Trucioli

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20 aprile 1926, Lawrence e Frieda lasciano Spotorno. L’amante di Lady Chatterley trae ispirazione ancora oggi


Iniziamo a dirlo? Nel 2025 ricorreranno i 100 anni dall’arrivo a Spotorno di due intellettuali fuori dall’ordinario.

di Ezio Marinoni

Frieda Von Richtofen

Frieda Von Richtofen, estroversa nobildonna tedesca e lontana parente del Barone Rosso dell’Aeronautica nel primo conflitto mondiale, arriva a Spotorno insieme al suo secondo marito, lo scrittore inglese David Herbert Lawrence, in un giorno incerto del novembre 1925. Lo apprendiamo da una lettera diretta a Curtis Brown, agente letterario di Lawrence, datata 10 novembre.

D.H. Lawrence

«Caro Curtis Brown, partiamo da qui domani staremo un giorno o due a Lucerna e poi giù fino alla Riviera italiana. il nostro indirizzo sarà: Hotel Miramare; Spotorno Genova, Italia

Là vivono i genitori della Signora Secker. Ora è con loro, e ci scrive che è caldo e soleggiato, e che ci sarebbe la possibilità per noi di affittare una piacevole casa, se solo lo vogliamo. Perciò sembra che vada tutto per il verso giusto. Se vorrà raggiungerci a gennaio, suppongo che staremo ancora a Spotorno.

Arrivederci, allora H. Lawrence».

I due coniugi rimarranno circa cinque mesi nella piccola località rivierasca, all’epoca in provincia di Genova, spostandosi dall’Hotel Miramare alla definitiva sistemazione di Villa Bernarda, nella Borgata Monte di Spotorno (il fabbricato oggi non esiste più, una targa ricorda il luogo ed i personaggi storici di questa vicenda umana e letteraria).

Il Miramare viene costruito nel 1908, sull’area di un terreno coltivabile. Questa porzione di Spotorno è cambiata decisamente a fine Novecento: abbattute le due case di servizio di Villa Albini (ex municipio), insieme ai Bagni Cerutti, per cedere il passo alla costruzione del Lungomare J. F. Kennedy.

Villa Albini, ex Municipio
Quel che resta di Villa Bernarda

Il 19 febbraio 1926 abbiamo una descrizione del paese e della collina, grazie a una lettera spedita della sorella Lawrence.

«19 febbraio 1926. Da Ada Clarke, sorella di D.H. Lawrence, a William Hopkins. Da Villa Bernarda, Spotorno, Provincia di Genova (1)

Caro William. Siamo in un posto bellissimo la nostra villa è abbarbicata in alto sulla collina sopra il villaggio e abbiamo una vista spettacolare sulla baia. I pendii della collina sono coperti con boccioli di mandorlo rosa e bianchi, inframezzati dai giallo della mimosa. Abbiamo ogni giorno il sole brillante e la mia faccia e già bruciata rosso mattone. Il prossimo lunedì andremo a Monte Carlo.
Cari saluti, Ada Clarke».

Secondo il punto di vista di una turista anglosassone, Spotorno è “un villaggio”, che oggi non riusciamo più ad immaginare, dopo le trasformazioni edilizie ed urbanistiche del secondo dopoguerra. In quegli anni era un paese agricolo, con una rinomata qualità di albicocche (2) coltivate nella piana della Serra; è un paese dedito anche alla pesca e con le fornaci (3) in esercizio sulla strada verso Savona. Un insieme di attività che ci fa pensare ad un microcosmo sempre in movimento.

In quegli anni la Via Aurelia, non ancora asfaltata, non era quella che conosciamo oggi: transitava più a monte ed era percorsa da pochissimi automezzi, il cui rumore si udiva da lontano. La ferrovia (4) tagliava in due l’abitato e la stazione era poco più di una baracca in legno; il passaggio a livello diventava un luogo di incontro involontario, a tutte le ore della giornata.

L’addio di Lawrence al Ponente ligure, nel quale non tornerà più, dovrebbe avvenire il 20 aprile 1926, in base ad una cartolina postale che egli scrive alla sorella.

«19 aprile 1926. Da D.H. Lawrence alla sorella Ada Clarke. Cartolina dalla pineta di Spotorno.

“Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera, mi sento molto meglio adesso. Partiamo per Firenze domani l’indirizzo sarà: Pensione Lucchesi, Lungarno Zecca. Frieda andrà probabilmente a Baden dopo una settimana, con le figlie, ma io penso di rimanere in Italia fino a luglio. Ti scriverò da Firenze. Giovanni dice se puoi rimandargli una di quelle fotografie all’indirizzo: Giovanni Rossi Villa Bernarda. D.H.L.»

Fra le due date, di arrivo e di partenza da Spotorno, si intrecciano fatti pubblici e privati, emozioni e fremiti, fra il conosciuto e segreto. Tante domande si aprono sulla vita di questo grande scrittore, che ha segnato dei crocevia del pensiero e ha aperto nuove strade verso la libertà.

Frieda era “lady Chatterley”? Chi è stato “l’amante di lady Chatterley”? Davvero Angelo Ravagli, sangue romagnolo accasato a Spotorno?

Lo scrittore Alberto Bevilacqua soggiornò e volle conoscere i luoghi e il teorico superstite di quella vicenda, dandone una lettura a sfondo in un suo libro, che non mi sento di condividere. Al di là delle passioni umane, a mio avviso Frieda è stata molto di più, una autentica Musa antica, nel senso antico e rinascimentale del termine, e anche ottocentesco e pre-raffaellita: una Musa incarnata in un corpo e una mente affascinanti, dentro una storia tutta novecentesca.

Sappiamo che altre località della Penisola rivendicano, con qualche titolo, lo stesso privilegio, grazie a personaggi maschili incontrati da Frieda nella sua movimentata vita amorosa.

A noi piace pensare che tutto sia avvenuto qui, fra una villa al mare e una sulla collina, tra un ballo e una cena sulla spiaggia, con il lento trascorrere del tempo di quell’epoca, che oggi sembrerebbe un film visto con il rallentatore di immagini.

Ecco, al di là della contingenza, legata ai fatti ed ai luoghi, Frieda Von Richtofen è stata la Musa di David Herbert Lawrence, per tutta la vita: a partire dal colpo di fulmine, scintilla scoccata in occasione della loro conoscenza, che induce lei a lasciare un marito ricco ed affermato per uno scrittore squattrinato e con idee quasi sovversive, in un rapporto deteriorato e sempre conflittuale con le figlie.

Sono convinto che Lawrence sia diventato un antesignano e un precursore, del pensiero e della libertà, perché al suo fianco c’era Frieda. Il poeta e la Musa, molto più che l’artista e la modella o lo scrittore e la sua compagna e moglie.

E Spotorno ha eternato il loro ricordo con un vino e una etichetta, dedicati a lady Chatterley, un’altra storia che abbiamo già raccontato il 21 marzo scorso: https://trucioli.it/2024/03/21/le-uve-di-riccardo-sancio-nella-cappellania-di-spotorno-il-vino-di-lady-chatterley-lawrence-e-frieda/

Ezio Marinoni

Note

(1).L’articolo 1 del R.D.L. n. 1 del 2 gennaio 1927, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 7 del 11/1/1927) istituisce nuovamente la Provincia di Savona, nella quale dove confluiscono 87 Comuni in precedenza sotto l’amministrazione provinciale genovese; a quest’ultima viene assegnato il Comune di Cogoleto. Il primo prefetto è Lorenzo La Via. In seguito, l’unione di alcuni comuni montani ne fa scendere il numero agli attuali 69, con una superficie territoriale di circa 1.545 km².

  1. “Siccardini”, era il nome dato a Spotorno alle albicocche di Valleggia coltivate in loco, forse dovuto alla famiglia Siccardi qui residente, acquirente dei possedimenti dei Marchesi Serra, nella omonima zona.

3.A Spotorno erano attive tre cave con fornaci di calce. Il toponimo sopravvissuto di “Fornaci” individua ancora l’area interessata, la ferita nella montagna è testimonianza di quell’epoca.

4.La ferrovia arriva a Spotorno nel 1872, con il binario che corre sul litorale; la linea sarà elettrificata nel 1931 e spostata a monte nel 1977


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Ezio Marinoni

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