Parlamentari in provincia di Savona: non è soltanto questione di numeri.ULTIMA ORA- Leggi anche: giù le mani dallo stadio.
di Franco Astengo
Avevamo impegnato la campagna elettorale avverso la riduzione del numero dei rappresentanti parlamentari (Settembre 2020) su due punti : quello riguardante la difficoltà che avrebbe incontrato la rappresentanza politica ad esprimersi in una dimensione più o meno compiuta e quello relativo alla probabile caduta verticale nella capacità del sistema di rappresentare i territori.
Non siamo stati ascoltati e alla fine i contrari a quell’operazione caratterizzata da istanze meramente demagogiche e lontane da qualsivoglia ipotesi di equilibrio nel rapporto tra istituzioni e cittadini sono stati 7.691.837 contro 17.913.259 che hanno approvato lo stupido slogan della “casta contro la casta”.
Sul terreno della rappresentatività politica e di quella territoriale il passaggio della riduzione del numero dei parlamentari ha comunque condotto alla necessità di aprire il discorso sulla qualità delle presenze sia nelle candidature sia, di conseguenza, nelle figure degli eletti nella ricerca di intreccio tra dimensione politica complessiva e presenza nella specificità locale (un parlamentare “glocal” si potrebbe affermare).
Allo scopo di esplicitare al meglio questo discorso assumo ad esempio un caso che conosco per immediata esperienza locale: quello della provincia di Savona.
Una provincia quella di Savona che dalla XVII legislatura si è trovata iperappresentata in entrambi i rami del Parlamento a causa di una combinazione fortuita che ha consentito (grazie al gioco delle liste bloccate, altro argomento che non si affronta in questa sede per economia del discorso ma che andrebbe sviscerato a fondo) al Movimento 5 stelle di eleggere 3 parlamentari poi confermati nella successiva XVIII legislatura.
Ebbene questa massiccia presenza parlamentare mai registrata nella storia repubblicana (il PCI negli anni gloriosi eleggeva 1 deputato e 1 senatore, in questo caso sacrificando però un collegio di Genova con una doppia candidatura, idem la DC ma con il senatore sempre a rischio in competizione con la Spezia, al PSI capitò una volta nel 1958 così come allo PSIUP nel 1968 mentre l’elezione di Pertini alla Camera dalla II legislatura in avanti deve essere considerata come di carattare “nazionale” e non certo rappresentativa del territorio) non è stata minimamente avvertita sul territorio, anzi i 3 parlamentari del M5S sono risultati praticamente assenti dal dibattito politico locale sia al riguardo dei temi di carattere generale e ancor di più da quello sui temi riguardanti la provincia in materia di economia, sociale, sanità, lavoro.
Localismo e corporativismo (si pensi alla vicenda dei balneari) hanno poi collegato l’iniziativa degli altri parlamentari (Lega e PD) eletti in provincia di Savona con determinati aspetti di”trasversalità” riferiti al governo della Regione: governo esercitato in forma paternalistica e clientelare. Insomma: un territorio quello della Provincia di Savona preso come esempio rappresentativo sotto molteplici punti di vista in una dimensione molto negativa per ovviare alla quale servirebbe proprio un salto di qualità sul piano della preparazione, della coerenza e dell’impegno.
Franco Astengo
PROPOSTE A SINISTRA – Sintesi della relazione svolta da FRANCO ASTENGO all’assemblea dell’Associazione “Il rosso non è il nero” (Savona 6 settembre 2022)
La prospettiva politica che si presenta alla vigilia delle elezioni può essere così riassunta:
1) Governo di destra se la coalizione Fdi-Lega-FI supera il 65% dei seggi alla Camera e al Senato e al’interno della coalizione Fratelli d’Italia consegue la maggioranza assoluta (120 seggi su 240 alla Camera);
2) In caso contrario ritorna in scena la prospettiva delle larghe intese e del governo tecnico (che sarà richiesto dalla crescita di peso delle politiche pubbliche su base sovranazionale, considerato il combinato disposto tra emergenza sanitaria, guerra, speculazione finanziaria).
