Mendatica e le sue origini leggendarie. Il primitivo insediamento attribuito ad un gruppo di abitanti di Albenga fuggiti all’arrivo dei Longobardi e alle scorrerie saracene. Padre Renato Giusto Gastoldi non ha dubbi nella colonizzazione romana. Il paese faceva parte dell’insediamento agricolo della rustica Villas Cuxii.
Il toponimo, secondo lo studioso, deriva da Men, divinità protettrice di ovini, mentre attica, ancora dal greco, significherebbe non aigua, acqua, bensì capra, capretta. Ci sono poi aspetti recenti di storia che non hanno avuto eco sui media: il Museo Comunale di Andora dedicato a Thor Hyerdahl (vedi trucioli.it…..). Il grande esploratore scelse un’antica ed isolata chiesetta di Mendatica per la stesura definitiva dei suoi diari di navigatore.
La ‘rivelazione’ si può leggere nel secondo volume della storia di Mete d’Autore in provincia di Imperia, edito nel novembre 2003 da Ferrari Editore, a cura di Maria Teresa Verda Scajola. A firma della prof.ssa Emidia Lantrua (sindaco per due legislature dal 1999 al 2009) le notizie, oggi dimenticate, della frequente presenza del personaggio Heyerdhal a Mendatica; più precisamente nella chiesetta di Santa Margherita dove si possono ammirare antichi affreschi del Nuovo Testamento (XV sec.). Ha scritto Lantrua (vedi testo completo): “La suggestione, che si respira nel santuario di Santa Margherita, è stata colta immediatamente dal grande esploratore norvegese Thor Heyrdhal.…come cornice ideale per la stesura definitiva dei suoi diari di navigazione oceanica….Collocato all’interno della chiesa un anonimo tavolino, su cui poggiare una macchina da scrivere portatile…. Thor era uso conversare con anziani del paese, apprezzare i piatti in trattoria, rispondere a curiose domande rivolte da donne del luogo… “Qui non sono solo, sento la presenza di chi ha voluto la chiesa, di chi l’ha edificata e di chi ha cercato consolazione tra le sue mura“.
LE DUE MONESI DI MENDATICA E DI TRIORA/ ESTATE 2021
La riflessione di Cristina Sassone: “…Pensare che Monesi era ormai una località turistica all’avanguardia, attirava investitori, creava posti di lavoro e elargiva benessere alle vallate. Tante altre località famose del nostre Paese e delle Alpi non avevano la stessa nomea, turisticamente non esistevano….”.
Poi gli anni del declino inesorabile dei ‘topi che ballano’ come scriveva già nel 1981 Luciano Corrado sul Secolo XIX e La Gazzetta del Lunedì. Ma non si doveva rivelare ai lettori la verità. Cosa bolliva in pentola e ai tempi bui all’orizzonte (dissesto dei banchieri Galleani, arresti, ispezioni della Banca d’Italia nella sede di Alassio dell’Istituto di Credito di famiglia). Le conseguenze della tragica morte di Armando Lanteri, piccolo imprenditore montanaro e uomo di fiducia dei Galleani, quando già la situazione si era fatta difficile anche sul volano edilizio. Seguito dall’abbandono dell’unico albergo (Il Redentore) da parte della famiglia di Guido Lanteri che invano aveva cercato l’acquisto, ad un prezzo ragionevole, dell’immobile che gestiva in affitto da anni con successo.
Negli articoli di Corrado si cercava di documentare cosa stava accadendo e perchè. Quali erano le mire del ‘clan imperiese’ che voleva ridurre a miti consigli gli irriducibili fratelli Terenzio e Enrico Toscano che, a loro volta, si sentivano ‘traditi’ dai Galleani e dai loro affari. Tagliati fuori dalla ‘Monesi turistica’. C’era pronto un nuovo progetto di sviluppo edilizio (non bastava quello esistente dei palazzoni) finanziato da Finspao. Con i Toscano contrari a cedere altro terreno. Alle prese con studi legali di Imperia e di Genova, sotto la minaccia di possibili ricorsi ad espropri. Trattative senza fine e finite nel nulla. Anzi, nulla di concreto per il ‘risveglio’ di Monesi pur con qualche apprezzabile intervento come la ‘nuova seggiovia’, stupidamente troncata nella sua lunghezza rispetto alla prima. La prima vecchia signora dichiarata inopinatamente fuori uso da funzionari della Regione Piemonte, mentre una ‘sorella analoga’, due anni più giovane, è ancora in servizio in una delle vallate del Tirolo italiano.
Per una strana sorte del destino c’è chi possiede quell’archivio di documenti, materiale, lettere, progetti, storie di presunti ricatti border line. Anche all’allora giovane cronista toccò di essere ‘invitato’ tra le mura della ex piccola chiesetta e minacciato di brutto. “Al prossimo articolo…se vieni a Monesi non te ne vai con le tue gambe….non devi più scrivere di Monesi….”. Era l’atteggiamento rabbioso, insensato, di chi credeva che se il cronista avesse taciuto Monesi si ‘salvava’. E che gli articoli fossero portatori di altri interessi, di informatori che nell’anonimato passavano notizie che nuocevano al rilancio. Eppure bastava chiedersi: sono vere o false. E farsene una ragione, comportarsi di conseguenza.
C’è chi dubitava che tra gli informatori si nascondessero personaggi dell’entourage dei tre fratelli Galleani e chi, come Roberto Galleani, temeva che le divisioni in famiglia (tra mogli) avessero conseguenze disastrose e prima causa delle crepe del piccolo impero bancario ed immobiliare. Solo in parte era così avendo pure seguito la cronaca giudiziaria di quei tempi.
