva e che trucioli.it aveva ripetutamente scritto. La tendenza degli esercizi alberghieri, grandi e piccoli, persino quelli gestiti da enti religiosi, di ricorrere a forza lavoro di cooperative. Per risparmiare sui costi di gestione, stare sul mercato con con i listini prezzi, non potendo contare su una lunga stagione di lavoro e su un quoziente di occupazione di camere inferiore allo standard nazionale delle zone turistiche.
IL CASO LOANO – Tra i sostenitori della Tassa di Soggiorno c’è il sindaco di quella Loano turistica e delle seconde case, del boom di agenzie immobiliari che hanno ormai superato la forza numerica degli hotel tradizionali, che detiene a sua volta un primato. Da 27 anni non si riesce a far decollare la zona alberghiera a ridosso del mega porto turistico (un gioiello) e nonostante, conferma la rassegna stampa, gli osanna, gli annunci di un Angelo Vaccarezza sindaco che con somma gioia dava la notizia a ‘giornalisti notai’ dell’interesse dell’allora industriale Salvatore Ligresti e figli ad investire in hotel a Loano. E ora gli unici che si sono fatti avanti, con un progetto in itinere, è la famiglia Panozzo, albergatori (trasformazione dell’ex colonia La Quiete, parte in residence e parte in alloggi) ed il rinnovato interesse del costruttore edile Angelucci di Borghetto S. Spirito per realizzare un residence. Tutto questo mentre non è stato presentato il promesso (nel 2015) Puc, con il piano regolatore che scade nel 2020 e si dovrà mettere mano a quello ‘chiuso nel cassetto’. Ci sono alberghi vincolati (quattro) chiusi da anni e altre strutture potrebbero essere dismesse. Quella Loano che ha già visto due residence finire sul mercato dei frazionamenti e delle trasformazioni.
IL CASO FINALE – Forse è passato in cavalleria quanto era emerso durante una discussione sul futuro delle aree Piaggio di Finale dove si ripropone quanto si è visto altrove con i soliti annunci di nuovi hotel a 4 e 5 stelle. EbbeNE Il Secolo XIX riportava (10 febbraio 2013) che “dalla discussione, alla presenza del presidente provinciale albergatori Franca Roveraro Cappelluto, del vice presidente provinciale Marco Marchese, di Mally Mamberto, Enizio Franzosi direttore dell’agenzia regionale promozione turistica, di Nicola Viassolo assessore al turismo del Comune di Finale, è emerso che le quote di seconde case solitamente deprimono l’offerta alberghiera, con ricadute fortemente negative.” E ancora: ” Le seconde case portano immobilismo e rendono un paese atrofizzato per molti mesi all’anno”.
IL CASO ALASSIO – Il sindaco di Alassio, Enzo Canepa, ha risposto a muso duro a quanti, tra gli albergatori (in prima fila l’ex presidente provinciale, Angelo Galtieri, consigliere comunale di opposizione), chiedono di non approvare la tassa discussa in consiglio comunale convocato per il 27 dicembre. Canepa resistente e combattente, si gioca la parola data a Giovanni Toti che gli ha chiesto appunto di sostenere la tassazione, dando il buon esempio. Canepa, incurante di quanto va ripetendo il suo maggiore competitor, Marco Melgrati: ” Se vengo eletto sindaco, per prima cosa toglierò la tassa di soggiorno “. Ha riconfermato nell’intervista a tutto campo messa in rete da Imperia Tv con il giornalista alassino Daniele La Corte. Il sindaco Canepa ripete che “bisogna rispettare gli accordi presi con i vertici provinciali degli albergatori e delle agenzie di viaggio”.
IL CASO TOIRANO – C’è da segnalare due episodi curiosi. Nei giorni scorsi sono stati pubblicati, sulla base dei dati Istat, i ‘posti letto negli alberghi’ delle maggiori località rivierasche, con il boom, si è scritto, di 27 strutture in più di bed and breakfast. Be forse non tutti sanno che molte hanno due camere ed il confronto non regge. Non si è scritto però che nelle tabelle si sono contabilizzati hotel e residence, senza alcuna distinzione.
