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Tribunale civile di Savona. Il presidente Princiotta: nuovo codice di procedura, cosa cambia. Più contenzioso per grave crisi economica e energetica dell’Italia


Giornata Europea della Giustizia Civile per l’anno 2022-  Diversi sono gli argomenti rilevanti a Savona in tema di giustizia civile dal mio angolo visuale. Vedi anche tutti i dati statistici diffusi dal Tribunale di Savona.

Sul prossimo numero trucioli approfondirà con gli interventi del presidente del tribunale Lorena Canaparo, del presidente dell’Ordine degli avvocati della provincia di Savona, Vittoria Fiori, del presidente della Camera civile, Fabio Cardone, del dirigente amministrativo del tribunale Silvia Biagini.

In provincia di Savona sono  763 gli iscritti all’albo professionale: 389 maschi e 374 donne, 135 i praticanti. 12 avvocati si sono cancellati. Il prossimo 2 dicembre  riceveranno la medaglia d’oro per 50 anni di iscrizione l’avv. Rosavio Bellasio di Pietra Ligure e in memoria l’avv. Antonio Chirò di Savona-Albissola che è stato anche vice pretore onorario. Altri 11 legali riceveranno la pergamena per i 45-49 anni di professione. Una statistica  indica  che il reddito medio nazionale under 30 di un avvocato (uomo) è di 50 mila euro l’anno, scende a 23.300 per la donna. In tribunale quali impiegati operano 4 avvocati e 12 con titolo per l’abilitazione.

di Alberto Princiotta, presidente della Sezione civile

Lorena Canaparo presidente del tribunale di Savona e Alberto Princiotta presidente della sezione civile con la dirigente  Silvia Biagini

Diversi sono gli argomenti rilevanti a Savona in tema di giustizia civile dal mio angolo visuale.

Due credo siano i più importanti:

a.- i cambiamenti che causeranno a Savona le riforme in arrivo e principalmente il nuovo codice di procedura civile;

b.- le conseguenze che potrebbero  derivare sul contenzioso a causa della gravissima crisi economica e della drammatica crisi energetica che stanno aggredendo l’ Italia.

Sul primo argomento -come ha chiaramente evidenziato dati alla mano la dr. Canaparo- il tribunale savonese mantiene livelli di efficienza veramente elevati. Con molti magistrati prima di tutti la dr. Canaparo condivido, però, un principio che sta alla base del nostro modo di fare il giudice. Non si è mai troppo veloci: prima il cittadino esce dal tribunale avendo avuto giustizia, o perlomeno aggiustato i suoi problemi, meglio è per tutti. La vita scorre sempre più veloce: per chi ha una lite, anche pochi mesi possono sembrare un’ eternità; poi siamo tutti consapevoli del fatto che una giustizia efficiente costituisce un fattore di crescita e benessere per la collettività laddove, invece, una giustizia lenta ha costi sociali elevati

E, quindi, cerchiamo di individuare nuovi e più efficaci metodi organizzativi. Fortunatamente i nostri punti di forza nel tribunale di Savona continuano a funzionare e sono tre:

– l’ ottima organizzazione esistente a tutti i livelli nel tribunale;

– il sempre miglior utilizzo del processo telematico. Sul funzionamento del processo telematico abbiamo tanto investito sin dall’ inizio, anche anticipando i tempi; questo si è rivelato provvidenziale anche per gli avvocati (penso alla soppressione della Sezione distaccata di Albenga).  Lavorare con il processo civile telematico è impegnativo:  è un po’ la nostra croce e delizia (perché le risorse e l’ assistenza tecnica sono troppo inadeguate, perché è complesso con novità continue, perché  a volte si blocca e vi sono gravi disfunzioni dovute anche alle continue modifiche\tappulli); ma ha determinato una svolta e senza di esso, tuttavia, tutti- avvocati, personale di cancelleria e magistrati- non sapremmo più lavorare;

– l’ ottima collaborazione che ormai da anni caratterizza i rapporti tra avvocati e magistrati. Quando ero giovane ed andavo in udienza a Genova guardavo con ammirazione lo stile e la professionalità  degli avvocati e l’organizzazione del tribunale genovese: è passato tanto tempo ma oggi gli avvocati ed i magistrati savonesi non hanno proprio più nulla da invidiare ai colleghi genovesi SENZA CONSIDERARE che fare il giudice o l’ avvocato oggi è molto più complesso di 30\40 anni fa.

