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Alassio: e nacque il Corpo dei Vigili Urbani. I miei 35 anni al servizio della comunità con 14 sindaci


Gli anni 50-60 in Alassio sono stati caratterizzati da un forte incremento edilizio accompagnato da  un massiccio sviluppo turistico.

di Tindaro Taranto* 

Il sindaco Marco Melgrati consegna la pergamena al comandante dott. Tindaro Taranto

Sono gli anni in cui la città  cresceva a vista d’occhio. Si era messa alle spalle le tragedie, le sofferenze, le ferite della guerra appena terminata, sviluppando una consistente crescita socio economica e, di conseguenza, un sempre più diffuso benessere di cui beneficiavano fasce sempre più larghe di cittadini. Il turismo alassino, prima quasi esclusivamente d’elite, si stava trasformando in turismo di massa,  pur  continuando la Città a mantenere il proprio prestigio, essendo già conosciuta in Italia ed in Europa come la “Perla della Riviera” .

Di pari passo in Città esplodevano le attività di intrattenimento e commerciali. Per avere un’idea, negli anni 70 – 80, si stima, abbia raggiunto la presenza di circa 2.000 esercizi pubblici e commerciali, 400 fra alberghi, pensioni, affittacamere, campeggi, ecc. Oltre al Caffè Roma, che organizzava spettacoli di altissimo livello, svolgendo contemporaneamente attività di intrattenimento, piano bar, night ecc. e la cui fama travalicava il territorio nazionale, vi erano numerosi altri locali che svilupparono una vivacissima vita notturna. La popolazione residente e fluttuante raggiungeva punte fra gli 80 e 90 mila persone.

In questo quadro, avvertita forte la necessità di poter contare sulla presenza di una polizia municipale preparata ed efficiente, capace di rispondere ai tanti problemi che uno sviluppo così repentino aveva creato, nel 1962 l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Balduzzi ha deciso, da un lato di potenziare l’organico preesistente con l’assunzione di cinque unità portandolo da cinque a dieci unità,  dall’altro, in considerazione dell’ormai prossimo collocamento in pensione del comandante Moirano, ha bandito un concorso ad evidenza pubblica, a livello nazionale, per un nuovo comandante, attribuendo allo stesso una posizione nell’organigramma del comune di livello superiore.

Il Corpo dei Vigili Urbani, il primo febbraio del 1963, era costituito, oltre che dal comandante, da  dieci unità. Disponeva di due anguste stanze al piano terra del palazzo comunale, lato levante; l’attività svolta nell’anno precedente era stata archiviata in appena tre faldoni; i vigili urbani erano inquadrati come salariati equiparati, cioè, agli operai e non agli impiegati, come se la loro attività fosse da assimilare ad una attività meramente manuale invece che intellettuale.

Dato il quadro e le condizioni di partenza sopra espresse, si è tracciato un piano di riqualificazione e di rilancio dell’attività del Corpo che si è sviluppato su due direttrici: una, per così dire, di carattere generale ed un’altra più propriamente tecnica ed operativa.

Sul piano generale- In quell’epoca a livello nazionale si stava registrando un interesse sempre crescente sul ruolo della polizia municipale. Di questo nuovo fermento, all’interno della categoria, si era fatta interprete, fra gli altri, l’A.N.C.U.P.M., nata su iniziativa del comandante Potito Iascone di Viareggio che la guidò come Segretario Generale fino agli anni 90. L’Associazione ha organizzato giornate di studio alle quali partecipavano la gran parte dei comandanti operanti nei vari comuni d’Italia, facendo accendere i riflettori sulla necessità di dotare gli appartenenti alla categoria dei necessari strumenti normativi, per poter svolgere al meglio i propri compiti.

La persistente visibilità che ne è scaturita, la conseguente sensibilizzazione degli organi istituzionali svolta dall’A.N.C.I., che si era resa conto della necessità di poter disporre nei vari comuni di una polizia municipale sempre più efficiente e qualificata, nonché dall’attività che quotidianamente le varie polizie municipali d’Italia svolgevano sul campo, finalmente nel 1986 hanno portato all’approvazione della legge quadro sull’ordinamento della P.M. 65/86, che ha fatto, fra l’altro, chiarezza su un punto assolutamente fondamentale rappresentato dalle qualifiche attribuite ai  suoi appartenenti. Successivamente, a completamento del percorso normativo tracciato dalla legge 65/86 si è aggiunta la legge regionale della Liguria 40/94.

