Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Millesimo: il fascino del Parco Regionale di Bric Tana tra storia e preistoria


 A Millesimo si trova una piccola area protetta di interesse naturalistico ed archeologico: il Parco Naturale Regionale di Bric Tana.

 

 di Danilo Bruno

Si tratta di una zona protetta, istituita con una apposita Legge Regionale del 1985, allo scopo di tutelare un’area in primo luogo interessata dal fenomeni carsici di grande interesse come doline (piccoli avvallamenti imbutiformi del terreno attraverso cui l’acqua può raggiungere il sottosuolo), il reticolo idrografico dell’area della Valle dei Tre Re oltre alle Dolomie di San Pietro dei Monti ,costituite da calcari grigi dolomitici,che ospitano notevoli reticoli carsici.
L’area presenta pure interessanti aspetti faunistici e sotto il profilo della flora presente anche se il bosco si è sviluppato notevolmente e soprattutto la vegetazione e la presenza faunistica non è molto diversa da quella osservata tradizionalmente in questa zona della valle Bormida.
Bisogna poi segnalare un grande inghiottitoio,denominato in dialetto “Tana dre Vurp” (Tana della Volpe erroneamente volgarizzato nell’italiano Tana dell’Orpe) , che costituisce una grande ed importante realtà della zona.
L’area presenta poi alcune rilevanze storiche e preistoriche:
a) le incisioni rupestri di Biestro ove si trovano coppelle fino ad un segno longitudinale naturale sulla piattaforma sommitale del banco di arenaria del Bric Gazzaro dove quattro ciottoli ovoidali sembrerebbero essere stati messi a chiusura dello stesso;
b) il masso delle croci del Bric della Costa ove si ritrovano tracce di segni cruciforme ad attestare un possibile tentativo di cristianizzazione della zona;
c) il masso – altare di località Colla ove undici coppelle sono state incise su un masso collocato a poca distanza dalla chiesa di valico di Santa Lucia e S.Anna;
d) tre menhir di cui uno rilevante alto circa due metri e gli altri più piccoli ad attestare ulteriormente il segno della presenza di culture megalitiche pure nell’area valbormidese;
e) infine bisogna citare il sito della Tana dell’Orpe ove furono trovate tracce significative di frequentazione umana nel periodo dell’età del Bronzo.I ritrovamenti hanno permesso di datare la frequentazione dell’insediamento tra il 1700 e il 1200 AC.
Se poi si vogliono leggere meglio i dati preistorici merita una visita il Museo Napoleonico di Villa Scarzella di Millesimo dove ad un piano è stato approntato il centro visite e una mostra concernente i ritrovamenti dell’area del Bric Tana.
Questi brevi dati impongono una lettura del territorio diversa poiché pure la Valle Bormida, nota purtroppo per l’ACNA di Cengio,la Diga di San Giuseppe, la ex cartiera di Murialdo, Italiana Coke,… , presenta sicuramente dei significativi valori sociali,culturali ed ambientali insieme, ad esempio, al Fungo e la Langa di Piana Crixia,all’ area dell’ Adelasia, alla zona protetta di Rocchetta di Cairo, all’area del Rio Parasacco di Cengio,…
Evidentemente il territorio andrebbe riletto in modo significativo così da valorizzare e far conoscere fino in fondo tutti i valori ambientali e culturali esistenti anche perché per certi versi appare veramente assurdo che la Bormida Piemontese,che scivola nelle Langhe, Roero e Monferrato sia divenuta giustamente patrimonio dell’UNESCO mentre le aree più pregiate della Valle Bormida Ligure , a cui prima si accennava, non siano state neppure proposte per una candidatura congiunta con il Piemonte.
Qui in realtà bisogna rammentare il tentativo posto in essere tra il 1996 e il 1998 dalla Provincia di Savona durante l’assessorato del Prof. Riccardo Aicardi e funzionario il sottoscritto di creare una rete delle aree più pregiate della zona allo scopo di promuovere una forma di tutela dal basso,partendo dall’accordo fra comuni,associazioni e realtà locali con il supporto scientifico dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri sez. Valle Bormida.
Purtroppo il progetto venne lentamente abbandonato a favore di errata politica di industrializzazione,che si risolse nella difesa a spada tratta di siti industriali ormai quasi derelitti senza pensare ad una diversa politica industriale alta intensità tecnologica e verde con un adeguato supporto infrastrutturale,di cui oggi paghiamo purtroppo pesantemente l’assenza.
A tutto ciò si associò l’incapacità istituzionale  di vedere nell’ambiente e nella cultura un supporto ad una diversa politica di crescita sostenibile per ritrovarsi oggi con la necessità di esigere un carcere in Valle Bormida non solo perché vi siano aree più indicate ma principalmente perché non vi sarebbero altre prospettive economiche per un territorio,che si vuole ormai ridotto ad una sorta di economia di sussistenza.
Danilo Bruno

Avatar

Danilo Bruno

Torna in alto