Questa collaborazione ci ha consentito di anticipare l’ avvio di nuovi metodi lavorativi che verranno stabilizzati col nuovo Codice di procedura civile: l’ udienza telematica con la c.d. trattazione scritta (le parti non compaiono fisicamente in tribunale, ma avanzano le loro istanze con memorie  scritte); l’ eliminazione tendenziale di udienze inutili grazie alla efficiente applicazione del calendario del processo; la decisione della causa a seguito di trattazione orale, da molti già praticata. La collaborazione e l’ elevata produttività da parte dei magistrati, hanno consentito di ridurre i tempi processuali: a Savona –e mi richiamo ancora ai dati evidenziati dalla dr. Canaparo– siamo i più veloci del distretto che, per ragioni storiche, comprende anche il Tribunale di Massa Carrara. Usiamo tutti lo stesso codice, ma a Savona siamo più veloci certamente perché curiamo molto l’ organizzazione e funziona un’ efficace collaborazione.

Questa intesa ci consentirà anche di affrontare le riforme in atto a cominciare dal nuovo c.p.c. Credo che noi tutti -avvocati e magistrati- avremmo evitato l’ ennesima modifica del codice di rito (si dice comunemente che in Italia soffriamo di una sorta di mito della riforma processuale perenne perché continuiamo a modificare il rito per velocizzare la durata). Mito riforme a costo zero un’ altra costante all’ italiana.

Ce la saremmo risparmiata, prima di tutto, perché l’ assetto esistente solo da pochi anni funziona. Poi perché sappiamo che ogni riforma provoca rallentamenti ed incertezze dovute allo studio ed alla applicazione delle nuove norme. La riforma poi è stata certamente affrettata e non sembra piacere sia alla Magistratura che agli Avvocati. Le critiche maggiori riguardano il rito che useremo in tribunale. Qui, per ridurre i tempi processuali, si sono rese ancora più rigide le “preclusioni” modificando gli atti introduttivi della causa. I difensori dovranno depositare in tempi ristretti tutta una serie di memorie nelle quali dovranno calare tutte le loro carte (che, poi, sono le richieste, gli argomenti di lite e le prove).

Anche il giudice dovrà procedere ad una tempestiva e ripetitiva attività di studio e monitoraggio di queste memorie per essere più incisivo nella prima udienza in cui dovranno comparire personalmente le parti e verranno tendenzialmente dati i provvedimenti istruttori con l’ indicazione dell’ intero calendario del processo. Preparando questa relazione ho letto vari interventi tra cui quello della Presidente del CNF, avv. Maria Masi, che ha sostenuto che “insistere in questo modo sul regime delle preclusioni finisce per trascurare, se non per violare, i principi costituzionali del diritto di difesa e di accesso alla giustizia”; anche il presidente dell’ unione nazionale delle camere civili ha evidenziato che “seppure le risorse e l’ ufficio del processo sono aspetti positivi della riforma, le critiche dei professionisti sono rimaste inascoltate”.

In effetti, proprio con riferimento alle risorse, la nuova legge processuale è stata approvata velocemente per rispettare una delle condizioni poste da Bruxelles per concederci i fondi di next generation UE. Questa legge NON merita tutte le critiche e, anzi, se sapremo comprenderla ed applicarla (avvocati e magistrati), si dovrebbe rivelare utile. La riforma è recentissima (è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 17 ottobre) e contiene tante novità. Saggiamente ne è stata prevista un’ entrata in vigore graduale: entrerà in vigore -e solo per i nuovi processi- il 30 giugno prossimo. Devo dire che dopo un iniziale momento di perplessità in cui l’ avevo ritenuta, macchinosa la apprezzo quando ho iniziato a capire la logica che l’ ispira.