Se a ‘Monesino’ di Mendatica una causa civile tra confinanti davanti ad un giudice del tribunale civile di Imperia durò oltre una ventina d’anni, il tracollo di Monesi si è rivelato più repentino. E quando si affacciò l’ex colosso imperiese ‘Parodi – Cozzi’ con l’acquisto della fatiscente struttura alberghiera ed un progetto edilizio ricettivo, benedetto dagli amici che contavano, la ‘dea fortuna’ ha voltato le spalle ancora una volta. Per quanto tempo ancora è difficile scommettere. In altre realtà similari si è dato vita ad una Fondazione pubblica e privata, affidata a competenti e con competenze, sottratta alle nomine sponsorizzate ad personam. Il capitale pubblico prevalente ha fatto da traino ed ha rappresentato un incentivo al capitalo privato. Parliamo di due regioni interessate alle due Monesi: Piemonte e Liguria, due province, tre comuni confinanti, due Camere di Commercio.
Finora sulla cresta dell’onda comunicativa ha avuto strepitoso successo l’orchestra specializzata nell’illusionismo senza maghi. Un tempo li chiamavano ‘pifferai’. Con annunci di risurrezione (o quasi), di progetti, di volenterosi, generosi nell’ospitare dichiarazioni dei ‘potenti di turno’ che seminano ottimismo. La ricetta ripetitiva è che “bisogna tirarsi su le maniche’. Che i predecessori se ne sono fregati, ma loro fanno sul serio e mantengono le promesse.
Ad oggi anche gli alveari sono rimasti senza miele, resisteranno solo i cantori ? Giornalisti/e che non sono più voci bianche da tempo.
DAL SECOLO XIX MARZO 2021
FEBBRAIO 2021- UNA PETIZIONE, RACCOLTA DI FIRME SU CHARGE.ORG.
IL SECOLO XIX: ORA IL RILANCIO DI MONESI E’ PIU’ VICINO
“…Coinvolgere chi ha Monesi nel cuore e sensibilizzare l’intervento delle istituzioni per dare una nuova vita all’alta Val Tanaro…”. Il nuovo Comitato Pro Monesi mette al bando chiacchiere e polemiche. Come ? Migliaia di firme saranno inviate ai sindaci di Triora e Monesi, alla Regione, al Parco Alpi Liguri. “Molto si è fatto in tutti questi anni – dichiarava il portavoce del Comitato Gianni Sbriscia, ma il territorio non vuole essere solo una semplice meta di fugaci escursioni estive e invernali, ma diventare un centro nevralgico di turismo outdoor. Adesso di deve chiudere la partita con un crono-programma concreto di rilancio e per un’azione incisiva alla futura programmazione c’è bisogno del sostegno di tutti per un’azione finalmente incisiva in cui molti credono….”. Firmato Milena Arnaldi.
L’estate, sole e vacanze, corroborano il buon umore. Così via social, dopo che trucioli.it, ha ripubblicato un articolo e foto in cui si parla dell’abbandonata Poilarocca, un passo ricorda che a 104 anni, nel marzo 2017, è morta Maria Cordeglio vedova Grasso, per tutti conosciuta, ricordava il figlio chef Renato, come la ‘Regina di Poilarocca’. La frazione estiva di Mendatica che non c’è più.
E quasi a scongiurare fantasiosamente una futura Poilarocca per le due Monesi (unico caso in Italia di due realtà vicine, ma una è 64,6 km dal Comune capoluogo Triora, l’altra a 4,2 km dal suo Municipio) ecco dai ‘leoni di tastiera‘ la proposta di nominare la ‘Regina di Monesi’ unica e unita. Qualcuno, sempre tra ironia e folklore, propone pure la potenziale candidata favorita. Regina e ‘first lady’ con seconda casa a ‘Monesino’, assai introdotta nelle stanze della politica che conta; vuoi in Provincia, in Regione, vuoi nel parlamento nazionale e persino l’asset di un sottosegretario eletto nel collegio senatoriale del ponente, da Ceriale a Ventimiglia, fedeltà berlusconiana Una ‘regina portafortuna’ che potrebbe aver più successo delle petizioni popolari e meritare a tutto tondo l’incoronazione. E se rispondesse all’invito con ‘no grazie, ho già tanti impegni’ ? Col Redentore che ci volta le spalle. Non resta che la Madonna di Frontè, colpita dal fulmine e miracolata dalla devozione popolare.
PER MONESI FRANATA ED EVACUATA – 26 febbraio 2021
da IMPERIANEWS
Mendatica: altri 600mila euro per la frazione di Monesi, verrà messo in sicurezza il rio ‘Bandita’. Somma che si aggiunge agli oltre 2.000.000 di euro ottenuti dalla Regione Liguria per la realizzazione della bretella stradale e dei sottoservizi a rete, acquedotti e fognature. Il Comune di Mendatica prosegue nella programmazione degli interventi di ripristino e mitigazione del rischio frana nella frazione Monesi.
Dopo aver ottenuto l’importante finanziamento di 545.000 euro dal Ministero dell’Interno per la progettazione delle opere di messa in sicurezza del versante franato, con il nuovo Decreto del 23 Febbraio scorso è stato ottenuto una nuovo finanziamento dallo Stato di 600.000 euro, finalizzato alla messa in sicurezza e alla regimazione Rio Bandita che nel 2016 aveva contribuito alla riattivazione del movimento franoso. Tutto questo si aggiunge agli oltre 2.000.000 di euro ottenuti dalla Regione Liguria per la realizzazione della bretella stradale e dei sottoservizi a rete, acquedotti e fognature. Grande soddisfazione del Sindaco Piero Pelassa (al suo terzo mandato ndt) e dell’Amministrazione Comunale che costantemente e con attenzione porta avanti la programmazione delle strategie ed interventi necessari per ripristinare la vivibilità delle abitazioni della frazione.