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Pigna: Raimondo Redento compositore obliato. Un sarto cultore di arte musicale. Fu direttore dell’Orchestra del Principato di Monaco


Il borgo di Pigna, arroccato sulle alture sopra Ventimiglia, il 3 agosto in Piazza XX settembre, alle ore 21, intende ricordare un suo figlio meritevole di memoria. Il maestro e compositore Raimondo Redento, nato nel 1879 e morto all’ospedale di Volterra nel 1927, a 48 anni, dopo una penosa degenza.

di Gian Luigi Bruzzone

Personaggio davvero curioso: di professione sarto, ma appassionato cultore dell’arte musicale, pressoché autodidatta, suonava il clarinetto, il mandolino, la chitarra, l’organo nella bella chiesa parrocchiale di S. Michele arcangelo. Per l’innato ingegno fu perfino organaro, dal momento che costruì pezzo per pezzo due organi, purtroppo perduti.

Le sue partiture riguardavano sia musica di consumo quali mazurke, valzer e simili, sia musica sacra, e basti ricordare l’Ave Maria, mottetto per voci ed eventuali strumenti, tutt’ora cantata a Pigna durante l’annuale pellegrinaggio al santuario della Madonna di Passoscio, assai venerato dalla gente pignasca verace.

Al di là delle partiture, Redè – così era affettuosamente chiamato – sensibilizzò ed affinò il gusto musicale dei compaesani. Ma la sua fama oltrepassò il microcosmo dell’estremo ponente, tanto da essere nominato direttore dell’Orchestra del Principato di Monaco, non ostante l’assenza di titoli accademici. Ma dopo pochi mesi Redè rinunciò al prestigioso incarico perché non sapeva rimanere lontano dall’amata Pigna.

Con l’anno 1900 poi, fu cooptato nella Società artistico-musicale di Palermo. Per quanto dato di sapere la sua musica fu sempre ritenuta «di eleganza unica, impegnata da una forza evocativa che solo i grandi compositori posseggono, armonicamente mai banale».

Con opportuna e meritevole decisione Pigna ha approntato l’evento di ricordare Redè, esso consiste in un concerto nel quale si suonerà un decina di brani del Redè e – aspetto quanto mai simpatico e significativo dell’influsso sopra accennato – da parte dei nipoti (nipoti d’arte, è il caso i dire) Reddy Bobbio (pianoforte), Gianni Bobbio (flauto) nonché dei colleghi musicisti Enrico Allavena al trobone, Mario Martini alla tromba, Luca Valenti al contrabasso, Fausto Biani alla betteria. La prima parte del concerto suonerà pezzi di Redè, come detto, mentre nella seconda parte si esibirà la band  dei pignaschi, non immemori della lezione dell’avo e del compaesano.

Questa manifestazione non può interpretarsi come mero intrattenimento estivo dopo la cattività profilattica del covid, bensì quale memoria di un compositore troppo obliato e che peraltro continua – sia pure in modo discreto, come discreta fu la sua esistenza –  ad influire sulla cultura musicale pignasca. Auspichiamo che si prepari qualche cosa di più concreto, ad iniziare di una biografia e ad un catalogo delle composizioni del maestro.

Gian Luigi Bruzzone


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