È certamente macchinoso il rito ordinario in cui gli avvocati sono costretti a depositare troppe memorie: basti pensare che il convenuto deve depositare quattro memorie in 70 giorni (in cui l’ avvocato deve impazzire per organizzare le difese ed acquisire la relativa documentazione). Il rito ordinario, a dispetto del nome, però, dovrebbe essere applicato molto raramente in quanto nel 90% dei casi dovrebbe essere applicato quello che il nuovo codice, forse con una ingenuità lessicale, ha chiamato “procedimento semplificato di cognizione”.

È effettivamente semplificato, ma a dispetto del nome è lui il rito ordinario (nel senso che diamo noi comunemente alle parole) perché dovrebbe essere quello utilizzabile quasi sempre: la legge dice che si può applicare “in tutte le cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica”. Queste cause già prima erano la grande maggioranza. La riforma poi ha ridotto ulteriormente i processi in cui il tribunale giudica con la partecipazione di tre giudici: diventeranno di trattazione monocratica anche le querele di falso,  le cause societarie e  di impugnazioni dei testamenti  e di riduzione per lesione di legittima, i  procedimenti di liquidazione dei compensi degli avvocati ( che erano la maggioranza delle già residue cause collegiali)

Qui la faccio facile, banalizzo molto e spero che gli avvocati presenti me lo perdoneranno, ma il rito semplificato mi sembra efficiente: è infatti previsto che l’ attore proporrà la domanda con ricorso al giudice. La domanda dovrà essere tendenzialmente completa  contenendo anche l’ indicazione dei mezzi di prova.

Il giudice individua in tempi brevi (ma non troppo brevi) la data di comparizione delle parti, il convenuto deve costituirsi 10 giorni prima dell’ udienza predisponendo tutte le difese ed il giudice ha questo spazio di tempo per studiare la causa. All’ udienza il giudice organizza l’ istruzione della causa. Se invece, in relazione alle difese delle parti, il giudice ritiene la vertenza complessa ne dispone la prosecuzione con il rito ordinario (che, però, ricordiamolo è ordinario solo a dispetto del nome essendo destinato ad essere applicato nel 10% dei casi al massimo).

Anche la fase di decisione è rapida potendo procedere alla trattazione orale della causa (nella prassi, viene data la possibilità ai difensori di depositare scritti conclusivi) ed all’ udienza di discussione il giudice deposita la sentenza che deve essere “concisamente” motivata. Nella riforma, con una modifica apprezzabile rispetto al passato, è stata data la possibilità  di depositare la sentenza entro 30 giorni dalla udienza di discussione.

Mi sembra un rito ben strutturato, modellato migliorando “il procedimento sommario di cognizione”, che costituisce l’ attuale modello semplificato e che verrà abolito con la riforma. Oggi gli avvocati continuano ad usare poco il rito semplificato (a Savona oggi circa il 4% dei casi) confido che invece il nuovo “procedimento semplificato di cognizione” diventerà quello utilizzato nella stragrande maggioranza dei casi .

[Un passaggio significativo che evidenzia l’ intento del legislatore di favorire l’ uso del  rito semplificato è quello per cui anche nel rito ordinario il giudice se ritiene ne possano sussistere i presupposti può disporre con ordinanza non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito semplificato (art. 183 bis cpc)].

Quindi “un rito sprint” in cui inseriscono anche una serie di modifiche previste per il rito ordinario che mi sembrano rilevanti e positive.

