Aldo Lo Manto il gatto selvatico, nel Parco delle Alpi Liguri, non l’ha incontrato, in compenso i lupi gli hanno ucciso due pecore al pascolo, in pieno giorno. Per raggiungere il gregge (un migliaio di pecore, 200 capre, 50 bovini), nella zona delle Navette, è costretto a percorrere 46 km in più, attraverso Upega, causa l’isolamento di Monesi. Lui alle prese con un’estate terribilmente secca, avara di pioggia, di conseguenza meno latte e formaggio. Una stagione con l’amarezza di combattere col diniego del Comune di Ortovero dove, dopo aver comprato 5 mila mq di terreno, si è visto bocciare due volte il progetto: un laboratorio di latticini e punto vendita. Il Tar, dice Lo Manto, non mi da ragione, né torto. In realtà il tribunale amministrativo è stato categorico. Ha accolto le ragioni del Comune e spese compensate. L’assessore all’urbanistica, Simone Plumeri, architetto, è un libro aperto: “Nessuna persecuzione o preclusione a priori, semmai il dovere di rispettare le norme che sono uguali per tutti, porte aperte ad ogni iniziativa commerciale e di sviluppo economico”. Ultima ora: a Monesi arriva Striscia la Notizia. Seguita dal sopralluogo dei politici al comando della Regione Liguria: gli assessori Giacomo Giampedrone, Marco Scajola, Gianni Berrino e Francesco Balocco assessore ai Trasporti di Regione Piemonte.
Si è tanto scritto e si discute di Monesi turistica e sciistica in fumo, della stagione invernale persa, di quella estiva iniziata male e finita peggio con la chiusura, il 5 settembre, del ponte sul Bavera e l’isolamento totale che con l’inverno si estenderà alla vicina Piaggia (CN), Valcona, Salse, frazioni di Mendatica. L’evacuazione senza precedenti del gestore dell’albergo ristorante La Vecchia Partenza e della titolare dello storico bar Vittoria. A fine novembre 2016 era già stata resa impraticabile la provinciale 100 San Bernardo di Mendica- Monesi, cancellata per un buon tratto, in conseguenza dello scivolamento (e voragine) a valle dell’abitato di Monesi di Mendatica sul versante che si affaccia a Piaggia. E che ha causato la distruzione di tre immobili, compreso l’inaugurato bad&breakfast, ricavato dalla ristrutturazione di un vecchio ‘teccio’ con stalla e fienile. Un investimento svanito nel nulla e l’impossibilità di ipotizzare una ricostruzione in loco.
Aldo Lo Manto, siculo albenganese che parla il dialetto ligure, è il maggiore pastore della Liguria e non da oggi. Quando papà aveva raggiunto Albenga con il gregge, lui era una ragazzo. La passione ed il mestiere li ha appresi con l’olio di gomito. Con la morte del padre è rimasto solo, ha tenuto duro nei momenti più difficili. Una famiglia numerosa. La sua popolarità è descritta dal pianeta Google, da servizi televisivi anche oltre i confini nazionali, articoli di giornale. Un carattere allegro e di compagnia che quando mette i piedi sotto il tavolo e si da vita ad un coro non si alzerebbe più. Le sue conoscenze spaziano tra ex presidenti di Regione, parlamentari, ministri, monsignori, gran commi, travet.
Aldo che le Alpi di Monesi, quelle liguri e le confinanti piemontesi, conosce come le sue tasche. Gli mancava, come frequentatore e utente di quelle montagne, la ‘stagione delle vacche magre‘, ovvero l’isolamento e l’evacuazione di Monesi. “Un disastro per tanti proprietari di seconde case, la riduzione in povertà di quella che un tempo era considerata una miniera – ragiona al telefono Lo Manto – e per me ha significato e significa allungare i tempi da casa al gregge, i costi, i disagi. Ho ancora le bestie quassù e vorrei rimanere come gli altri anni fino al 20 di ottobre. Del resto come si fa a scendere a valle, verso il mare, con l’erba secca, cosa mangiano ?”.
