La grande ipocrisia delle reperibilità. Meriterebbe un’analisi ben più approfondita la motivazione per cui un medico sceglie nel vasto panorama delle tipologie di servizio e specialità mediche una branca che preveda questa particolare forma di lavoro. La Triplice è uscita con una serie di proposte in cui si sottolinea l’età per le guardie notturne, fuori a 60 anni, e la revisione della reperibilità con un accenno anche ad un generico numero di chiamate a 20 al mese, poi si fa una guardia. Prima considerazione: le Pronte Disponibilità non si fanno per soldi. Ferma al 1990, l’indennità di Pronta Disponibilità per un turno di 12 ore è di 20.6582 euro sottratta una aliquota per una tassazione media del 36.71% (fonte la mia busta paga n. d. A.) restano in tasca per turno completo 13.06 euro. Benissimo! Qualcuno noterà che da molti anni esiste anche la maggiorazione del 10% come voce aggiuntiva che fa un bel 1.3 euro per arrivare a 21.9582, quindi, quasi a 22 euro, che, tassati, tornano a 14.36 euro netti. Il turno minimo di reperibilità non può essere inferiore a 4 ore – La reperibilità a livello del contratto collettivo Nazionale di lavoro è solo notturna e festiva, ma, a livello di contrattazione decentrata, le deroghe, nella realtà dei fatti, si sprecano. In molti reparti, si è reperibili anche di pomeriggio dei giorni feriali, quindi, i turni raddoppiano come per magia.
Il sanitario, rintracciato con i mezzi ufficiali di comunicazione aziendale, deve timbrare l’ingresso in servizio nel più breve tempo possibile, usando i mezzi personali o messi a disposizione dell’azienda, in casi particolari, a seconda della organizzazione prevista a livello aziendale. Ogni azienda deve predisporre un piano decentrato ed adeguato alle situazioni locali. Un sanitario non può essere reperibile su più sedi ospedaliere (dizione tipo da evitare come la peste negli accordi decentrati: nell’ambito del dipartimento …) Il Medico reperibile di prima linea è il Radiologo: ha il vantaggio che, se le chiamate superano un certo numero (variabile da sede a sede…) la reperibilità va convertita in guardia; lo svantaggio che con la nuova tecnologia può refertare anche da casa o da altra sede, ma si deve svegliare lo stesso (sic!).
Su dati oggettivi, i Reparti chiamati costantemente che aprono la Sala Operatoria di pomeriggio, notte e festivi sono la Chirurgia Generale, di norma, con 2 Chirurghi, poi le Ortopedie: qui, a volte, basta un operatore solo, poi l’Urologia e tutte le altre Chirurgie specialistiche.
Nei Centri cardine, la Neurochirurgia lavora costantemente mentre Gastroenterologia e Cardiologia e, di recente, la Neuroradiologia Interventistica non sono da meno, con urgenze centralizzate.
Vorrei tanto sapere quanti di questi Medici possono stare a casa a letto la mattina dopo. Non sembra normale, forse? E, invece, non lo è: tornano tutti in servizio. Difficile da credere per un esterno, difficile da capire per la gente normale. Per ridurre il numero totale di turni di reperibilità per Reparto, comunque, non sono possibili squadre operatorie con Chirurghi misti nell’ambito del Dipartimento Chirurgico: i Medici devono avere la possibilità di operare in urgenza con Colleghi con cui operano anche di giorno in elezione.
Questo passaggio può apparire scontato a livello logico; a qualcuno, ridicolo nel suo stesso enunciato, ma – credetemi – ho le mie ragioni, ci tengo a sottolinearlo anche qui, perché resti nella mente a tutti. Nell’Unità Socio Sanitaria Locale 12 Veneziana, dove lavoro tuttora, Direzione Medica ed organizzazioni sindacali, nel recente passato, in previsione dell’applicazione delle Direttive Europee si sono incontrate al livello tecnico in gruppo ristretto e dedicato tutti i lunedì pomeriggio per quasi tre mesi. Sono stati analizzati carte alla mano, tutti gli orari di servizio e le pronte disponibilità dei reparti degli ospedali di Mestre e Venezia. Un’ immersione totale che ha considerato la Medicina Interna come il Servizio prevenzione, igiene e sicurezza in ambienti di lavoro, Dermatologia e Chirurgia Vascolare. In tale sede, molte cose sono state risolte altre non ancora per meri motivi di bilancio, ma le parti si sono confrontate sui numeri con onestà intellettuale non su enunciati teorici impossibili nell’applicazione pratica, concordando sempre sulle criticità peggiori.
In concreto: il Medico reperibile chiamato di notte che ha operato e non ha dormito può/deve lavorare il giorno dopo? Da considerare quello che è successo ad un infermiere di Sala Operatoria, che, molto umanamente, ha detto: Non ce la faccio! dopo una notte in piedi a 60 anni, quando lo hanno chiamato a per tornare lavorare nel pomeriggio: lo hanno sanzionato. Personalmente, ho cominciato a fare le reperibilità in Clinica Chirurgica a Padova negli anni Ottanta del secolo scorso, da specializzando chiamato attraverso il teledrin. Le faccio da più di 30 anni: so di cosa parlo, non per sentito dire o per dogmi contrattuali. Non si viene costretti a fare questa vita: correre per disostruire una coronaria ad un infartuato, arrestare un’emorragia esofagogastrica ad un sanguinante, suturare un perforato, fare un trasporto medicalizzato in piena notte o col maltempo, partire per un espianto e per un intervento vero e proprio in un gruppo trapianti.
