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Liguria e Basso Piemonte

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In Piemonte un branco di lupi ibridi. Nell’entroterra di Genova il lupo nero. Ma a rischio la sottospecie italica e nessuno lo dice


In Piemonte hanno segnalato la presenza di un branco, ma anche individui singoli, di ibridi tra cane e lupo. Non c’è da meravigliarsi, visto che tutte le Alpi sono piene di lupi ibridi non solo e tanto con cani, ma anche di fenotipi diversi che stanno mettendo a rischio la sottopopolazione appenninica riconosciuta come a sé stante (Canis lupus italicus).

di Franco Zunino

Quello che meraviglia (si fa per dire!) è che si tema l’inquinamento della specie, inquinamento che ovviamente in quanto specie è già in atto da tempo. Il problema è che si rischia, appunto, di inquinare non la specie, ma la sottospecie, che è poi l’unica popolazione di lupi autenticamente italici! Ma questo non lo dice nessuno e, forse, non lo si dice perché non lo si DEVE dire! Un lupo qualsiasi pur che sia lupo, magari anche ibrido, va bene comunque!

    1. Il lupo nero è stato immortalato da diverse fototrappole installate nei boschi dell’Appennino ligure: alla guida di un piccolo branco, mentre attraversa i territorio e mentre guida predazioni.

      Non per nulla, nell’entroterra di Genova è comparso un lupo nero, ed ovviamente i lupofili, che se ne fregano della scienza e della genetica e tanto meno della difesa della tipica sottospecie italiana di lupo, si sono esaltati e schierati a difesa, per questa presenza; mentre quest’animale andrebbe semplicemente eliminato in quanto ibrido di non si sa bene quali animali (lupi, di quali sottospecie? cani?). E non gli è bastato definirlo un “lupo nero”, lo hanno voluto anche “battezzare”: è così che la biodiversità naturale e selvaggia della fauna italiana se ne sta andando a pallino!

    2. Intanto la solita nostra stampa di parte animalista (praticamente tutta, visto che stare con la minoranza dei cittadini non comporta né l’aumento delle vendite di copie né di voti ai Partiti politici!) diffondono le notizie degli animalisti americani preoccupati per la politica di riduzione e mantenimento di quote stabilite di lupi negli Stati nord-occidentali, che le autorità fanno per evitare di pagare gli incendi danni che arrecano al bestiame domestico (e gli americani si fanno pagare, eccome per il danno reale che subiscono; non come i nostri allevatori che non hanno la forza di ottenere la sessa cosa e devono accontentarsi di quanto gli offrono!). E definiscono questa riduzione una “strage” mentre è solo contenimento su basi scientifiche e ragionevoli. Mantenere, come hanno stabilito le autorità “almeno 15 copie riproduttive” di lupi nelle zone esterne al Parco Nazionale di Yellowstone (in gran parte Aree Wilderness) non significa sterminare il lupo, anzi significa contenerlo in modo che le proteste di chi dai lupi subisce dei danni, si riducano, riducendo i danni che arrecano agli allevatori e l’impatto sulla selvaggina venatoria. Quindi, nulla di scandaloso, caso mai solo da monitorare per evitare eccessi di abbattimenti, perché in America i lupi crescono, e come! Evidentemente non come in Italia dove i lupi non scopano più o usano preservativi, visto le stime che ne danno gli organismi ufficiali (quegli stessi organismi che in Americo stabiliscono le quote di abbattimento)!

Franco Zunino

(segreteriagenerale@wilderness.it)


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