Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Trucioli.it: pausa agostana, torna a settembre. 1/Alpi Liguri attenti ai lupi, ora attaccano l’uomo. 2/Pietra e Val Maremola, il ‘caso Cassazione’. 3/Borghetto S. Spirito senza Teresa. Lutto nella famiglia del K609: 12 fratelli e sorelle. 4/In Riviera dove imperversa il ‘clan di frutta e verdura’


Ai lettori-navigatori. Con agosto pausa di trucioli.it che torna in rete a settembre. Con l’occasione proponiamo quattro ‘novità’ di cronaca.

AUGURI DI BUON FERRAGOSTO

DEL COMITATO AMICI DEL SAN PAOLO DI SAVONA

Cari soci e sostenitori, il direttivo del Comitato amici dell’ospedale San Paolo augura a tutti i migliori auguri di ferragosto e di festa religiosa dell’Assunta.

Sono ormai sette anni che seguiamo i problemi della sanità nel nostro ospedale.

Gli articoli (allegati) parlano da soli su come è peggiorato il quadro generale e non lasciano intravvedere una soluzione a breve termine.

Possiamo affermare che sette anni fa le cose andavano meglio di oggi.

E questo nonostante un consistente numero di acquisizioni promosse negli anni dal comitato.

Oggi non è certamente il momento di fare una analisi sul perchè siamo arrivati a questo punto.

In numerosi convegni abbiamo presentato la nostra lettura. Entro l’anno il direttivo indirà una assemblea per ottemperare alle norme statutarie. Auguri di buona salute a voi e alle vostre famiglie. Il Presidente Giampiero Storti

ALPI LIGURI- ORA I LUPI ATTACCANO PECORE E L’UOMO IN PIENO GIORNO. E A MONESI  DI MENDATICA NELLA NOTTE TRA VENERDI E SABATO 11-12 AGOSTO AGGREDITI E UCCISI DUE VITELLI. 

ULTIMA ORA – Abbiamo notizie che la notte scorsa un vaccaro di Mendatica ha perso due vitelli che sono stati aggrediti da lupi mentre pascolavano proprio sopra l’abitato di Monesino.

Negli annali della preistoria della Liguria c’è la presenza dei lupi. Ma ai nostri giorni stanno ormai creando preoccupazione e danni soprattutto tra gli ultimi eroici pastori transumanti sulle Alpi. E rischi per gli escursionisti? Le cronache quotidiane ne sono una testimonianza.

Nei giorni scorsi una testimonianza davvero allarmante raccolta da Trucioli.it. L’aiutante di Nevio Balbis, popolare pastore imperiese- sanremasco, è stato protagonista di un episodio che non ha precedenti almeno sulle nostre montagne. Pascolava il gregge nei prati e boschi in territorio di Molini di Triora. Stava consumando il pranzo al sacco quando si è reso conto che una pecora era finita preda di un lupo. L’uomo, magrebino, si è alzato per allontanare  l’aggressore. Per nulla spaventato l’animale gli è andato incontro, più inferocito che mai. Pochi dubbi sull’aggressività e il pericolo incombente. Temendo il peggio, al garzone che nella pausa si era tolto gli scarponi, non è rimasto che mettersi in salvo salendo su una pianta di nocciolo. Da qui via cellulare ha raggiunto Nevio. “Un lupo mi ha assalito…ha mangiato il mio pane…ho paura….”. Lieto fine per fortuna, ma anche stato di allarme, con passaparola, tra i pastori delle montagne liguri e cuneesi.

Per Nevio Balbis la presenza di lupi e la loro pericolosità non rappresenta un fatto nuovo. Nel settembre 2022 Trucioli.it aveva descritto i danni che aveva già subito. Oltre venti pecore uccise da lupi in 5 mesi e gli indennizzi ritardavano….

