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Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure, Nostra Signora del Soccorso la chiesa più antica del territorio


Il Santuario della Madonna del Soccorso sorge tra i torrenti Maremola e Botassano, a Pietra Ligure. È la chiesa più antica del territorio, la sua storia affonda in un lontano passato; nella primitiva cappella si trovava l’affresco raffigurante la Madonna col Bambino, oggi venerata sull’altare maggiore del Santuario.

di Ezio Marinoni

Fra storia e leggenda, al tempo della dominazione romana esisteva in zona un tempio dedicato a Diana. Dopo l’imperatore Costantino, il tempio di Diana viene trasformato in chiesa cristiana dal vescovo S. Calimero di Milano (1), che vi fa erigere uno dei primi fonti battesimali della regione. Il vescovo di Genova, Diogene (2), nel 390 fa ampliare il sacello, dedicandolo allo Spirito Santo e al Transito della Beata Vergine Maria. In epoca carolingia, la chiesa diventa la pieve per il borgo della Pietra e per gli abitanti della vallata della Maremola.

Da sempre considerata chiesa matrice, cede questo ruolo alla prima chiesa di San Nicolò (la “chiesa vecchia”), sorta nel 885 all’interno del borgo della Pietra (3). Per lungo tempo non si hanno notizie di Nostra Signora del Soccorso, il che fa pensare ad un abbandono o spopolamento temporaneo della zona.

Nella seconda metà del XIV secolo la Società dei Marittimi fa affrescare da un ignoto artista il muro della cappella verso il monte, in cui la figura centrale rappresenta la Madonna col Bambino in braccio, che tiene nella mano destra una tortorella. Ai lati sono dipinti i santi Cosma e Damiano e San Pietro martire, domenicano. In quel periodo si verificano prodigi e fenomeni straordinari, all’interno e all’esterno della cappella: si vedono più volte lumi e luci illuminare, nella tenebra notturna, l’edificio.

La comunità, nel 1548, decide di costruire accanto alla cappella una chiesa più ampia, per accogliervi la taumaturga effige mariana. Il progetto non si realizzerà subito a causa dei passaggi di truppe mercenarie e straniere, e conseguenti carestie, la più famosa delle quali è documentata nel 1570.

Il XVII secolo vede l’inizio di una presenza religiosa costante. La comunità di Pietra Ligure e i Principi Doria di Loano, munifici benefattori, invitano i Frati Minori, ad officiare e a custodire il Santuario. Ai frati viene donato un appezzamento di terreno ad occidente della chiesa, e nell’ottobre del 1606 iniziano la costruzione del loro convento.

Il principe Andrea Doria II, in seguito ad una grazia ottenuta per intercessione della Madonna del Soccorso, fra il 1613 e il 1615 fa apportare modifiche alla chiesa: due cappelle laterali, il coro si trasforma da circolare a rettangolare, il presbiterio viene ampliato con una tribuna per la famiglia Doria.

Il Novecento stravolge la fisionomia del territorio, come in altre parti della Liguria. A partire dal 1955 Pietra Ligure e la zona del Soccorso conoscono un rapido sviluppo edilizio, che muta profondamente il volto della città e ne triplica gli abitanti; per esigenze pastorali, la chiesa diventa parrocchia.

All’interno, l’altare maggiore marmoreo (in gran parte proveniente via mare da Genova) corre su un fronte di circa otto metri: disegnato dall’architetto genovese Porta, viene messo in opera da due capomastri pietresi, come risulta da una epigrafe posta dietro l’altare. I cugini Gherubino Basadone e Giambattista Bosio di Pietra costruirono quest’opera marmorea e l’adornarono di colonne. Anno del Signore 1666.

La pala d’altare, opera settecentesca di G.B. Castello, si ispira all’affresco esistente nella primitiva cappella, è stata restaurata nel 1972.

Al di sopra della pala vi è un’iscrizione rettangolare marmorea, in cui si legge: “Comunitas Petrae, Deiparae Virgini D. D. D.”. La comunità di Pietra alla Vergine, Madre di Dio, donò, dedicò, diede.

Ai lati dell’altare si aprono due portali marmorei, opera del Solaro, che davano accesso al coro dei frati, ora scomparso in seguito ai lavori di ampliamento della chiesa.

Quattro frati minori vivono nella struttura. Fra Girolamo Slawomir Staron, nato nel 1979, appartiene alla Provincia della B. V. M. Immacolata Concezione, in Polonia. Ha professato i voti solenni da frate minore nel 2004, ordinato sacerdote nel 2006; nel 2013 inizia il suo ministero in Italia. Da settembre 2019 è parroco e guardiano della fraternità.

Fra Mario (Mariusz) Stępak nasce il 3 gennaio 1968 a Kanczuga in Polonia, nei Frati Minori dal 1987. Dopo due anni di studi filosofici a Cracovia, è in Italia per 4 anni a completare gli studi teologici nell’Istituto Teologico “San Bernardino” a Verona; ordinato sacerdote nel 1994 in Polonia, due anni dopo ritorna in Italia. Dall’autunno 2019 si trova nella fraternità di Pietra Ligure, come viceparroco.

Fra Italo Maria Palleschi è nato a Monza il 1° febbraio 1936, è nei frati minori della Provincia di S. Carlo Borromeo dal 6 settembre 1973. Nel 1984 ha conseguito il baccalaureato in teologia presso lo Studio teologico dei Frati Minori Cappuccini di Milano; dal 2016 è a Pietra Ligure.

Fra Severian Michał Ślusarz nasce in Polonia il 21 novembre 1988. Nel 2008 entra nell’Ordine dei Frati Minori. Dopo gli studi teologici ad Assisi, con una esperienza di fraternità a Umbertide e Todi, è ordinato sacerdote il 16 giugno 2017 in Polonia; dal settembre 2019 è a Pietra Ligure.

Ezio Marinoni

Note

(1) S. Calimero di Milano (… – Milano, 280), è stato vescovo di Milano dal 270 al 280. È venerato come santo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa. Dopo la sua morte, si costruisce una basilica per onorarlo che, ristrutturata nel corso dei secoli, ospita nella cripta le ossa del santo. Le sue reliquie vengono ritrovate in un pozzo, immerse nell’acqua. Un tempo in occasione della festa del santo, l’acqua del pozzo veniva distribuita ai malati.

(2) Diogene è vescovo di Genova fin dal 381; sia Ambrogio che Virgilio di Tapso affermano che tra i vescovi presenti al concilio di Aquileia del 381 d.C., durante il quale sono condannati i presuli ariani Palladio e Secondiano, si trovasse anche il vescovo di Genova, Diogenes episcopus Genuensis, che si esprime per la condanna di Palladio.

(3) La chiesa madre è l’antica parrocchiale dedicata a San Nicolò, edificata nell’anno 885, riedificata e ingrandita nel 1384 in stile romanico. Nel 1791 è abbandonata, con l’apertura della nuova parrocchiale (l’attuale Basilica di San Nicolò); nel 1796 viene concessa dal “parlamento pietrese” alla Confraternita dei Disciplinanti. Trasformata in auditorium dal 1976, nel 2006 è stata restaurata sia all’interno che all’esterno e destinata di nuovo al culto. Sul suo campanile rintocca ancora oggi la “Campana del Miracolo” del 1525: la campana maggiore sulla quale è visibile l’impronta di una mano, che la tradizione vuole sia quella di San Nicolò; in suo onore, ogni anno, l’8 luglio, si celebra la Festa del Miracolo.


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