Succede a Borghetto S. Spirito nella distrazione delle forze politiche e sociali, ma anche dei media più seguiti dai cittadini. In pochi mesi hanno chiuso due supermercati (nella capitale ligure delle seconde case), uno è stato subito sostituito da un’altra catena, ma va a gonfie vele il mega market Fortesan dove si può trovare di tutto e di più per gli amici degli animali. Il paese che aveva annunciato con titoli e locandine davanti alle edicole il progetto ‘Orti Urbani’ (maggio 2015) per “aiutare chi è in difficoltà economica”. Previsti 12 campi da coltivare su terreno di proprietà comunale e sul quale doveva sorgere un parco pubblico. Il paese dove non c’è più un negozio di calzature (l’ultima attività era del sindaco di Balestrino), una libreria, neppure i diffusi cellulari (e telefonia), l’elenco può continuare.
La cittadina che conta poco meno di 5 mila residenti, con due parrocchie assai attive e frequentate; il mondo degli anziani, assieme a quello dei giovani, alle associazioni impegnate nella chiesa e nel sociale, sono un’anima importante nella comunità. Tanti nuclei famigliari con meno di due componenti, vedove soprattutto. Ebbene, non accade solo a Borghetto, ma lascia perplessi il boom che conosce il negozio Fortesan di corso IV Novembre, a ridosso dell’Aurelia e dove in precedenza un’analoga attività aveva dovuto gettare la spugna. Oggi un colosso mondiale come Mondial Pet Distribuion Spa, una vastissima gamma di prodotti, premi sconti per certi importi di spesa e non è difficile trovare chi nel carrello acquista per somme non a portata di tutte le tasche. C’è un bacino che comprende il comprensorio della Val Varatella, ma anche Loano, Pietra Ligure e relativo entroterra.
Uno come il responsabile storico dell’Assoutenti, Gianni Taboga, resta
perplesso. “In una società in cui c’è gente che fa difficoltà a consumare pranzo e cena, ad arrivare a fine mese – osserva – assistere alla spesa per cani e gatti, e non parliamo di alimenti strettamente necessari, si comprano leccornie, abitini, profumi, giocattoli, mi pare davvero assurdo. Nella mia infanzia ricordo che non si dava da mangiare ai gatti altrimenti non davano più la caccia ai topi. Oggi siamo all’idolatria dell’animale. Forse sono io che sono passato di moda”.
Una provincia con oltre 55 mila cani ‘censiti’, aveva scritto Michele Costantini, già mitico comandante dei vigili del fuoco, collaboratore di Secolo XIX e La Stampa nel giugno dello scorso anno, oltre a qualche migliaio di gatti. Quasi un primato nazionale per la provincia più anziana d’Italia. Del resto si ripete che spesso la compagnia di un ‘amico dell’uomo ‘ vale un tesoro’. Vorrà pure dire qualcosa se i dati di Banchitalia per la provincia di Savona indicano in 5 miliardi i depositi nel 2016, in aumento nonostante otto anni di quasi deflazione. Che dire, è il vecchio discorso delle disuguaglianze che crescono, alimentano l’estremismo, il massimalismo, il populismo inteso come ‘guerra’ tra chi riesce ad essere più demagogico e conquista consenso elettorale.
E che dire di quel richiamo del papa più amato dalla stragrande maggioranza del popolo cattolico e non. Papa Francesco che scandisce le parole: “La pietà non va confusa neppure con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi; accade, infatti, che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli. Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno… Così non va”. Frase pronunciata nell’udienza giubilare. E nessuno pensa che sia un peccato amare gli animali.
Borghetto che ha visto andare in fumo il progetto degli orti urbani sociali. Si scrive e poi i giornalisti trascurano di informare i cittadini di come è andata a finire. Il solito malvezzo degli annunci spot. Dovevano essere 12 campi in via Maiella, area che resta invece in stato di abbandono. Ce ne sono altre e faremo un fotoservizio -censimento nei prossimi numeri. Basterebbe recarsi nei pressi dell’ex bar Cin Cin chiuso e trovare altri terreni invasi da sterpaglie e non solo. La giunta del sindaco Gandolfo (centro sinistra) aveva stabilito di di ridurre l’estensione del parco pubblico, causa costi troppo alti e destinare la restante parte a campi coltivati, da assegnare secondo un regolamento ed un bando. Costo dell’operazione 24 mila euro, non un sproposito, si trattava di piccoli interventi e di provvedere a portare l’acqua. Poi tutto si è bloccato perchè non solo è caduta la giunta, gli uffici comunali che avevano seguito il progetto si sono resi conto (anche a seguito di un’osservazione di un consigliere di opposizione) che si stava commettendo un probabile abuso. I terreni in questione risultano tutti dati da costruttori in cambio a standard urbanistici e per legge non possono essere destinati ad altri usi. Peccato se ne siano accorti in ritardo.