Altre recenti segnalazioni di pericolo per il gregge, ad opera di lupi, arrivano da Aldo Lo Manto tra gli storici pastori liguri transumanti con oltre mille capi ovini e caprini. “Ho due greggi di pecore e capre. Uno nel territorio di Triora, al Becca Rosso, l’altro alle Navette, area di Briga Alta. Negli ultimi tempi ci sono stati ripetuti attacchi agli animali, ma per fortuna la presenza di cani maremmani ha scongiurato il peggio. Non si dormono più sonni tranquilli. Siamo molto preoccupati e sempre in stato di allerta. Con me, c’è mio figlio Vincenzo di 19 anni ed un paio di garzoni…Non è un bel vivere, già alle prese con tanti sacrifici.Tutti a parole ci ammirano, elogi a non finire anche sui social, nei fatti combattiamo pure con la burocrazia. Ci ritroviamo dimenticati e possiamo contare solo sulle nostre forze. I nostri politici in Regione e al parlamento? Non fatemi parlare…”.

COSA ACCADE IN ALTRE REGIONI. Scrive Franco Zunino, savonese, segretario generale di AIW. “Continuano le aggressioni o i tentativi di aggressione all’uomo da parte di lupi ed orsi, dalle spiagge abruzzesi, al Cilento, al Trentino. Cose che da cento anni non si sentivano più dire, e che anzi si narravano come favole del passato, che poi, alla luce dei fatti dei nostri giorni, è il caso di andare a rivedere e di riscrivere. Soprattutto riviste dovrebbero essere quelle note che per anni hanno riempito le pagine nei manuali del “perfetto naturalista”, dove i predatori erano sempre descritti come buoni e gentili, solo nemici e pericolosi per le specie di erbivori, equilibratori di un sistema biologico retto da regole quasi matematiche che non è mai esistito se non nella loro pagine!”

SULLE ALPI CUNEESI I CARTELLI DI REGIONE PIEMONTE: ATTENTI AL CANE!

2/PIETRA LIGURE E VAL MAREMOLA. SENTENZA DELLA CASSAZIONE PER MANCATA DEPURAZIONE. IL ‘CASO ALBENGA’. MARIO CARRARA COMMENTA

Riceviamo da Mario Carrara capogruppo consiliare di minoranza- “Questa sentenza è solo l’ultima di una serie ininterrotta della Corte di Cassazione che stabilisce e riconferma che se non c’è la depurazione NON SE NE DEVONO PAGARE i costi nella bolletta dell’acqua.
Infatti, anche seguendo un ragionamento elementare: perché si dovrebbero pagare i costi a corrispettivo di un servizio che non viene dato e che è inesistente?
Queste sentenze si uniformano alla “sentenza-madre” della Corte Costituzionale che stabiliva questo principio già nel 2008. È esattamente quello che, per Pietra Ligure e la Valmaremola, sosteniamo noi in Consiglio, nelle asseblee e sugli organi d’informazione da alcuni anni.
Ma che il Sindaco De Vincenzi,  in Consiglio comunale, ha osteggiato dicendo che non era vero e che noi facevamo solo delle provocazioni e facile propaganda, illudendo e confondendo la gente.  Sostenendo lui le stesse tesi di Servizi Ambientali per cui si deve pagare sempre e comunque.
Quello che è inquietante è che le società gerenti i servizi idrici, pur conoscendo bene le situazioni locali dove la depurazione non viene effettuata per mancanza dei collegamenti dei territori coi depuratori o per l’inadeguatezza della capacità degli stessi depuratori a “depurare”, esse siano andate avanti per anni, imperterrite, e tuttora lo stiano facendo, a richiedere soldi nelle bollette per un servizio che esse stesse sanno benissimo che non prestano. Infischiandosene altamente del fatto che tutta una giurisprudenza, fin dal 2008, stabilisca a chiare lettere l’illegittimità di un comportamento del genere ed il diritto dei cittadini utenti a NON pagare o, se l’avessero fatto, ad essere rimborsati.
Passata l’estate faremo un’assemblea nella quale chiunque voglia farsi rimborsare le quote di depurazione pagate in DIECI anni indebitamente, può iniziare l’azione di recupero. Chi ne ha interesse raccolga tutte le bollette fino a 2013 e , calcolando che circa un terzo del totale delle stesse corrisponde alle quote della depurazione non dovuta, veda quali cifre potrebbe richiedere in rimborso. Ci faremo assistere dai legali specializzati di chi tutela i consumatori in questo settore idrico.
Fa specie che il Sindaco di Albenga Tomatis, una volta tanto che c’è una sentenza inequivocabilmente a favore dei suoi cittadini, eviti di commentarla: dovrebbe essere il primo a gioirne. Tuttavia, prendiamo atto che, da sua dichiarazione, almeno, ad Albenga, dal 2017,  le quote della depurazione (che non c’è) sono state tolte dalle bollette.
Invece, a Pietra Ligure, città amministrata da De Vincenzi, la depurazione, nonostante non esista per il 70% del suo territorio, si continua pagare da sempre nelle bollette: anche oggi. Ma lo stesso De Vincenzi, come detto, in Consiglio ha sostenuto la legittimità delle bollette “caricate” della depurazione.
Atteggiamento contraddittorio perché ogni tanto si lamenta pubblicamente e minaccia azioni legali per il fatto che non siano ancora stati fatti i collegamenti del territorio col depuratore di Borghetto, ammettendo, quindi, implicitamente come la depurazione non possa esserci per l’inesistenza delle strutture di collegamento con il depuratore. Ora la parola non è più di Sindaci pusillanimi, ma dei cittadini e dei loro avvocati. Lo vedremo prossimamente. (Mario Carrara)
3/BORGHETTO S.SPIRITO senza Teresa. Lutto nella famiglia del K609: 12 fratelli e sorelle, 30 nipoti e pronipoti.
Le due generazioni della famiglia Lammardo con alcuni congiunti negli anni ’90 (foto archivio Trucioli.it)
Teresa Lammardo, già contitolare del K609, si è spenta a 91 anni (foto SavonaNews)