Poi si è dato atto dell’adesione alla Tassa di Soggiorno dell’unico comune non sul mare, ovvero Toirano. Nel paese che vanta un record ligure di visitatori nelle grotte, tra le mete più visitate in Italia, non esiste un albergo, ce n’erano quattro modesti ( Della Strega, Santa Lucia, Valvaratella, Al Giovo al Giogo di Toirano)) ed hanno chiuso i battenti da tempo, un paio in stato di abbanfdono. A Toirano operano sono tre agriturismo di qualità che non sono neppure citati dal sito internet del Comune, cosa che avviene normalmente altrove. Agriturismo con il presidente provinciale della Cia, Mirco Mastroianni ,che ha biasimato la tassa e il fatto di non essere stato neppure coinvolto nel ‘tavolo di confronto’. Forse il sindaco Gianfranca Lionetti, ex funzionaria comunale, il vice sindaco Giuseppe De Fezza e l’assessore Federica Moreno aderendo con la delibera di giunta (vedi…..) pensano di creare nuove premesse per attrarre investimenti da parte di albergatori. Se è così applausi, purchè non si ripeta il bis del gran pasticcio dell’immobile che ospita il centro commerciale Conad ed annessi, con parcheggi interrati sconfinati nel territorio di Borghetto. In ambienti legali si è parlato che il Comune di Toirano con la mega operazione immobiliare si troverebbe alle prese con fidejussioni fasulle. C’è già la ‘zona artigianale’ ai confini con Boissano dove le altezze non scherzano, ma neppure gli immobili finiti nelle procedure fallimentari o ipotecati da tribunali del Piemonte.
CHI SONO LE ASSOCIAZIONI PROVINCIALI CHE HANNO ADERITO ALLA NUOVA TASSA
GENOVA. Sono state circa 362mila le presenze registrate dalle strutture ricettive liguri a novembre, l’8,59% in più rispetto allo stesso mese del 2016, pari a oltre 28.600 turisti.
“Si tratta di dati che testimoniano che la destagionalizzazione della Liguria sta funzionando – afferma il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – su questo stiamo investendo, per rendere attrattiva la nostra regione lungo tutto l’arco dell’anno. Lo saremo anche a Natale, grazie alla nuova campagna #lamialiguria che sta partendo in queste ore e alla sua promozione su piazze nazionali, nei cinema e sui maxischermi delle più grandi città che racconta un’altra Liguria che è diversa e uno non se lo immagina. Dove l’inverno è mite, l’arte è bellissima, l’enogastronomia è un’eccellenza italiana e l’export lo dimostra e il turismo può essere una risorsa per creare posti di lavoro e non sempre è stata valorizzata come si doveva”.
“Come avevamo già anticipato – dice l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino – con il mese di novembre già abbiamo superato il record di 15 milioni di presenze, raggiunto lo scorso anno sui 12 mesi. Il ponte di Ognissanti ha premiato, ancora una volta, la nostra regione, che si sta sempre più affermando come meta turistica in ogni stagione dell’anno, attraendo visitatori con le proprie bellezze paesaggistiche e artistiche, ma anche per l’offerta sempre più mirata e coinvolgente di opportunità di svago e di conoscenza del nostro straordinario territorio. Con la campagna #lamialiguria inverno, con video promozionali su tv nazionali e in piazze ad alta frequentazione a Milano, contiamo di attrarre sempre più visitatori anche per il mese di dicembre. Siamo certi che la Liguria possa essere un’ottima alternativa a una vacanza in montagna”.
Dai dati dell’Osservatorio turistico regionale, a livello provinciale, si conferma il ruolo trainante di Genova – 172.774 presenze – con un aumento, rispetto a novembre 2016, del 9,1% e su base comunale dell’6,4%. In provincia di Savona, le presenze salgono del 12,1% per un totale mensile di oltre 76.272; anche la provincia della Spezia sale del 12,4% per un totale di 54.877 presenze. Lieve flessione delle presenze in provincia di Imperia con 58.055 presenze con un -1%, ma riequilibrato da un forte aumento degli arrivi (+17%).