Il Comandante della polizia municipale di Alassio è stato fra i soci fondatori di quella Associazione, ha svolto per decenni la funzione di delegato regionale dell’Associazione stessa, organizzando o partecipando nelle varie realtà locali della Regione ad incontri a carattere professionale e formativo.

Inoltre, utilizzando il prestigio che gli derivava dall’importanza turistica della sua Città, ha organizzato in Alassio giornate di studio a livello regionale ed anche interregionale, con conseguente ritorno sull’immagine della locale polizia municipale e dell’intera Città. Tale attività ha consentito alla  polizia municipale di Alassio di essere costantemente informata ed aggiornata sull’evoluzione normativa nelle materie di competenza, ma anche di utilizzate al meglio le esperienze di organizzazione del servizio, predisponendo modelli sempre più aderenti al mutamento dei tempi ed alle esigenze della cittadinanza.

Sempre sul piano generale, è stato costituito un gruppo sportivo con sede in Alassio, coinvolgente tutto il ponente ligure da Varazze a Ventimiglia. È stata costituita una squadra di calcio che per diversi anni ha gareggiato con le migliori squadre delle polizie municipali d’Italia, ottenendo brillanti risultati. Nel 1972 ha disputato la finale del campionato con i vigili urbani di Firenze, partita che ha perso, ottenendo comunque un onorevole secondo posto. Non è mancata qualche disavventura. La notte del 7 giugno 1976 la squadra, al ritorno da Biella, dove aveva disputato una partita vinta 3-0, era andata a finire in un fosso pieno d’acqua, unitamente al pulmino dell’Alassio Calcio che, alla guida del Brig. Giorgio Maffioli, avrebbe dovuto riportare i suoi componenti a casa. Con il Brig. Giovanni Salvo li abbiamo raggiunti, in piena notte,  all’ospedale di Mortara dove tutti erano stati ricoverati. Con grande sollievo (eccezion fatta per il vig. Basso di Albenga che si era fatto male ad una gamba)  li trovammo praticamente incolumi e goliardicamente allegri. Il giorno dopo tornammo tutti a casa.

Sul piano tecnico ed operativo-Sul piano operativo la P.M. di Alassio fu fra le prime in Italia ad intuire la necessità di istituire la polizia di prossimità. La città è stata divisa in quattro zone: levante, centro, ponente e frazioni. Le prime tre zone venivano coperte con personale a piede o in bicicletta, quelle periferiche con i motociclisti che svolgevano anche  il servizio di pronto intervento, nonché di supporto ai colleghi appiedati qualora necessario. Tutte le attività di competenza sono state pianificate. Di volta in volta le direttive venivano aggiornate secondo le priorità del momento.

Il servizio nelle zone, ad esempio, comprendeva: Vigilanza sui regolamenti comunali; Vigilanza sui servizi pubblici: segnalazione degli inconvenienti, deficienze e/o anomalie riscontrati nella manutenzione del manto stradale, dei marciapiedi, della segnaletica stradale, dell’acquedotto, della fognatura, delle acque bianche (in pratica la pulizia dei famosi tombini), dell’Enel (elenco delle lampadine spente), ecc. raccogliendo anche le segnalazioni e le lamentele dei cittadini. Sulla nettezza urbana, periodicamente e senza preavviso venivano effettuate  verifiche presso la sede dell’Azienda, per controllare se venivano rispettate le norme del capitolato, prestando particolare attenzione alla dotazione dei mezzi e delle attrezzature, nonché alla corrispondenza del numero degli addetti effettivamente impiegati rispetto a quello previsto.

