Giada di Noli frequenta il terzo anno del Liceo Classico (indirizzo di lingue straniere). Ha scritto un tema di ‘educazione civica’ che merita di essere letto e che dovrebbe far riflettere tutti noi. Un auspicio, una lezione di vita.
Noli finora silente ed ingrata? Non è questione di tifare ma di educare. E di informare senza bavaglio. Cosa abbiamo insegnato ai nostri giovani, ai cittadini del domani? La maggioranza dei nolesi pare sia incline purtroppo a mettere la testa sotto la sabbia. Intanto leggiamo cosa testimonia una giudiziosa e studiosa studentessa. Trucioli ringrazia nella certezza che il seme germoglia per un domani di giustizia e progresso. La speranza sta nel risveglio nei nostri giovani. La riscossa degli onesti.
IL TEMA – Il principio della legalità è di massima importanza ed è citato anche nella nostra Costituzione e rappresenta una conquista sociale, regolando i rapporti tra le persone. Tale principio ammette che il potere venga esercitato in modo discrezionale, ma non in modo arbitrario, rispettando tutti i regolamenti sull’ordine.
La legalità non è solo una parola, ma un’assunzione di consapevolezza su cui bisogna basare la nostra vita; legalità è rispettare la legge che regola i diritti e doveri dei cittadini, le regole di convivenza e di comportamento per essere cittadini responsabili delle proprie azioni nelle piccole cose della propria vita quotidiana.
La famiglia, la scuola e gli ambienti sportivi sono realtà fondamentali per educare alla legalità, per insegnare il valore delle regole, l’importanza dei diritti e dei doveri e l’assunzione di responsabilità verso la collettività.
Sentire in casa ripetere l’importanza di rispettare le regole, di essere corretti a volte mi suona noioso, “roba che piace al nonno” che discute spesso e animatamente di politica con mia mamma. Mio nonno è stato Sindaco del Comune di Noli ed è molto serio e rigido quando si parla di onestà, di impegno e di rispetto davanti a un mondo dove trionfa la furbizia e la disonestà sotto l’apparenza delle leggi uguali per tutti. Grazie a questa sua esperienza, mio nonno ha cresciuto i
suoi figli, tra cui mia madre, con la consapevolezza che essere delle persone oneste e rispettose fa star bene e permette di avere sempre lo sguardo alto.
Quando mia madre è stata consigliere di minoranza, sempre a Noli, credo di non aver passato un giorno senza sentirla parlare di illegalità. La vedevo studiare diritto perché voleva capire come la legge poteva aiutarla ad affrontare queste azioni compiute contro l’interesse pubblico, me la ricordo esultare quando l’anticorruzione aveva accolto tutte le sue osservazioni ed era riuscita a fermare un affare illegale. L’ho ammirata per il suo spiccato senso civico e della giustizia e mi sono stupita e vergognata di come invece la gente del paese l’abbia considerata come quella che denuncia e ostacola. Questo può essere considerato come un esempio che dimostra che se non si hanno saldi principi di educazione familiare è facile non maturare il senso della legalità e sentirsi cittadini.
La scuola, dopo la famiglia, è la palestra più importante per educare noi giovani alla legalità e allontanarci da modelli di vita semplicistici, globalizzati. La scuola deve rappresentare un luogo di esercizio del dubbio, della capacità di mettersi in discussione, un luogo dove si è messi in condizione di poter sbagliare, ammettere gli errori e poterli correggere.
Il Miur afferma che “L’educazione alla democrazia e alla legalità rende gli studenti e le studentesse protagonisti e, cioè, capaci di esercitare i propri diritti-doveri di cittadinanza. Essi si esplicano nel rispetto delle regole e nella partecipazione alla vita civile, sociale, politica ed economica”.
Noi studenti a volte siamo troppo attratti dallo studiare finalizzato al voto alto, che sia riconosciuto il nostro merito per aver svolto bene il compito, la regola. L’importanza della scuola invece non sta solo nel formare dei “bravi studenti”, professionisti, ma, prima di tutto, dei cittadini attivi e capaci di essere critici, che pensano e agiscono nel rispetto delle persone e delle loro idee. Noi siamo fortunati perché viviamo in un contesto sociale “civile” ma esistono molte realtà difficili dove il compito della scuola diventa quello di combattere forme di potere che degenerano nell’illegalità, nel nazionalismo, nel razzismo, negli atteggiamenti mafiosi.
Il principio della legalità si costruisce anche negli ambienti sportivo: lo sport, come la Costituzione si fonda su regole accettate da tutti, su un confronto leale e il riconoscimento di chi è davvero il più bravo. L’attività sportiva è uno strumento per avvicinare e per conoscere il mondo delle regole, per formare una coscienza civile, che insegna a diventare persone che rispettano il ruolo di tutti, capaci di collaborare per un obiettivo comune. È dal rispetto delle regole che nasce la condizione di parità, è attraverso un rapporto tra pari che si afferma la democrazia.
Famiglia, scuola, sport ci insegnano che agire con legalità significa agire rispettando le leggi, che la legalità è il presupposto per la convivenza umana, perché è solo rispettando gli altri che possiamo pretendere che gli altri abbiano rispetto di noi. Se penso a cosa potrebbe accadrebbe se non ci fossero delle norme, delle leggi, se tutti agissero in nome di una presunta libertà, penserei a una confusione totale con probabili gravi conseguenze anche di limitazione della nostra libertà stessa.
Quindi, rispettare la legge è lo strumento migliore per costruire una società più sana, dove tutti possano trovare fiducia, sicurezza e protezione.
Giada
COMMENTO DI UN NONNO, CARLO GAMBETTA
Tema di educazione civica. Con immenso piacere, da nonno, invio questo tema sulla legalità di mia nipote che frequenta il terzo anno del Liceo classico indirizzo lingue straniere. Ne sono orgoglioso.
Se non altro per il coraggio dimostrato nella sua assunzione di “ vergognosa confessione” scritta su un tema di classe sull’educazione civica, su come la mamma è stata valutata dall’elettorato nell’ambito della sua mansione di consigliera di minoranza. Ha dimostrato di avere la schiena dritta, e questo è l’importante.
Lutti cittadini-
Silvia Balduinotti, ved Campobianco ha lasciato gli amici di Noli. Gli stessi che ad esequie avvenute l’hanno salutata sulla passeggiata dei pescatori.
Giuseppina Interdonato in Parolin di anni 91 è mancata al marito Carlo, alla figlia Lorella con i nipoti Gianluca ed Andrea, cognati e parenti. Pina è immigrata dalla Sicilia dopo la fine della guerra a seguito del padre impiegato statale, la madre, tre fratelli. Casalinga, era una persona riservata.
Franco Ganduglia a 66 anni è mancato ai figli Debora, Ylenia ed Alessandro con le rispettive famiglie, la sorella Bruna, parenti. Franco è stato dipendente del Comune di Noli. Appartenente alla mitica famiglia di Voze dei “Massalui”, da poco andato in pensione, era un “personaggio” con tanti, tanti amici, tutti raccolti nella piazza gremita della chiesa di S.Pietro per l’ultimo saluto.