Borghetto S. Spirito. Teresa “Teresina” Lammardo, 91 anni, già contitolare del ristorante pizzeria K609 di Borghetto S. Spirito (aperto nel 1965 sull’Aurelia di levante e che ha conosciuto gli anni d’oro del turismo) ha lasciato la vita terrena e i suoi cari circondata da affetto, stima e riconoscenza. Lascia nel lutto tre sorelle e quattro fratelli, una trentina di nipoti e pronipoti.

Una operosa famiglia originaria di Sala Consilina (Salerno). I genitori, Angela Lo Bosco e Antonio Lammardo, hanno cresciuto ed educato, con rigorosi e sani principi, mettendoli all’onore del mondo, 8 figli e 4 figlie. Inizialmente emigrati a Varazze dove hanno gestito un albergo-ristorante. E 58 anni fa il trasferimento a Borghetto S. Spirito nei nuovi locali ancora oggi all’insegna K609 e ora affidato alla gestione del nipote Gianluca.

Teresa straordinario esempio di vita: lavoro, sacrifici, abnegazione,  tanto amore per i genitori che ha assistito nella loro vecchiaia con i carissimi fratelli e sorelle. La sua fede l’ha sorretta nella rettitudine e nella professionalità di esercente. Nella forza di unità e coesione della numerosa famiglia. La sua mansione era soprattutto quella di stare alla cassa, ma sapeva occuparsi di ogni cosa. Un occhio e uno scrupolo che non tralasciavano nulla,  capace di superare le avversità e i momenti più difficili. Non aveva orari, né giorni di festa. Ferie e viaggi un’eccezione. Negli anni del boom si tirava tardi fino a notte fonda: 3, 4 del mattino. Il K609, grazie alle capacità e intraprendenza dei Lammardo, era tra i ristoranti più frequentati ed apprezzati della Riviera ponentina, meta culinaria prediletta dal popolo della notte che trascorreva le serate nelle sale da ballo (a Loano il Saitta e il Cabana, a Pietra Ligure Il Flora, a Finale Ligure Il Boncardo). Ma anche punto di ritrovo di esponenti della politica locale. Immancabili apprezzamenti dai turisti vacanzieri dell’estate e della stagione invernale con la ‘terza età’. Non mancavano le famiglie fidelizzate da un rapporto di amicizia e fiducia. Un’affezionata clientela che pochi altri locali pubblici potevano vantare.

Come dimenticare Teresa, il suo sorriso luminoso ha rimarcato il celebrante durante la Messa funebre. Donna affabile, rigorosa con se stessa, premurosa e sempre attenta verso il cliente al quale non mancava mai di chiedere se era rimasto soddisfatto e gioiva ai complimenti. Si preoccupava se qualcosa era andato storto come può accadere nel lavoro e ne teneva conto al momento di fare lo scontrino.

Borghetto S.Spirito che negli anni ’60 poteva fregiarsi di Ferrer ristoratore la cui nomea varcava i confini della Liguria. Poi gli anni della Pizzeria Stube, di Augusto Enrico, che riscuoteva un successo strepitoso. Mentre il K609 con la sua tradizionale ristorazione ligure-campana, all’insegna della genuinità e del piatto preparato al momento, aveva una marcia in più, ricco del ruolo di una famiglia semplice ed unita che ha resistito nel tempo e alle ‘mode’. Poteva persino esibire, tra gli ospiti, personaggi dello spettacolo e della Tv. Mike Bongiorno, Roberto Vecchioni, Edoardo Bennato, la Pfm, J-Ax, il calciatore campione del mondo Massimiliano Oddo. E tanti altri.

K609 punto di riferimento di una clientela medio-alta sempre più rara nel turismo savonese dei nostri giorni. Un team composto esclusivamente dalla famiglia Lammardo. Con giovani e meno giovani. Affetto e rispetto. C’era chi stava al forno per squisite pizze e focacce gustose. Chi si faceva onore ai fornelli con l’aiuto dell’anziana mamma. Affrontava il sudore e i disagi del caldo. Poi l”affidamento alla terza generazione fino al 2006. Tre nipoti: Gianluca Cirini, Michele Lammardo, Alessandro Curto. E da qualche anno al timone è rimasto, dicevamo, solo il bravo Gianluca.

Sono cambiati i tempi, la clientela soprattutto, il turismo di massa sempre più diffuso con tutte le conseguenze. Il popolo delle seconde case non è più quello della prima generazione. La concorrenza tra ristoratori e piazzaioli si è fatta serrata. Chi ‘tira tardi’ e frequenta discoteche ha altre abitudini e stili di vita, c’è meno disponibilità di spesa. C’è ressa nei fine settimana d’estate e ponti festivi. Sono momenti difficili quasi per tutti. Le spese per l’esercente pesano, gli incassi preoccupano, il personale dipendente non è più del vecchio stampo.

La Lammardo story è  rimasta senz’altro unica nel nostro ponente e forse in Liguria. Meriterebbe un libro. Solo uno dei figli non lavorava in famiglia, emigrato a New York. E quando tornava, raramente, era una grande festa da incorniciare. E quanta nostalgia per chi riavvolge la ‘pellicola’ di un dolce passato che non torna. (L.Cor.)

ARTICOLO DEL SECOLO XIX DEL 23 DICEMBRE  1988

A FIRMA DI LUCIANO CORRADO

4/ESTATE- IMPERVERSANO GLI ABUSIVI (UN TEMPO SOLO MELONARI) CHE VENDONO FRUTTA E VERDURA. C’E’ LO ZAMPINO DI CLAN DELLA CAMORRA CHE CONTROLLANO IL BUSINESS ILLEGALE DAL SUD AL NORD ITALIA

Un’immagine d’archivio Trucioli.it da Ceriale

Altra estate con la piaga dell’abusivismo commerciale. Imperversano in Riviera e nei paesi dell’entroterra i ‘camioncini’ dotati anche di altoparlante. Si vende frutta e verdura. Non solo meloni e angurie. Ormai si è passati a pomodori, pesche, albicocche, melanzane, peperoni, aglio, cipolle. In alcuni mesi arance e mandarini, pompelmi. Prodotti di stagione e non. Perlopiù giovani venditori improvvisati (?), sprovvisti di licenza e di autorizzazione sanitaria, avulsi agli scontrini fiscali. Si smercia ogni giorno quintali di prodotti. Ad ascoltare la loro  ‘promozione’, oltre alla convenienza dei prezzi, si tratta di merce delle campagne napoletane e a volte dalla Sicilia. O invece fanno provviste dai mercati generali di Milano e Genova che riforniscono del resto i grossisti di provincia e di conseguenza negozi ed ambulanti in regola che operano nelle nostre città. Il comparto frutta e verdura, negli ultimi anni, ha conosciuto un’esplosione di licenze e nuove aperture, alcune anche ad opera di extra comunitari. Un settore che a quanto pare non subisce la ‘sopraffazione’ di supermercati e discount sempre più numerosi.