Premesso:
a) che il richiamo al “voto utile per la democrazia” lanciato dal segretario del PD appare del tutto campato in aria stante i meccanismi presenti nella formula elettorale che lo stesso PD non solo aveva votato ma di cui un suo esponente (poi passato a IV) era stato relatore. In seguito lo stesso PD ha contributo a mantenere in vita questa formula nonostante gli evidenti profili di incostituzionalità e di oggettivo vantaggio per la destra;
b) Assieme a molti altri elementi di merito il tema costituzionale è quello che rende il sistema estremamente fragile come abbiamo visto seguendo nel corso degli anni i fenomeni della personalizzazione, dell’astensionismo, della volatilità elettorale, dei clamorosi errori commessi in occasione della modifica del titolo V e della riduzione nel numero dei parlamentari . Fragilità del sistema alla quale ha sicuramente concorso in maniera molto accentuata il M5S puntando prima sulla delegittimazione delle istituzioni poi convertendosi, con una operazione di gigantesco trasformismo, in una logica di governo populista e opportunista;
c) si pone il tema di una possibilità a sinistra di riuscire nell’intento di superare la soglia e conseguire una rappresentanza parlamentare. Sinistra della quale non si possono comunque omettere i limiti profondi accumulati in anni di mancata espressione di autonomia strategica attorno ai temi decisivi della nuova qualità delle contraddizioni sociali: un’assenza di progettualità sistemica che ha portato le diverse formazioni seguite alla diaspora della sinistra storica in una dimensione di assoluta marginalità.
Per arrivare a ottenere un risultato di presenza istituzionale della sinistra, che appare comunque di una qualche importanza per la democrazia italiana ed europea, è necessario allora riflettere su due punti:
1) una maggiore definizione di identità legata alla condizione economico – sociale dei propri ceti di tradizionale riferimento soprattutto al riguardo dell’opzione di ricerca della pace nel conflitto europeo in corso; dell’intervento pubblico in economia (mentre a destra si lavora su nazionalismo e coroporativismo) da realizzarsi nel quadro sovranazionale; della difesa delle condizioni materiali di vita dei lavoratori dipendenti dall’inflazione. Rispetto alla difesa delle condizioni materiali di vita per lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati una proposta possibile nell’immediato potrebbe essere quella dell’utilizzo della tassazione sugli extra-profitti delle aziende energetiche (ma non solo se si pensa alla speculazione sui generi alimentari) per finanziare almeno per 12 mesi il ripristino della scala mobile adeguando ogni 3 mesi stipendi e salari al tasso effettivo di inflazione.
2) l’avvio immediato di un discorso che preveda, per l’immediato post – elezioni, una fase di concreta interlocuzione tra i diversi soggetti politici, associativi, espressione di diverse realtà culturali sul territorio con il fine di porre con i piedi per terra i termini concreti di un adeguato recupero di soggettività di sinistra, tema tante volte toccato negli anni ma mai affrontato davvero mentre – come già accennato – si accentuava sempre di più la marginalità delle forze esistenti.
GIU’ LE MANI DALLO STADIO
di Franco Astengo (“Il rosso non è il nero”)
L’intento della presunta “cordata” che ha rilevato le strame del defunto Savona FBC si è ben palesato nell’intervista pubblicata oggi dal Secolo XIX sotto il titolo “A Savona per fare calcio e impresa, ma costruiremo case”.
A prescindere dall’evidente colore politico dell’operazione, che ben emerge dal testo dell’intervista e che non riguarda la sostanza della questione (salvo il velato riferimento all’area politica che dovrebbe governare il Paese) vanno precisati subito alcuni punti.
In precedenza però va formulato un apprezzamento per il richiamo al rispetto delle istituzioni espresso nei giorni scorsi dal sindaco Marco Russo e dall’assessore Francesco Rossello al riguardo di determinate dichiarazioni e atteggiamento assunti dai “lorsignori” calati dalla Capitale.
Se sul piano generale è possibile affermare che di speculazione edilizia e di logiche di scambio politico Savona ha sofferto già fin troppo nel corso degli anni cedendo la propria vocazione industriale e di porto commerciale, egualmente nello specifico della questione “Stadio” è possibile aggiungere un elemento che risulta decisivo nella valutazione.
Lo stadio sorge in una zona molto delicata dal punto di vista dell’esondabilità e nei programmi dell’amministrazione dovrebbe essere recuperato ponendone l’area al centro di una zona di impianti sportivi collegata al vicino “Campus” universitario.
Nell’insieme quella della piana leginese dovrà rappresentare una porzione di città da utilizzarsi per funzioni di carattere pubblico così come pubblica deve essere tutta la regia di qualsivoglia altra operazione riguardante lo sviluppo del territorio nel senso della fruibilità, della difesa dell’ambiente, della cura delle infrastrutture necessarie. L’eventuale costruzione di case, che pare essere la vera “ratio” di questa operazione, dovrà essere così necessariamente legata al quadro delle prescrizioni vigenti e a un rigidissimo rispetto delle istituzioni cittadine.
Franco Astengo