Si è sparsa voce che la Regione Piemonte ha accorciato, in conseguenza delle calamità stagionali, il periodo di permanenza sull’alpeggio. “Ne ho sentito parlare – dice Lo Manto – , solo voci, nessuno mi ha informato. So invece che il Piemonte non riconosce i miei cani pastore asiatici, ne ho una decina di guardia, ottimi per l’allerta lupi. Loro riconoscono solo tre razze, la mia è esclusa”. E i lupi ? “Ormai sono di casa e impongono di custodire di notte le mandrie in appositi recinti su cui montano la guardia i cani, così il pericolo arriva di giorno, le bestie sono sparpagliate ed è difficile proteggerle tutte”.
Il pastore di Bastia d’Albenga – il paese dove vive la concittadina siculo albenganese Rosy Guarnieri che è stata sindaco leghista e per solidarietà e testimonianza verso le sue condizioni di salute (seri problemi al pancreas) è stata annullata la sagra – su un altro fronte sta combattendo una battaglia legale e giudiziaria non meno deprimente del ‘salasso Monesi’. Ha comprato a Ortovero un vecchio magazzino di campagna con annesso terreno convinto di realizzare, attraverso ristrutturazione con variazione d’uso, un laboratorio destinato al latte e ai formaggi, la moglie ha pure la passione delle marmellate, confetture. Insomma un’attività artigianale e commerciale non inquinante, ben fruibile sulla provinciale che attraversa il paese, all’inizio dell’abitato.
Aldo ha fatto i conti senza l’oste si suole dire. Progettista e studio legale, a quanto pare, gli avevano assicurato che non c’erano motivi ostativi per negare quel permesso edilizio che porta la firma di Fulvio Ricci, fino allo scorso luglio presidente dell’Ordine provinciale degli ingegneri che conta oltre mille iscritti. Un’autorità, si direbbe nel gergo comune. Un progetto con una valenza socio – economica ed umana. Si fa tanto parlare delle riscoperta di antichi mestieri e tra questi spicca il pastore, la produzione di formaggi, il latte a km zero.
Aldo prova sulla sua pelle cosa succede a uno come lui che i giorni festivi non sa cosa siano, a parte qualche mezza giornata. Ammalarsi è proibito e per fortuna che fino ad oggi poteva contare su un nipote volenteroso, capace, ricco della stessa passione dello zio. “Purtroppo mio fratello ha problemi e il figlio non può più aiutarmi – dice Lo Manto-, è come perdere mezza costola. Ho quattro cittadini extracomunitari, mai come avere un congiunto. Alle difficoltà della stagione sulle Alpi di Monesi, la grana con il Comune di Ortovero (il sindaco è leghista Andrea Delfino, dipendente giardiniere del Comune di Villanova, agricoltore per hobby, tra i primi in valle a mettersi di traverso sul fronte migranti ndr) mi sta facendo perdere la voglia di lavorare, produrre, investire. Per fortuna che ho una brava collaboratrice che perlomeno mi consente di essere presente e vendere i miei formaggi agli eventi gastronomici che si tengono da Genova a Ventimiglia, quando riesco una presenza allo stand, al banchetto, mi fa piacere, il contatto con la gente è importante”.
Dal 2014 l‘unione fa la forza, è cosa risaputa, e spesso può dare vita a idee originali, capaci di riportare a galla tradizioni talvolta costrette a passare di moda. È il caso dell’iniziativa dei pastori di toma di pecora brigasca, Presidio Slow Food ligure. Nel terzetto c’è Lo Manto (azienda Il Boschetto di Bastia d’Albenga), Nevio Balbis (Sanremo) e Simona Pastorelli (agriturismo Il Castagno di a Mendatica) – grazie al progetto MareTerra di Liguria di Fondazione Carige – hanno deciso di sperimentare e di affiancare la lavorazione della lana (con la quale producono tappeti rustici di varie dimensioni) alla produzione dei tre formaggi locali (la sora, la toma e il brus). Slow Food che si batte da anni per tutelare le produzioni casearie a latte crudo.
