Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Grazie Noli!


Ormai la mia attività di ricercatore si riduce a fare il ”peer reviewer”: mi mandano dei lavori e devo dare un giudizio motivato, due paginette, relative alla loro pubblicazione. Non avete idea di quanti soldi mi stia facendo.

di Massimo Germano

Mia moglie, fedele e attenta compagna della mia vita, mi chiede perchè perdo il mio tempo così. Per curiosità. Nella mia vita ho vissuto il radicale cambiamento da una ricerca scientifica ”curiosity driven”, motivata dalla curiosità, ad una scienza ”problem solver”, impegnata in prima persona a ridurre il prezzo del pane. Per irriducibili curiosi come me la vita di ricercatore non è stata facile, soprattutto in Italia. Grazie a Dio il mondo è grande, e sono riuscito a soddisfare le mie curiosità all’estero.

Ho vissuto alle spalle del contribuente Italiano insegnando, alle spalle del contribuente Americano, Francese, Inglese, Svizzero, Olandese per quello che riguarda la mia ricerca, e ringrazio tutti di cuore.
Come per il mio matrimonio, vedi Trucioli, numero 16 anno XII, anche qui Noli ha le sue colpe. A Noli la curiosità si offriva sotto mille aspetti, a Torino si sfogava sui libri, non era la stessa cosa. Spettacolare fornitrice di curiosità la salita al Semaforo, una delle più belle passeggiate della Liguria.

Ricordo il giorno che sollevando una pietra venne alla luce una piccola famiglia di scorpioni, i figli che scappavano di qua e di là, la madre che inarcava la coda velenosa. Fu mio nonno che fermò la mia mano che impugnava la pietra scorpionicida: ”Non uccidere”, mi disse, ”osserva”, e ci ritirammo in disparte, a vedere la madre che affannata recuperava la sua prole e che cercava di ricostruire il nido distrutto. Fu a Noli che scoprii l’infinito. A Leopardi bastarono una ”siepe” ed un ”ermo colle” per risvegliare questo sentimento in una poesia che forse è la più profonda e la più bella della letteratura di tutti i tempi.

Il mio ”ermo colle” da bambino fu Capo Noli. La rivelazione dell’infinito avvenne un pomeriggio d’inverno, al Semaforo, nella solita passeggiata pomeridiana con mio nonno e i suoi tre amici. Ricordo tra loro in particolare il Dottor Costamora, ex-farmacista, figlio del Costamora poeta cantore della tragedia del Transylvania e ricordato sempre su Trucioli, numero 95 del 13 ottobre 2016, dal Comandante Carlo Gambetta.

Quattro anziani e un bambino al seguito. Arrivati in vetta, mentre loro ripigliavano fiato, io attaccavo: cosa c’`e oltre quei monti? Ridendo mi dicevano: altri monti. Bonariamente interveniva mio nonno, c’è Finale, poi Sanremo, poi Ventimiglia ….. Io insistevo: e dopo Ventimiglia che città c’è? Mi prendevano in giro, rispondevano: Trentamiglia, Quarantamiglia …., mi facevano morire di rabbia.
Ma quel giorno restammo tutti muti. Lontanissime sul mare si stagliavano misteriose delle cime innevate. Intervenne mio nonno: E’ la Corsica, la si vede solo in condizioni di tempo particolari. Fu un’emozione grande, ancora precisa nella mia mente dopo tanti anni, davanti a me s’era aperto il mondo.
Noli fu la colpevole delle mia pervicace, ostinata curiosità che mi fece perdere contratti di ricerca lautamente pagati, occasioni d’oro, e mi costrinse a girare il mondo e a provare come tanti altri ”come sa di sale lo pane altrui”.
Grazie, Noli.
Massimo Germano


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M. Germano

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