Questa vita la si sceglie anzi si combatte per farla perché ne sei attratto: all’inizio, inconsapevolmente, poi, per motivazioni varie, ma accomunate da un superiore senso di solidarietà e disponibilità nei confronti del prossimo, per passione scientifica, per l’intensità dell’azione in cui Ti senti realizzato. Le reperibilità, di norma – si trova scritto – devono essere al massimo 10 al mese, per Medico solo notturne e festive, ma, nella realtà dei fatti, la contrattazione decentrata ha creato dei mostri con reperibilità pomeridiane feriali, chiamate con vari modi. Così, nella vita reale, chi sceglie certe branche, avrà bloccati oltre 3 o 4 giorni a settimana con puntate di 15 o 20 giorni: sempre reperibile o di guardia d’estate o a Natale, intervallati da qualche notte sicura per dormire sul serio, senza controllare continuamente i telefoni e senza sperare nella fortuna di non essere chiamati. Si accettano smentite. Soluzioni di fantasia organizzativa sono da escludere, in quanto offensive del regolamento, del buon senso, della salute del dipendente e, non ultimo, della sicurezza del Paziente, che non può essere solo il titolo di un congresso, ma il risultato di una organizzazione che consideri anche il riposo del lavoratore, Medico, infermiere ed operatore a vario titolo.
Tra le storture del sistema, è molto utilizzato anche il ricatto psicologico alla base di situazioni con Medici di guardia in area medica con 160 letti/notte, oltre ai ricoveri in appoggio e Medici reperibili di varie discipline internistiche a casa. Chiaro che, chi è di turno, finisce per tenere duro e rischia del suo per non svegliare un Collega, che sa, il giorno dopo, deve lavorare, chiaro che la direzione di turno potrà affermare: In fondo ce la fanno e non chiamano quasi mai i reperibili, che pure sono pagati per esserlo. Un sistema barbarico. L’istituto della pronta disponibilità era stato abrogato in origine nelle ore pomeridiane per costringere le aziende a coprire i vuoti in organico ma, in questi anni, si è assistito ad un effetto boomerang, per cui le aziende, dapprima hanno ridotto ulteriormente le guardie festive e notturne e poi ridotto i turni pomeridiani di servizio attivo costringendo, in alcuni casi, i Colleghi ad essere disponibili anche nei pomeriggi, In sostanza, si è verificato l’opposto di quanto concordato. Il punto di partenza è la garanzia dei livelli di assistenza e sicurezza delle cure attraverso un’adeguata dotazione organica e non attraverso l’implementazione mutazioni decentrate di regole nazionali che espongono il medico a rischi di natura professionale, oltre che di salute.
Da qui, occorre introdurre un limite tassativo mensile per ciascun medico nel numero di pronte disponibilità mensili che non può, in nessun caso, superare i 10 turni sia pomeriggio, notte o festivi con adeguare pause. Impossibile – diranno – non ci sono i soldi per assumere un numero di medici adeguato, allora dite anche chiaramente e pubblicamente che in Italia il sistema così non si regge nel rispetto della normativa contrattuale precedentemente concordata e nel rispetto della Direttiva Europea su orario e riposi. Se permettete la riforma Fornero ha dimostrato, peraltro, che niente è impossibile.
La Germania ha tre volte i posti letto dell’Italia con relativo personale: Reparti striminziti, mai rinnovati come ricambio organico sono pericolosi per tutti. Chi fa delle scelte organizzative su mera legge economica senza considerare il benessere di un personale motivato e dedicato va censurato e criticato su base obiettiva e ragionata, sulla base dei numeri. Quelli non sbagliano, di solito, e difficilmente possono essere ignorati, fra persone civili. Concordo con il giurista Luca Benci sulla necessità di una ampia rivisitazione della Pronta Disponibilità Non si tratta soltanto di adeguare la parte economica (ferma dal 1990!), ma di ridefinire le modalità di svolgimento e la corretta fruizione dei giorni di riposo per non aggravare eccessivamente le condizioni di vita di coloro che assicurano alla collettività i servizi di emergenza. Il nuovo contratto deve portare ad eliminare la grande ipocrisia della Reperibilità così come la troviamo oggi, con remunerazione, pause e riposi degni di una vita civile e non di una moderna schiavitù. pericolosa per assistenti ed assistiti. Cominciamo, quindi, a considerare l’argomento, che non è un capitolo di un libro ma vita vissuta da tanti Colleghi che, per seguire, inizialmente, un ideale, si sono ritrovati, progressivamente, in un contesto lavorativo che ha invaso sempre più la loro vita privata.
Prof. Giovanni Leoni, Presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia