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Liguria e Basso Piemonte

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Savona. Proposta: aprire il confronto nel centro sinistra. 2/Vado Ligure: ambiente e sviluppo


Aprire un confronto nel centro sinistra a Savona e a livello nazionale. E’ quanto propone l’Associazione ‘Il Rosso non è il Nero’. 2/Vado Ligure: ambiente e sviluppo. La ‘questione ambientale’.

ASSOCIAZIONE “IL ROSSO NON E’ IL NERO”:

APRIRE IL CONFRONTO NEL CENTRO SINISTRA A SAVONA E A LIVELLO NAZIONALE

La complessità della situazione politica, sia sul piano internazionale che interno e la necessità di affrontare le insorgenze economiche e sociali emergenti dal nostro territorio impongono l’apertura di un’ampia riflessione con l’obiettivo di rinsaldare la capacità di elaborazione e di intervento dell’insieme di forze politiche e culturali che possono concorrere a comporre un rinnovato schieramento di centro-sinistra.

A questo proposito il rafforzamento di una capacità d’esercizio di un compito di costruzione/ricostruzione di cultura politica appare il primo impegno cui la nostra Associazione è chiamata ad assolvere.

In secondo luogo è necessario che il confronto aperto nel quale pensiamo sia necessario impegnarsi deve avere come base il lavoro svolto nel 2021 delle elezioni amministrative di Savona: occasione nella quale fu possibile sconfiggere la destra e aprire una pagina nuova nel governo della Città.

Nei prossimi 2 anni avremo di fronte scadenze elettorali di fondamentale importanze a livello europeo (2024) e regionale (2025) al riguardo delle quali, pur in una realtà periferica come quella savonese, sarà necessario cercare di fornire il massimo contributo possibile a far avanzare a tutti i livelli le forze rappresentative dell’insieme del fronte democratico – progressista.

Le elezioni europee si presentano con la particolarità di un tipo di competizione nella quale l’obiettivo prioritario deve essere rappresentato dalla possibilità di arrestare l’ondata di destra. Un esito positivo della scadenza elettorale europea appare in questo momento obiettivo arduo e problematico da conseguire.

E’ necessario però essere pienamente consapevoli dell’impatto decisivo che avrà il risultato elettorale delle Europee 2024 sia sulla situazione politica interna sia sul piano europeo. E’ questo un primo punto sul quale sollecitare alle forze politiche il massimo d’attenzione. Alle forze politiche dovrebbe essere richiesto un atto di generosità . Il dato della quantità non risulterà però essere sufficiente senza un”rafforzamento di rappresentanza” su almeno 3 terreni:

a) quello della presenza di istanze pacifiste in particolare legate al forte impegno

proveniente dal campo cattolico come questo si è autorevolmente espresso;

b) quello di una presenza di ispirazione socialista legata soprattutto all’analisi dei temi del lavoro e della disuguaglianza;

c) quello di una forte espressione dell’impegno sul tema costituzionale nell’affermazione della difesa della democrazia repubblicana.

Sul piano europeo e dell’insieme del complicato sistema di relazioni internazionali deve essere fortemente sottolineato il tema della pace in Ucraina e negli altri scenari bellici, scongiurando il concreto pericolo nucleare; occorre esprimere una capacità di analizzare al meglio il tentativo di far coincidere NATO /UE e di spostare l’asse di riferimento dell’Unione ad Est che i paesi delle democrazie illiberali (modello dell’esecutivo attualmente in carica) vorrebbero attuare nella funzione di avamposto nel quadro di una ricostituzione della logica dei blocchi.

In ambito locale va sviluppata una azione posta prioritariamente sullo sviluppo di istanze progettuali attorno ai nodi più delicati del lavoro, delle disuguaglianze, della difesa del territorio, delle infrastrutture connettendosi egualmente con una prospettiva di costruzione di schieramento largo dalle radici affondate nella rappresentanza delle contraddizioni reali misurate concretamente e non valutate in astratto a seconda di conservativi spunti di appartenenza.

Questo insieme di tematiche rappresentano – almeno a nostro giudizio – lo spunto per una franca discussione che intendiamo sviluppare nelle prossime settimane con tutti i soggetti disponibili per arrivare a realizzare un momento di iniziativa comune facendo così registrare un’adeguata capacità di proposta progettuale insieme a una forte presenza come espressione di un ampio quadro di presenze politiche e culturali opposte alla destra nella costruzione di una chiara alternativa.

L’associazione “Il Rosso non è il Nero”

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 Continua a tormentare Vado Ligure la “questione ambientale”: dopo le vicende, annose e drammatiche, della Centrale (prima Enel e poi Tirreno Power) adesso il tema riguarda la proposta di trasferire a Vado (dalla sede originaria di Prà) la sede di costruzione dei cassoni necessari per la diga foranea di Genova. Inoltre nei comuni di Vado e Bergeggi è in predicato la costruzione di un deposito di GNL (gas naturale liquefatto): altra opera che presenta aspetti fortemente problematici dal punto di vista ambientale.

Ciò nonostante la Regione Liguria non ha fin qui presentato domanda di assoggettabilità delle opere alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

In sostanza continuano a sorgere:

a) problemi squisitamente legati alla difesa delle salute delle persone;

b) all’impatto sul territorio;

c) problemi di democrazia, la popolazione della zona fin’ora non è stata ancora minimamente informata;

d)problemi (da tempo sollevati) di completamento infrastrutturale dell’area interessata alla costruzione (che coincide con quella della piattaforma portuale);

e) problemi legati alle prospettive di sviluppo

Da qualche parte, infatti, si è parlato di utilizzo delle maestranze della SANAC per l’opera di costruzione dei cassoni. Deve essere ricordato come (a parte il tema delle professionalità necessarie) come in questo modo non si affronterebbe il problema della perdita secca di un’azienda (che evidentemente viene data per perduta) legata al ciclo nazionale della siderurgia, a dimostrazione dell’ennesimo caso di miopia nella visione di un possibile sviluppo dell’area vadese e di quella centrale ligure.

Da considerare naturalmente la precarietà dell’ operazione ( la durata della costruzione dei cassoni è prevista per circa 3 anni).

Sarà il caso allora di riflettere al meglio valutando una situazione che ormai da troppo tempo (considerata anche la situazione di inefficacia dimostrata da Invitalia nel caso dell’area industriale di crisi complessa) appare come di stallo e di assenza di iniziative concrete poste sul terreno – decisivo- delle presenze produttive sul territorio, del completamento infrastrutturale, della salute dei cittadini.

Franco Astengo “Il Rosso non è il Nero”

 


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F.Astengo

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