Ogni mattina venivano recapitate ai vari uffici e servizi interessati le diverse segnalazioni, che per la verità venivano spesso accolte quasi con un senso di fastidio. E così una pratica che era stata pensata per migliorare i servizi alla Città veniva sottoposta ad una sorta di resistenza passiva che, allungando irragionevolmente i tempi degli interventi, vanificava di fatto l’efficacia stessa delle segnalazioni. Ciò nonostante le segnalazioni continuavano ad essere recapitate tutti i giorni con la precisione di un orologio svizzero. In una grigia mattinata del tardo autunno, una persona senza fissa dimora, cercando di raggiungere la spiaggia da Passeggiata Ciccione nei pressi della Capannina, si servì di una scaletta in ferro, corrosa dalla ruggine e per di più con gli ultimi due gradini mancanti. L’uomo cadde e perse la vita. Le conseguenze che scaturirono, anche sul piano giudiziario, da quel triste evento indussero per l’avvenire tutte le strutture interessate a dare sollecita attuazione alle deficienze che venivano riscontrate dalla polizia municipale.

Vigilanza sul commercio: in sede fissa, e sulle aree pubbliche, prevenendo e contrastando  l’abusivismo, soprattutto nel commercio in forma itinerante, svolto dai magliari prima e dagli extracomunitari dopo, commercio che tanti danni ha creato e crea all’economia nazionale in generale e a quella locale in particolare e che viene gestito da organizzazioni finalizzate a realizzare cospicui guadagni, operando esclusivamente all’insegna della illegalità. I soggetti che concretamente svolgono l’attività di vendita, lungi dal potere essere considerati poveri cristi, sono, invece, persone esperte, estremamente furbe, adeguatamente addestrate, che pongono in essere condotte, appropriate a seconda delle diverse circostanze, dirette ad eludere o vanificare l’attività di contrasto delle forze dell’ordine, ricorrendo se necessario anche allo scontro fisico.

In materia edilizia si è cercato di pianificare i controlli d’ufficio, con l’intento di evitare che gli interventi avvenissero esclusivamente a seguito degli esposti dei vicini, innestando così insanabili conflittualità fra di loro, ma che, a volte, mettendosi d’accordo, potessero creare un nocumento ancora maggiore all’interesse generale che la normativa del settore intendeva tutelare.

La considerazione sulla Polizia Municipale da parte  dell’amministrazione comunale e della cittadinanza è cresciuta di pari passo con l’impegno che ogni singolo appartenente al Corpo ha prodigato  quotidianamente nell’espletamento della propria attività, conseguendo risultati sempre più diffusi ed apprezzati. L’organico è stato gradualmente potenziato: nel 1967 contava già 17 unità,  1976 ne contava  19, attestandosi poi sulle 20 unità negli anni successivi.

Negli anni 90 negli uffici sono stati aggiunti due impiegati amministrativi.  Un buon aiuto nell’attività d’ufficio è stato anche fornito dalle assistenti sui pulmini impiegati nel trasporto alunni, ovviamente quando i mezzi erano fermi. Tali risorse aggiuntive hanno, così, consentito, in determinate occasioni, di utilizzare pressoché interamente il personale nei servizi esterni, mentre con gli straordinari, i piani finalizzati e negli ultimi tempi con assunzioni anche stagionali, si coprivano nel periodo estivo i servizi serali e notturni che per anni erano stati forniti in aggiunta al normale orario lavorativo dai soli effettivi, con un carico di lavoro non inferiore alle dieci – undici ore giornaliere.

E così sono state affrontate le pubbliche manifestazioni non solo di routine, ma anche quelle veramente impegnative: tutte le manifestazioni di miss muretto, quando ancora l’eletta partecipava di diritto alla selezioni di miss Italia, e che si svolgeva interamente sulla via Dante; l’assistenza durante lo svolgimento delle regate veliche internazionali che frequentemente si svolgevano in Alassio organizzate dallo storico presidente del Circolo Nautico Al Mare, Sergio Gaibisso, sindaco di Alassio dal 72 al 74, ma che ha anche ricoperto per tantissimi anni la prestigiosa carica di  Presidente della Federazione Italiana Vela. Le manifestazioni interessavano tutto il lato levante della Città, da via Milano al porto. Gravava sulla Polizia Municipale l’onere di garantire la percorribilità dell’unica strada esistente al disotto dell’Aurelia nel caso in cui si fosse verificata una qualsivoglia emergenza; l’arena carneval, quando praticamente si è pedonalizzata tutta la parte a mare della via Aurelia, da via Milano a via Diaz e l’intera zona era stata invasa da gruppi folcloristici venuti dal Brasile, ma anche da una folla di cittadini e turisti, che, festosamente contagiata, ballava e cantava a sua volta per la strada, dando libero sfogo ad un autentico divertimento; La sciacca giara, con i piloti della formula uno che hanno svolto una gincana in Alassio alla guida di rulli compressori;