Resta il problema della condizione socio economica nel complesso che non promette nulla di buono. Servono strategie efficaci di contrasto. Si è già persa l’occasione di un’amministrazione comunale coesa e forte, con l’ingresso delle forze migliori, a prescindere dagli schieramenti. Una Borghetto unita, pur nella dialettica democratica. Hanno prevalso i talebani e gli interessi di schieramenti, con la compiacenza di una certa guerra tra obbedienze massoniche. Il Comune è governato dal centro destra ‘modello Toti‘ (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia), la Regione a Borghetto può fare la sua parte, dedicare più impegno ed attenzione. Dal piano urbanistico ad una politica di incentivi ad investire, un sorta di ‘piano d’emergenza’ e di priorità visto a dove siamo arrivati e stiamo andando. Le ristrutturazioni edilizie, il recupero di edifici allo stato delle cose sono un’aspirina. Occorre procedere come un carro armato nella soluzione delle rovine dell’ex oleficio Roveraro. Ci sono pure competenze in consiglio, si nomini un assessore o un consigliere ad hoc, che non faccia altro. Per il futuro di Borghetto sarebbe una chiave di volta.
Oggi come oggi non ci sono in cantiere investimenti pubblici, ma mancano anche quelli sul fronte commerciale, capaci di creare perlomeno occasioni di lavoro, incentivo, non appiattire sotto lo zero chi ha proprietà immobiliari e non riesce ad affittare ad attività che danno vita ed almeno ossigeno. E poi c’è il destino di tante giovani leve. Si pensi alla figlia dell’ex sindaco Malpangotto, emigrata a Parigi dove insegna all’Università ed il papà, già titolare di uno dei maggiori stabilimenti balneari della città, ha di recente chiesto al Comune di Loano la “ristrutturazione edilizia, anche a mezzo cambio di destinazione d’uso, da casa per vacanza a residenza, dello stabile di via Cremona a Loano”. Ci sono altri figli e figlie di persone più o meno in vista che lavorano a Londra, negli Stati Uniti, in Germania dove aprono addirittura attività che qui hanno abbandonato (una delle famiglie dei proprietari del K 609, l’unica pizzeria a resistere dagli anni ’60 sempre nell’ambito famigliare), oppure vivono a Torino, Milano. Giovani capaci e bravi ai quali non si offrono prospettive.
“Alla mia età – commenta Taboga – mi si stringe il cuore, ho gli occhi per piangere, la consapevolezza dell’impotenza, del vedere che manca una reazione decisa. Spero di sbagliarmi, con le recenti elezioni Borghetto ha perso l’occasione di mettere in campo forze adeguate, in grado di fare scelte mirate e strategiche, coraggiose. Non metto in dubbio l’onestà e la capacità di nessuno, assisto da spettatore alla vita socio economica”.
Una giunta comunale che dovrà ancora essere messa alla prova e che non può esserci solo il ‘paravento’ dei conti in pre dissesto. Come nella vita comune si comincia dalle piccole cose. La trovata della raccolta delle olive nel camposanto, affidata alla buona volontà di qualche cittadino, la dice lunga sul fronte della riflessione e della competenza di chi decide. Si è deciso senza consultare almeno le associazioni di categoria agricole. Per quel detto ad ognuno il suo lavoro, la sua professione.
NOTIZIE DAL PALAZZO COMUNALE
Sabato 21 Ottobre Lucia BERUTI ha festeggiato il centesimo compleanno, ricevendo gli auguri di amici e parenti. Il giorno successivo il sindaco di Borghetto Santo Spirito, dove risiede attualmente, ha portato alla concittadina i saluti e gli auguri di tutta l’amministrazione e dei “Borghettini”.
Nata il 21/10/1912 a Chiusa di Pesio, nel Cuneese, da molti anni si è trasferita a Borghetto raggiungendo la settimana scorsa il secolo di vita.
Lucia non è la prima centenaria che festeggiata dal neo sindaco CANEPA. “La sua è una testimonianza di una vita ma anche dello spirito che ha animato una donna che si è dedicata al lavoro ed alla famiglia. A lei, dunque, va un ringraziamento speciale per il suo esempio e un augurio di grande serenità per i prossimi anni” ha detto il sindaco di Borghetto.
Ad accompagnare il primo cittadino c’era anche l’assessore alle politiche sociali ed anziani Maria Ester CANNONERO TERRAGNO a testimonianza dell’attenzione che ha la nuova Amministrazione verso la terza età.
Michele MANERA – ufficio di Staff del Sindaco