Trasferire l’azienda Il Boschetto a Ortovero che già ospita la Cooperativa Viticoltori Inaguni, il Centro di Incontro Enologico, sede dell’Enoteca Regionale della Liguria, con una attrezzata sala congressi e una ampia sala per le degustazioni, sarebbe un ulteriore passo verso la valorizzazione del territorio, richiamo turistico e commerciale.
Aldo Lo Manto non parla volentieri della controversia che lo oppone all’amministrazione comunale di Ortovero. Si è affidato allo studio legale Giovanni Gerbi di Genova. Il Comune, a sua volta, tutelato da una ‘mastino’ di contenzioso urbanistico, l’avvocato Mauro Vallerga di Varazze, con studio a Genova. Contrapposizioni che costano fior di quattrini al pastore ed alla comunità. “Ripresenterò un progetto riducendolo ulteriormente – si limita ad osservare Lo Manto –, anche se vorrei proprio sbagliarmi, dopo che ho ipotizzato la vendita delle carni delle mie bestie ho avvertito di aver involontariamente toccato certi interessi. Io non faccio parte di schieramenti politici, appartengo a quel ‘parco buoi’ dove si conosce solo lavoro, fatica, privazioni, rinunce, lotta alla burocrazia e ne ho già visto di tutti i colori. Credevo fino a ieri che certi rappresentati del popolo, non so se si dice proprio così, fossero vicini ai lavoratori, a chi ogni giorno si sporca le mani, suda, vive tra gli animali da stalla e da pascolo. Invece eccomi a lottare non per un privilegio o una speculazione immobiliare. A che porta dovrei bussare ? Dicono che i miei formaggi sono più cari, ma io so cosa significa per me la qualità, il pascolo, i pascoli. I miei clienti non sono i supermercati, nella vita ho sempre cercato di praticare la serietà, verso tutti. La posizione del Comune di Ortovero mi lascia tanto amaro in bocca, ho figli che vorrei continuassero o almeno uno, però è difficile pensare ad un futuro migliore quando trovi steccati e barriere. A Monesi sono quelle di una frana, di un alluvione, di aree incolte ed abbandonate, di una montagna che deve essere preservata. A Ortovero il diniego di progredire nel lavoro, di investire, di far parte di una società che guarda al domani e ai giovani, parlo della mia famiglia, dei miei sudori”.
Se La Manto si sfoga e morde il freno, l’assessore all’urbanistica Simone Plumeri, a sua volta origini ortoveresi – siciliane, non ci sta ad indossare i panni di chi ‘rema contro’ per partito preso. ” Il nostro diniego è limpido e si basa esclusivamente su una progettazione che non rispetta le norme vigenti. Non a caso il Tar ci ha dato ragione non su disquisizioni ma sui contenuti dell’elaborato. Non ci devono essere ombre e allora diciamo che il primo progetto prevedeva un agriturismo, fattoria didattica, laboratorio, locali per abitazione, qualcosa come 1800 mc, pari a poco meno di 600 mq. E su questo si è pronunciato, dopo il no del Comune, il Tar. Il secondo progetto, pressochè identico con cambi di destinazione d’uso ha eliminato l’agriturismo, ma non rispetta le altezze previste nel frattempo dopo l’adozione, il 16 dicembre 2016, del nuovo Puc “.
Progettista del Puc ‘Caire Consorzio’ con l’arch. Giulio Saturni e un gruppo di progettazione che ha visto al lavoro quali tecnici il compianto arch. Ugo Baldini, l’arch. Pierluigi Bovio ex sindaco di Borghetto S. Spirito, il dr. Giampiero Lupatelli e per la pianificazione territoriale Edy Zanatta. L’indagine socio economica opera dei dr. Davide Frigeri e Graziana Bonvicini. L’indagine geologica dei dr. Roberto Macciò e Fabio Arrighetti. L’indagine ambientale dei dr. Nicoletta Toffaletti, Gianluca Bico, Elisa Scaranello; infine l’ing. Tatiana Fontanesi e l’urbanista Massimo Scaglione.