Una delle centrali del ‘clan’ opera a Ceriale con postazione fissa sull’Aurelia di levante, nel parcheggio antistante un’agenzia di banca San Paolo. Gli altri si spostano dalle città all’entroterra.

Non si nascondono, una sfida alle forze dell’ordine, ai sindaci, assessori, consiglieri comunali che dovrebbero tutelare il commercio legale. In passato, raramente, si è letto di sequestri operati dalla Polizia locale che a quanto pare resta l’unico corpo in divisa a perseguire, ma evidentemente senza un deterrente efficace. Il sequestro di merce e automezzi comportano un impegno non comune. E l’azione di più agenti. Lo Stato è  concretamente latitante e l’illegalità prospera, non ha bisogno di nascondersi. C’è di mezzo anche l’igiene a garanzia del consumatore e l’evasione fiscale. Obblighi fatti opportunamente rispettare ai commercianti dei negozi ed ambulanti dei mercati settimanali e delle fiere.

Inchieste giornalistiche messe in onda da TV nazionali (Rai 3 in particolare, non i TGR Liguria) hanno documentato come dietro ai ‘melonari’ operi la camorra che fornisce ed impone il ‘pizzo’ o ‘propri prodotti’ (?). In molti casi provvede, con prestanome, a mettere a disposizione gli automezzi utilizzati dagli ultimi della catena. Che spiegazione  dare alla diffusa impunità e tolleranza fuori dai confini della Campania e sulla Riviera dove la presenza di una massa turisti (seconde case) incrementa il commercio illecito. Quale dovrebbe essere il ruolo del prefetto e del questore? E i sindaci ? E  i rappresentanti politici delle istituzioni ? Chi ha il dovere di intervenire e dimostrare che la legge è uguale per tutti. Non giova neppure, sia detto, il silenzio degli organi di stampa, i mass media locali che ‘ignorano’ e tacciono la presenza camorristica. La penetrazione dei ‘melonari’ non suscita allarme, non pone interrogativi, lascia indifferenti o rassegnati. E quando sarà ristabilita la legalità sarà una bella notizia!

NOTIZIE IN BREVE DAL MUNICIPIO DI ALASSIO-

5 mila euro  per il servizio di custodia e ricovero dei cani randagi ritrovati sul territorio del Comune di Alassio ed affidati  al canile municipale di Albenga.

29.314€ per restituzione a saldo del contributo di costruzione alla società Efferre Immobiliare di Roberta Franchi e C SAS per la costruzione di nuovo fabbricato in frazione Solva località Cavia mai realizzato. Pervenuta richiesta di restituzione il 11-7-2019.

22.315€ per restituzione contributo di costruzione alla società Lira Srl per la ristrutturazione dell’ex hotel Ideale sulla variante finale dei lavori che comporta una variazione alla convenzione iniziale del 7-3-2019 con la costruzione al piano rialzato e primo piano di n.1 unità ad uso uffici e n.2 unità con destinazione prima casa.

17.500 euro per manutenzione straordinaria sull’impianto sollevatore sito nella Stazione dei Carabinieri di Alassio alla ditta Elevatori Liguria Genova.

2.500€ per la seconda trance di contributo (5.000€ annui dlg n.96 del 29-3-2023) alla Parrocchia Antica Collegiata S.Ambrogio per la messa a disposizione di spazi parrocchiali per lo svolgimento di attività a sostegno di Associazioni religiose che operano a favore del mondo giovanile.

10.210€ per indizione della gara per l’affidamento dei servizi educativi estivi per minori, fondo innovazione e incentivi attività. Base di gara 611.063€ oltre Iva per tre anni dal 2023 al 2026.

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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