Tre settimane fa Nevio Balbis, bandiera della pastorizia sanremasca- imperiese, osservava: si sprecano elogi ai pastori, si ammira e si decanta la transumanza, ma a far questa vita siamo rimasti in pochi e i paesi di montagna continuano a spopolarsi’. Tante belle parole, insomma, ma la sostanza…Ora potremmo aggiungere tre notizie inedite sulla vita da pastore nel Parco Regionale delle Alpi Liguri e nel Parco Naturale delle Alpi Marittime. A Maurice, cittadino francese con un gregge di 2000 pecore, nel corso della stagione alpina 2017, i lupi hanno ucciso una cinquantina di capi. Al collega Aldo Lo Manto, cittadino ingauno, la Regione Piemonte, causa regolamenti, ha imposto a tutela ‘del cotico erboso’ di lasciare i verdi pascoli e anticipare il ritorno in Riviera in una stagione arida. Alla famiglia Donati che d’estate si trasferisce da anni con il gregge sulle montagne di Rezzo di recente è stata divorata una capra e l’immagine diffusa via Facebook.
Forse la storia più clamorosa e almeno sconosciuta fino ad oggi è quella del pastore francese e dell’amico italiano. Maurice fa parte della pastorizia brigasca, come le sue origini. La sua transumanza è tra l’entroterra della Costa Azzurra, Provenza e l’area del passo del Tanarello e zone limitrofe: un valico delle Alpi Liguri, a 2042 m s.l.m, sul confine italo- francese. Tra il monte Tanarello e la cima Ventosa. Il versante italiano è collocato nel Comune di Briga Alta (come noto a seguito dell’alluvione e frana del novembre dello scorso anno il Municipio si è trasferito a Ormea), quello francese a La Brigue. Idrograficamente il colle divide le alte valli del Tanaro (bacino badano ad Est e del Roia bacino del Mai Ligure ad ovest). Il colle un tempo apparteneva completamente all’Italia, e oggi è diviso e il trattato di Parigi fa infatti transitare il confine tra le due nazioni per il passo del Tanarello.
E’ clamoroso il danno subito dal pastore francese, se si pensa che la legislazione transalpina consente di sparare al lupo ‘cacciatore di ovini’ ed è corrisposto un risarcimento attraverso un iter procedurale abbastanza semplice. Maurice sull’alpeggio è coadiuvato da alcuni dipendenti e da cani pastori francesi che, a quanto pare, non hanno le caratteristiche ‘antilupo’ dei maremmani che fanno la ‘guardia’ al gregge di Aldo Lo Manto. Come abbiamo già scritto in un precedente servizio il pastore siculo – albenganese quest’anno se l’è cavata solo con un paio di pecore ‘sbranate’. Gli è andata peggio, ma certo non è il solo, invece a causa della prolungata siccità.
Racconta: “Purtroppo la Regione Piemonte dopo aver concesso una prima proroga, non ha accolto la seconda, cioè di rimanere nei pascoli delle Alpi Marittime in quando occorre tutelare la cotica erbosa”. Si tratta dell’insieme di graminacee e di altre erbe che formano un tappeto continuo, possono fornire un alimento per animali pascolanti e rappresenta la risorsa base del pascolo. Spiega Lo Manto: “Non credo che rimanere altri 15- 20 giorni rappresenti un danno irreparabile; si tenga conto che qui l’erba c’è, mentre tornando verso la Riviera, in conseguenza dell’eccezionale siccità, troviamo un deserto secco. Di cosa si ciba il bestiame ? Ho iniziato la transumanza lunedì e sono preoccupato. Disperato no, perchè chi fa il nostro mestiere deve essere forgiato ad ogni difficoltà, però dopo i problemi dell’alluvione e la viabilità, dover raggiungere le montagne di Monesi, verso Colle Signori, allungando il percorso di una quarantina di chilometri, via Viozene e Upega, ora noi pastori ci troviamo con l’emergenza siccità e pascoli aridi. E far fronte a questo stato di cose non è semplice, si tratta di sfamare miglia di capi di bestiame, dover comprare fieno, aumentare i costi della produzione di latte e formaggi”.
Donati e famiglia, altro pastore della Riviera imperiese, transumante da decenni nelle montagne di Rezzo, attraverso il più noto Passo Mezzaluna, ha postato nei giorni scorsi l’immagine di una capra ‘mangiata’ dai lupi. Donati senior è cresciuto, si può dire, in quella malga dove arriva nella tarda primavera e la lascia alle porte dell’inverno. E’ la dimora preferita anche se gli anni avanzano, con la gioia della collaborazione della figlia e dei nipoti.
LA VASTERA: UNA PAGINA DI STORIA DELLA TRANSUMANZA A GARESSIO DEI FRATELLI BENEDETTI DI LECA D’ALBENGA E CHE HANNO LA LORO BASE ESTIVA SULLE MONTAGNE DI UPEGA DOVE SI POSSONO ACQUISTARE ANCHE SQUISITI FORMAGGI