Possibile che un ingegnere dell’esperienza di Ricci, in attività dai primi anni ’90, insista su un progetto che è pieno di falle, a quanto pare capire ? “Non do giudizi di merito sui colleghi, né sui progettisti, ribadisco con forza che qui o non si conosce la regolamentazione o la si interpreta in modo originale. E’ una questione oggettiva e non soggettiva, non è passata al vaglio della commissione edilizia perchè è una pratica che ha utilizzato l’iter della Dia “. Qual è lo stato dei luoghi ? L’arch. Plumeri che oltre all’urbanistica ha la delega a Cultura, Demanio, Lavori Pubblici, Politiche Sociali, Scuola, Turismo, chiarisce oltre ” Sull’appezzamento di terreno esiste un piccolo magazzino per attrezzi ed un’attigua vecchia serra. Avevamo già spiegato durante un incontro preliminare al signor Lo Manto il nostro indirizzo che non è arbitrio, ma rispetta delle norme vigenti. E’ stato presentato il primo progetto, bocciato dal Comune e con conferma del Tar, è stato presentato il secondo che, dopo il nuovo Puc, non rispetta le altezze e per ora non abbiamo notizia di altre rimostranze o nuovo ricorso al Tar. Non fa mai piacere per un pubblico amministratore dire dei no, voglio aggiungere che Ortovero è felice quando può contribuire alla ricchezza del territorio, della sua economia. Dunque ben venga qualsiasi iniziativa di sviluppo purché rispetti le regole che non spuntano dal cilindro del cappello. Sono passate al vaglio del consiglio comunale e alla verifica della legge regionale”.
Luciano Corrado
ULTIMA ORA: A MONESI ARRIVA ANCHE STRISCIA LA NOTIZIA – Ho il piacere di comunicarvi che domenica 24 dalle h. 12 Strisci la Notizia, salvo imprevisti, sarà a Monesi per mostrare lo stato dei luoghi di Monesi e Piaggia a dieci mesi dall’alluvione e raccogliere commenti e nuovi annunci da parte delle autorità locali.
Per iniziativa di Lorenzo Anfosso Berio, era già in programma, esporremo sul piazzale di Monesi, nei pressi della bacheca, la bandiera occitana; quella col sole delle alpi. L’inizio dell’alza-bandiera è previsto alle ore 11, in attera degli operatori di Striscia la Notizia. Sarà bene essere numerosi.
Ulteriore informazione: Lunedì 25 c.m. gli assessori regionali Giacomo Giampedrone, Marco Scajola e Gianni Berrino saranno dalle ore 12 sul piazzale a Monesi di Mendatica sulla SP 100, insieme all’assesore ai Trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco.
Alle ore 12 l’assessore Giacomo Giampedrone sarà a Monesi di Mendatica sulla SP 100 in corrispondenza dell’interruzione della strada.
Alle h. 13 il sopralluogo raggiungerà il ponte sul rio Bavera al confine con la Provincia di Cuneo, recentemente chiuso al transito.
Alle h. 14.30 i suddetti assessori regionali saranno a Ormea dov’è previsto un tavolo tecnico istituzionale.
Alle h. 16 c.a. conferenza stampa di Giampedrone, insieme ai tecnici regionali e degli Enti coinvolti nei lavori.
Dobbiamo tenere viva l’attenzione e sollecitare gli interventi per salvare Monesi, Piaggia, Valcona, Le Salse e tutta l’alta valle Arroscia; i nostri sigg. della politica sono molto sensibili al numero dei presenti-votanti. PARTECIPIAMO TUTTI!
Un saluto a tutti. Rinaldo Sartore
Dulcis in fundo, domenica 15 ottobre ci aspetta la tradizionale Castagnata giunta alla sua nona edizione ! A breve seguirà dove ci troveremo e il prezzo.