Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Se ne è andato il ‘mago’ del cemento armato: l’ing. Bruno Martini, da Rezzo a Loano, 40 anni di progetti edilizi e di rara rettitudine


Se il prof. Lorenzo Spotorno, ‘mago dell’anca’ del Santa Corona, era popolare in Liguria e oltre i confini, all’ingegner Bruno Martini va il riconoscimento di ‘mago del cemento armato’ alla memoria. In una Riviera devastata dalla speculazione, da piani regolatori asserviti ai portafogli o obsoleti, da varianti ora discutibili, ora sfacciate, potrebbe apparire irriguardoso citare la vita professionale di chi ha ‘co-firmato’ forse l’80 – 90 per cento dei progetti nel loanese. Eppure l’ing. Martini meritava fiducia non per le entrature politiche o nei sodalizi esoterici: nessuno metteva in discussione la sua rettitudine e serietà. Una rarità nella sperduta cloaca del Bel Paese.

L’ingegner Bruno Martini durante una delle sue escursioni predilette a Pian delle Bosse del Monte Carmo

Se n’è andato, a 69 anni, alle 7 di una domenica mattina nella casa di Loano che condivideva con l’adorata moglie Maria Rosa. La sera aveva cenato in famiglia. Purtroppo il male che lo perseguitava da 13 anni ha dato il colpo di grazia. Bruno ha chiuso gli occhi, mentre il cuor suo continuava a palpitare nel ricordo della figlia Alice, insegnante, del figlio Matteo, architetto, dei dolcissimi nipoti Fabio e Sara, dei fratelli, tra cui Claudio Martini, sindaco di Rezzo dal 1997 al 2001.

L’ingegner Bruno Martini che ha varcato, per le esequie funebri, la moderna chiesa di San Pio X che lui frequentava e grazie ai suoi calcoli di cemento armato ha potuto essere realizzata ed ammirata. “Quella chiesa – ha ricordato il parroco celebrante don Luciano Pizzo –  che la sentiva un po’ come sua, come la sua seconda casa, orgoglioso di appartenere alla comunità parrocchiale”.

L’ing. Martini che ha scelto per ultima dimora lo storico camposanto di Loano, ormai sua città adottiva.  E Loano può andare fiera di un ‘figlio’ tutto casa e lavoro, intelligente, preparato, di un’onestà rara, di straordinarie capacità professionali, semplice e buono. Se lo contendevano i costruttori edili, gli artigiani del settore, ma anche operatori turistici. La sua maggiore opera degli ultimi anni è rappresentata dal mega complesso turistico alberghiero Ai Pozzi della famiglia di Piero De Giovanni, imprenditore schivo così come lo era l’ingegner Martini.

Tra i professionisti con i quali ha condiviso lavoro, impegno, soddisfazioni morali, materiali, umane, momenti di svago seduti a tavola con amici, l’atmosfera di ‘rimpatriate’ in tavernetta, l’architetto Angelo De Francesco, figlio dell’indimenticato ‘Cencin‘, un vuoto incolmabile nella comunità loanese.

L’ingegner Martini che come tanti figli di gente umile del nostro entroterra montano, era partito dalla natia Rezzo, dopo gli studi, l’Università, alla volta del primo approccio con la professione, presso lo studio dell’allora giovane e brillante ingegnere Nicolò Elena. Pure lui cittadino della Valle Arroscia (Borghetto d’Arroscia).  Il decano ing.Elena ormai tra gli ultimi ex pubblici amministratori viventi che, con pochi altri (Stefano Carrara, Gilberto Costanza, Piero Maritano, Sergio Scaglia, Mario Rembado e Mariuccia Ferrari), ha vissuto il contestatissimo e travagliato piano regolatore (fine anni ’60) dell’architetto Renato Renacco che avrebbe voluto una pianificazione urbanistica ‘ a misura d’uomo e di turismo‘. Spalleggiato da quel sindaco galantuomo che si chiamava Felice (Felisin) Elice: da fornitore di bordo con centinaia di dipendenti, ricco e agiato, è morto povero. Loano che non si è sottratta alla rapallizzazione delle seconde case, al consumo del suolo a tappeto, al depauperamento del tessuto alberghiero che poteva garantire posti di lavoro per i giovani, mantenere salda l’attrazione sul mercato europeo delle vacanze, così come accade nelle località scampate ai rapinatori delle bellezze naturali. Fare da corollario alla cittadella portuale più attrezzata e ampia della Liguria. Creare quel retro porto, e non solo, di cui oggi è carente.

In primo piano, sulla destra della foto, i famigliari dell’ingegner Martini davanti alla chiesa di San Pio X

Potrà sembrare strano, l’ingegner Martini quando si confrontava con il cronista non si ‘nascondeva’, non rispondeva con arroganza anche se doveva chiarire interrogativi pungenti. Difendeva la sua onestà, ma non pretendeva il ‘silenzio stampa’ anche se poteva immaginare che quei chiarimenti non erano condivisi dal committente. Del resto lui era l’intermediario tra il progettista ed il costruttore.

Loano, Rezzo, rimaste orfane di un gentiluomo che ha fatto scuola con l’esempio di vita. Che non amava l’esposizione mediatica, la rettorica, il potere. Non sgomitava. Forte delle sue capacità, della stima, dell’ammirazione che gli hanno voluto riconfermare tante persone che in un giorno uggioso e di nevischio l’hanno accompagnato nell’ultimo viaggio terreno. C’era il compaesano di Rezzo, Ginetto Sappa, già sindaco di Imperia, ex presidente della Provincia; il sindaco di Pieve di Teco, Alessandro Alessandri, c’erano i fratelli Fresia (il papà era di Pornassio) i maggiori costruttori edili del comprensorio. C’erano professionisti arrivati dal cuneese, c’era la gente comune del loanese.

L’impegno e la passione di Bruno, il suo insegnamento, ci accompagneranno nel ricordo di una persona semplice e valorosa che sapeva ascoltare.

Luciano Corrado

L’ex presidente della Provincia di Imperia, Ginetto Sappa e di profilo il sindaco di Pieve di Teco geom. Alessandro Alessandri

 


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto