Trucioli

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‘Spotorno fogli d’album’. Come mantenere viva la memoria del passato


SPOTORNO fogli d’album. Una storia locale attraverso un libro, per mantenere viva la memoria del passato’. Matteo Ravera, nel 1994 Sindaco di Spotorno (1), scriveva nella pagina introduttiva del libro SPOTORNO fogli d’album, di Domenico Astengo e Giuliano Cerutti.

di Ezio Marinoni

«In tempi vorticosi come i nostri la ricerca delle radici che ci legano al passato è avvertita da tutti come un’esigenza intima e profonda. Ogni giorno qualcosa si cancella, la memoria sbiadisce e ciascuno di noi rischia di smarrire la propria identità. Ecco perché è nato questo libro: per salvare un patrimonio umano e culturale che rischiava di essere inghiottito dal silenzio».

Parole profetiche. E ora che il tempo sembra correre ancora più veloce, non sappiamo verso quale direzione per l’umanità, è ancora più utile e prezioso raccogliere la memoria di un luogo e portarla a fattore comune.

Non vi è certezza sulla origine di Spotorno. Una nebulosa leggenda vuole che Turno, Re dei Rutuli (2), ne sia stato il fondatore, con il nome “Spes Turni” (“Speranza di Turno”).

Ciò che rimane di Villa Bernarda

Per amore della storia, non è un caso che l’associazione più attiva sul territorio, il Circolo Socio Culturale Pontorno ODV, abbia scelto proprio quel nome per il proprio sito internet, https://www.spesturno.it/, al cui interno si può trovare una grande quantità di documentazione storica e fotografica.

Il primo documento storico su Spotorno è il pronunciamento del Vescovo di Albenga, Alnardo (o Arialdo), che il 16 novembre 1189 si esprime con favore sulle pretese territoriali degli spotornesi nei confronti della vicina e più potente Repubblica di Noli (probabilmente la prima Repubblica marinara italiana, oscurata poi da una cronistoria che vede affermarsi, in ordine di tempo, Amalfi, Pisa, Genova e Venezia).

Arriviamo all’anno 1218 quando, il 14 aprile, il Vescovo Pietro di Savona contrae un debito di 300 genovini con il Comune di Savona per restaurare il Castello di Spotorno. La domanda, a cui non sappiamo rispondere, riguarda l’origine del maniero che, di proprietà privata, oggi versa in cattive condizioni: quel che rimane dei suoi muri perimetrali non ci restituisce nemmeno l’idea di quel che sia stato in un lontano passato. E non possiamo escludere che Frieda von Richtofen (3) e l’ufficiale Ravagli abbiamo vissuto pagine della loro passione all’interno del Castello… (4). Il luogo ha ispirato il testo, di 24 pagine, Il castello di Spotorno e alcuni nobili savonesi. di Paola di Ostheim.

Il 1239 segna uno spartiacque per la storia locale: Papa Gregorio IX, per le continue contese avvenute, erige Noli a Diocesi e vi aggrega Spotorno, staccandola da Savona, con la quale rimane peraltro l’antico legame, fra cui l’obbligo di prestare servizio militare.

Vecchio Castello: rimangono solo alcune mura

Sarà ancora un Papa, Urbano VI, a cedere ai Genovesi la fortezza e il borgo di Spotorno, il 17 dicembre 1385. Di conseguenza, nel 1394, un tale Oberto Galleto è inviato da Genova per assumere il ruolo di Podestà, ma la sua imbarcazione è catturata nel savonese: Galleto viene rinchiuso nel Forte di San Giorgio e per la sua liberazione è richiesto un riscatto.

Le rivalità non si placano, in un territorio già litigioso: Savona contro Noli, anche per il possesso dell’isola di Liguria (o di Bergeggi), su cui si sarebbe rifugiato S. Eugenio nel IV secolo; Genova contro Savona, con una secolare vertenzialità che sfocerà nelle distruzioni cinquecentesche a danno della seconda.

Va segnalato che fra il 1536 e il 1606, mentre a Savona si svolge la vicenda che darà luogo alla costruzione del Santuario, a Spotorno si sviluppa l’esistenza di Maria Berlingeri.

In quel periodo, e fino all’età napoleonica, Spotorno è attraversata a levante da un’unica strada che raggiunge Bergeggi, Vado e Savona. A ponente, la strada della zona chiamata “Serra” prosegue verso la pineta, in direzione di Voze, Noli e Finale. Sarà soltanto l’opera di Chabrol, Prefetto di Montenotte, a spezzare a inizio Ottocento un secolare isolamento con l’apertura della nuova strada litoranea.

Nel 1585, nel cuore del borgo marinaro, si amplia e ricostruisce la chiesa dedicata alla SS. Annunziata, chiesa parrocchiale per circa milleduecento abitanti. Nello stesso secolo sorge un ospedaletto per la cura dei viandanti e dei pellegrini, del quale rimane il nome ad un vicolo in Borgata Monte.

Con il medesimo afflato caritativo, il 27 settembre 1641 nasce la prima scuola per i poveri: a crearla è Maria Basso Maxiola, con il suo testamento, l’istituzione rimarrà attiva sino alla metà dell’Ottocento.

E come vedono il paese i viaggiatori stranieri che vi transitano? Edward Wright (1729) definisce Spotorno «una piccola città lungo la via».

Di diverso avviso è Charles de Montesquieu, che scrive: «è un grande villaggio, ricco. Questa gente ha barche e pinchi con cui va in Spagna e Francia, e trasporta vini di Spagna e di Linguadoca, che porta a Genova, a Livorno e a Civitavecchia. Vanno anche a prendere granaglie e altre mercanzie nel levante».

L’Isola di Bergeggi vista dai Bagni Sirio

Nel Settecento Spotorno diventa, per la prima volta e per un breve periodo, parte del Regno di Sardegna, sottraendosi al secolare giogo genovese. Nel 1745 vi risiede il Re Carlo Emanuele III, ma soltanto cinque anni dopo ritorna il dominio genovese, sino all’arrivo delle truppe napoleoniche nel 1796.

Durante l’Impero francese, Papa Pio VII, nel corso del viaggio compiuto da prigioniero verso Fontainebleau, effettua una breve sosta a Spotorno; in piazza Colombo, una lapide ricorda il suo passaggio.

La vocazione marinara degli abitanti vede la sua pagina più alta nel personaggio di Sebastiano Berlingeri, che attraversa la metà dell’Ottocento con alterne fortune. E il Comune, con felice intuizione, concede gratuitamente duecento metri di terreno al costruttore navale Giobatta Cadenaccio, di Sestri Ponente, per impiantarvi il primo cantiere navale. Di questa attività, immortalata in una sequenza del film “La spiaggia”, i meno giovani hanno ancora memoria.

Oltre a navigare in mare, gli spotornesi sono stati abili costruttori e cavatori, con ben otto fornaci in esercizio nel 1872 (sei alle Fornaci e due alla Maremma, l’ultima si spegnerà nel 1950).

Una pagina importante dell’economia era costituita dai gelsi e dai bachi da seta, nella parte pianeggiante, tanto che l’area dell’attuale giardino antistante l’Hotel Premuda era chiamata “piano dei gelsi”, la cui vendita valeva un sesto del bilancio comunale.

L’agricoltura ricopriva l’interno del paese, con l’eccellenza rappresentata dalle albicocche, i “siccardini”, in gran parte destinati alla vendita e spedizione verso altre città del Nord Italia.

La coltura della vite ed il vino sono menzionate nella convenzione stipulata nel 1297 fra il Comune di Savona e il Vescovo, proprietario di alcune terre coltivate a vigneto in Spotorno. Erano presenti anche oliveti, uno di essi era di proprietà del monastero di S. Eugenio.

L’arrivo del treno data al 1872, è la prima importante modifica del secolare paesaggio spotornese, che apre le porte alla stagione del turismo. Su questo argomento ritorneremo, dopo la recente intervista alla albergatrice Marina Falco (https://trucioli.it/2024/06/13/spotorno-intervista-a-marina-falco-tra-storia-e-tradizione-di-famiglia-con-il-fascino-dellhotel-giongo/), con ulteriori note storiche e con gli incontri con altre due rappresentative figure dell’ospitalità alberghiera locale: Lino Pagliari e Giancarlo Zunino.

Ezio Marinoni

Bibliografia- Domenico Astengo e Giuliano Cerutti – SPOTORNO Fogli d’album – 1994

Note

1.Matteo Ravera è stato eletto due volte Sindaco di Spotorno, con liste indipendenti. Ha ricoperto tale incarico dal 21 maggio 1990 al 24 aprile 1995 e dal 24 aprile 1995 al 14 giugno 1999.

2.Turno, Re dei Rutuli, è anche semidio, figlio di Dauno e della ninfa Venilia. Il personaggio storico è citato da Virgilio nell’Eneide e da Tito Livio. Il pittore Luca Giordano (Napoli, 18 ottobre 1634 – Napoli, 12 gennaio 1705) ha rappresentato il momento in cui il Re rutulo, atterrato dal nemico, supplica di essere risparmiato

3.Di recente abbiamo tratteggiato due volte la presenza di Frieda e il suo soggiorno a Spotorno: https://trucioli.it/2024/04/18/20-aprile-1926-lawrence-e-frieda-lasciano-spotorno-lamante-di-lady-chatterley-trae-ispirazione-ancora-oggi/

https://trucioli.it/2024/03/21/le-uve-di-riccardo-sancio-nella-cappellania-di-spotorno-il-vino-di-lady-chatterley-lawrence-e-frieda/

4.Lo stato attuale del maniero è visibile in un breve filmato turistico:

https://www.youtube.com/watch?v=Wd8mBUw2u_Q


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Ezio Marinoni

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