La P.M. ha anche svolto un ruolo di primo piano, collaborando nella organizzazione preventiva  dell’evento ed assicurando, inoltre, i conseguenti supporti esterni  di varia natura, allorchè Alassio ha ospitato la Nazionale di calcio nella sua preparazione in vista  dello svolgimento dei campionati mondiali, che nel 1982 si sono svolti in Spagna. Come tutti saprete, quei campionati sono stati, poi, vinti dall’Italia.

Sono i tempi dell’indimenticato assessore al turismo Carlo Tomagnini, con al suo fianco il compianto Nello Aicardi, dirigente di indiscusso valore, sicuro garante della correttezza sotto il profilo amministrativo di ogni singola manifestazione, Assessore che, quando non poteva fare altro, portava nello specchio acqueo antistente la nostra Città le portaerei  americane, ove si fermavano alcune settimane, con sicuri  vantaggi per gli operatori economici, ma anche con tutti i problemi annessi e connessi che ben si possono immaginare. Basti pensare che giornalmente gli ufficiali americani incaricati, provvedevano a liquidare i danni che alcuni  militari avevano prodotto, e non solo in Alassio, durante la libera uscita del giorno precedente.

La Polizia Municipale, inoltre:  ha gestito per alcuni anni i parcheggi comunali a pagamento, a costo zero per il comune;  ha predisposto e gestito il trasferimento del mercato settimanale del sabato dalla centralissima Piazza Paccini nella zona di via Gastaldi e via Pera;  a seguito della legge 122/1989 ha predisposto il piano urbano dei parcheggi, poi adottato dal Consiglio Comunale; – ha predisposto il primo piano della protezione civile; ha predisposto ed attuato il piano della viabilità che,in assenza di significative modifiche strutturali alla rete viaria, ha garantito, nel suo complesso, fino ad oggi, la migliore viabilità possibile.

Ha proceduto a censire e controllare tutti indistintamente i manufatti insistenti sul demanio pubblico; ha censito e controllato indistintamente anche tutte le insegne esistenti sul territorio comunale. Il tutto con l’intento di bloccare gli abusivismi perpetrati in passato e quelli in atto, ma anche con lo scopo di fornire all’amministrazione comunale il materiale e gli strumenti per intervenire sull’assetto estetico della Città migliorandone anche la fruibilità, essendole stata fornita  l’opportunità di programmare interventi idonei a contemperare le esigenze degli operatori economici con quelle della generalità degli utenti.

Ha intensificato e pianificato  i controlli in concomitanza con l’adozione dei condoni edilizi e delle agevolazioni edificatorie concesse in occasione delle colombiadi, prevenendo la cementificazione spontanea del territorio, scoraggiando e, comunque, impedendo interventi che avrebbero potuto definitivamente compromettere zone della nostra città di rara bellezza.

I rapporti con le altre forze di polizia presenti sul territorio, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, sono stati sempre improntati, con cordialità, sulla massima collaborazione.

I contatti giornalieri con i vari sindaci che si sono succeduti nel tempo, i quali tranne per qualche rara eccezione hanno trattenuto per se la delega alla polizia municipale, hanno consentito di stabilire una leale e proficua intesa fra l’amministrazione comunale e la polizia municipale consentendo di concordare di volta in volta gli obbiettivi più urgenti da perseguire in modo da renderli sempre più aderenti alle istanze provenienti dalla cittadinanza.