Tra le altre:

– gli atti devono essere redatti in modo chiaro e specifico. [Qui non si tratta solo di un “auspicio letterario” ma si comprende il forte collegamento con il principio di non contestazione o di una contestazione generica che i giudici stanno applicando con maggiore precisione semplificando l’ istruzione delle causa].

l’ abuso del processo costerà più caro alla parte soccombente che il giudice ritiene responsabile della condotta abusiva: oltre al risarcimento del danno a controparte già ora liquidato dal giudice, l’ abuso del processo si pagherà anche allo Stato in quanto la parte soccombente potrà essere condannata al pagamento di una somma tra i 500 ed i 5.000 euro da devolversi alla Cassa ammende;

il maggiore utilizzo delle udienza di trattazione scritta (che erano state introdotte nel periodo della pandemia che cesseranno di poter essere utilizzate il 31 dicembre p.v.) e che il nuovo codice mantiene e dettaglia anticipandone l’ entrata in vigore a partire dal 2 gennaio 2023 (laddove il nuovo codice entrerà in vigore per le cause introdotte successivamente al 30 giugno);

il “calendario del processo”: all’ udienza di comparizione il giudice provvede sulle istanze istruttorie ed individua le date di tutte le udienze successive sino a quella della rimessione della causa a decisione. Lo scopo del legislatore è di evitare che rinvii inutili allunghino i tempi del processo. Non si tratta di una novità assoluta, l’ istituto esisteva già ed Savona è ben applicato, ma la riforma lo rende ancora più dettagliato e stringente prevedendo anche che se non approvato in udienza va predisposto dal giudice entro   trenta giorni.

– il rafforzamento dell’ ufficio del processo; anche questo esisteva già ed, anzi, a Savona ne eravamo stati degli antesignani prevedendo che i giudici onorari possano   svolgere l’ attività istruttoria seguendo le direttive del giudice professionale che rimane assegnatario della causa che doveva decidere in ogni sua fase. Con l’ erogazione dei fondi europei questa struttura di supporto è stata potenziata con l’ assunzione di personale che in parte ha già preso servizio. Infatti, a  Savona, alla fine di febbraio di quest’ anno, sono già arrivati e stanno operando sei  funzionari addetti all’ufficio per il processo che sono utilizzati in attività preparatorie e di supporto ai compiti del magistrato; li usiamo anche in cancelleria, visto i paurosi vuoti di organico, pensando con la buona volontà di tutti che il carico e lo scarico degli atti telematici consentano al giudice di essere più tempestivo.

il rafforzamento della giustizia digitale con l’ obbligatorietà del deposito telematico di tutti gli atti e documenti.

Le modifiche sono anche tante altre, nel complesso si tratta di procedimenti e di istituti nuovi che saranno destinati a chiedere ad avvocati e magistrati capacità organizzative ed un impegno maggiore di quello richiesto attualmente. Ne uscirà un tipo di processo nuovo che da “competitivo” (quale è il modello attuale) diventerà più “collaborativo” e, comunque, vedrà sanzionata sempre più duramente la parte che si  comporta scorrettamente. A Savona vista l’ attuale efficienza –ben evidenziata nei dati ricordati dalla dr. Canaparo-, stante la peculiare professionalità e collaborazione esistente tra avvocati, personale amministrativo e magistrati la riforma potrebbe funzionare rendendo possibile l’ obiettivo di un processo civile efficiente e tempestivo.

Tutto bene quindi ?

No, vi è una nota negativa e fortemente preoccupante: l’ aumento di competenza del giudice di pace. Tale aumento, seppure ridotto rispetto alle originali previsioni, sarà consistente. Sempre a decorrere dal 30 giugno p.v., il giudice di pace tratterà le cause relative a beni mobili di valore sino a diecimila euro, quando dalla legge non sono attribuite alla competenza di altro giudice; tratterà anche  le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e di natanti di valore sino a venticinquemila euro (attualmente i parametri sono cinquemila e ventimila euro). Tale incremento potrebbe avere gravi ripercussioni in quanto a Savona l’ ufficio del giudice di pace è fortemente sotto organico (come peraltro in tutta Italia: a Genova sono 8 su 64, a LA Spezia 4 su 14 a Milano 29 su 180 a Roma 61 su 201).