Nei miei 35 anni di servizio ho avuto l’onore di collaborare, con fedeltà istituzionale e reciproca stima, con  quattordici Sindaci: Luigi Balduzzi, Pietro Arduini Plaisant, Gino Ferrando, Sisto Pelle, Traiano Testa, Sergio Gaibisso, Bernardo Grollero, Giuseppe Cassarino, Domenico Giraldi Giampaolo Mela, Sergio Grandesso Silvestri (commissario prefettizio), Roberto Avogadro. In pratica, se si pensa che Dino Grollero ha svolto due mandati e Traiano Testa ben quattro, nel giro di trentacinque anni si sono succedute ben diciotto amministrazioni, mediamente una amministrazione ogni due anni. È facile, quindi, intuire come in quegli anni fosse difficile per le amministrazioni che si sono succedute governare la città, ma anche come fosse altrettanto difficile per la polizia municipale stare al passo con le varie svolte ed i vari mutamenti di indirizzo che le stesse di volta in volta intendevano perseguire. Tuttavia, mantenendo ferma la rotta di assoluta imparzialità ed indipendenza operativa che da sempre la hanno caratterizzato, la polizia municipale ha continuato a crescere  acquistando, nell’ambito dei servizi comunali e nella cittadinanza  sempre maggiore centralità e prestigio.

Ritornando al tema, nel 1997 personalmente ho lasciato il mio incarico di comandante della P.M. Negli anni successivi la funzione di comandante è stata assunta,  prima da Andrea Frumento, attuale vice questore dirigente l’Ufficio Stranieri della Questura di Savona, già in servizio quale vicecomandante ed, a seguire, dal comandante Gianni Casella, dal comandante Fabrizio Pampararo e più recentemente  dal comandante Francesco Parrella.

Anche se in questi ultimi 17 anni, ovviamente, non mi sono più occupato delle vicende della polizia municipale in prima persona, mi risulta tuttavia che sia i citati responsabili del Corpo, sia tutti i suoi appartenenti, hanno continuato a servire la Città, con onore, fedeltà, ed impegno. Come semplice cittadino li ho visti sempre presenti su ogni evento che poteva presentare una qualche criticità (incidenti, manifestazioni, eventi meteorici straordinari, ecc), pronti a dare una mano alle persone  in difficoltà. Educati, corretti nel portamento e nell’uniforme, disponibili in ogni occasione in cui sono stati interessati per la risoluzione dei problemi che venivano loro sottoposti. Ma ho avuto modo di apprezzare la loro immutata  competenza professionale, soprattutto durante la mia esperienza di Giudice di Pace, avendo avuto la possibilità, in tale veste, di comparare la loro preparazione con quella degli altri Corpi operanti sul territorio, apprezzamento condiviso anche da parte degli altri miei colleghi.

Concludendo, come certamente avrete avuto modo di rilevare da questa breve memoria, la storia della Polizia Municipale di Alassio è intimamente legata alla storia della Città, avendo rappresentato e rappresentando tuttora uno strumento essenziale nel contribuire giorno per giorno a costruire e mantenere alto il suo livello di vivibilità.Sono certo che anche per l’avvenire continuerà, orgogliosamente, nelle proprie tradizioni di onestà, correttezza, impegno ed efficienza professionale nella consapevolezza di essere al servizio di una delle città più belle d’Italia e non solo.

Ad ognuno dei suoi componenti vorrei dire di non mollare, anche nei momenti più difficili che pure ci sono stati in passato e che inevitabilmente ci saranno anche per l’avvenire. Ogni giorno, al termine del vostro turno di servizio, interrogate brevemente la vostra coscienza e verificate se avete ottemperato ai doveri che il vostro stato comporta, nonché se la fiducia che la comunità e le sue istituzioni hanno riposto in voi è stata onorata.

Se la risposta è positiva la soddisfazione di avere compiuto il vostro dovere vi darà maggiore forza nell’affrontare tutti gli altri problemi quotidiani che la vita inevitabilmente comporta, se la risposta è negativa o neutra, rinnovate l’impegno di riprovarci il giorno successivo.

Auguri a tutti. Tindaro Taranto

(Com.te Polizia Municipale – Alassio a r.)


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