A Savona su sei giudici che dovrebbero essere operativi, ormai da diversi anni, ne sono presenti solo tre (senza considerare che la pianta organica dell’ ufficio è fortemente sottodimensionata e sono tutti d’ accordo nel portare l’ organico a 10). Si tratta, tuttavia, di un ufficio ancora efficiente nel quale i provvedimenti (le sentenze ed i decreti ingiuntivi) vengono di norma emessi nel rispetto dei termini di legge.  L’ incremento di lavoro potrebbe metterlo in crisi.

I numeri sono evidenti: nel 2021 presso il GDP sono state iscritti e trattati:

–  300 cause civili;  1.138 decreti ingiuntivi;  623 cause di opposizione a sanzioni amministrative.

A tale carico di lavoro, considerando le iscrizioni avvenute sempre nel 2021 nel nostro tribunale, è stimabile che a seguito dell’ incremento di competenza, al GDP dovrebbero arrivare all’ incirca un ulteriore 40% corrispondenti a circa ulteriori 154 cause di valore tra 5.000 e 10.000 euro;  8 cause di risarcimento danni da veicoli e natanti di valore compreso tra 20.000 e 25.000 euro; 418 decreti ingiuntivi di valore tra 5.000 e 10.000 con le relative eventuali opposizioni.

Solo due parole sulle conseguenze dalla crisi economica e di quella energetica drammaticamente già presenti in Italia ove stanno portando povertà e disoccupazione. Avranno certamente pesanti ripercussioni sul sistema giustizia anche a Savona. Il Covid, al di là delle enormi sofferenze e dei lutti, pur avendo dato un forte scossone al sistema giustizia civile savonese, l’ abbiamo gestito e risolto.

Preoccupanti ed ad oggi imprevedibili paiono, invece, le conseguenze sul contenzioso causate dalla crisi economica, dalla ripresa dell’ inflazione, dai vertiginosi aumenti dei costi delle materie prime e delle fonti energetiche che ben tutti conosciamo e che stanno devastando il sistema produttivo. Sono discorsi difficili, ma per quanto ci riguarda qui ed oggi, ove parliamo delle prospettive del sistema giustizia savonese, è facile prevedere che i pesantissimi rincari sconvolgeranno l’ equilibrio economico di tutti i contratti a esecuzione continuata o periodica configurando quella che in diritto si chiama “eccessiva onerosità (sopravvenuta)”; causeranno tutta una serie di processi -anche cautelari e d’ urgenza- che comunque dovranno essere gestiti rapidamente.

Non mi risultano ne siano già arrivati a Savona, ma siamo solo all’ inizio e ce ne dobbiamo aspettare tanti perché il diritto segue il fatto. Ed i fatti saranno gravi e repentini. Penso, ad esempio, al caso che era su tutti i giornali di settimana scorsa del super condominio romano che è al buio da giorni perché l’ amministratore è scappato con la cassa; il nuovo amministratore, a seguito dell’ incremento dei costi e delle morosità che vi erano da parte di numerosi condomini,  aveva la possibilità di pagare la luce od il gas; ha dovuto scegliere con la conseguenza che il fornitore non pagato ha staccato la luce.

Del resto anche a Savona mi è stato detto che un po’ tutti i fornitori stanno modificando unilateralmente i contratti e pretendono di essere pagati in anticipo per eseguire la prestazione temendo un incremento dei costi che potrebbero non recuperare. Mi risulta che molte cause siano sul tavolo di lavoro degli avvocati e quindi essendo i nostri tavoli comunicanti arriveranno in tribunale. Io resto ottimista, spero che la guerra e le crisi energetiche con le loro drammatiche conseguenze anche sulla vita degli italiani termineranno presto e torneremo alla espansione che vi è sempre stata quando finiscono le guerre. Comunque resto convinto che il sistema della giustizia civile savonese continuerà a rimanere efficiente grazie alla forte collaborazione di tutti.

Alberto Princiotta


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