La ragioneria dello Stato ha bocciato la richiesta del Ministero dell’Istruzione relativa all’assunzione (a tempo determinato) di 250 presunti “esperti” che avrebbero dovuto lavorare all’attuazione dei progetti legati al Recovery Plan.
di Franco Astengo
Si pone in tutta evidenza la necessità di proporre una riflessione di fondo non tanto e non solo al riguardo della cosiddetta “governance” addetta alla concretizzazione dei progetti avanzati dal Governo verso l’Unione Europea. La riflessione deve riguardare anche e soprattutto alcuni temi sui quali porre l’attenzione delle forze politiche e dell’opinione pubblica:
1) La semplificazione. E’ necessario ricordare come tutta una serie di provvedimenti nel senso dell’intervento sull’esercizio delle proprie funzioni da parte dell’Amministrazione Pubblica abbiano avuto origine da situazioni ben precise riguardanti l’estensione della “questione morale” al centro come in periferia (”questione morale” che non si è certo risolta separando politica da amministrazione). E’ bene ricordare che intere parti del Paese soffrono di una invadente presenza da parte di una criminalità organizzata ben inserita nei gangli dell’economia dei settori fondamentali;
2) La competenza. Tenuto ben presente che la concretizzazione della progettualità che sarà espressa attraverso il Recovery dovrà riferirsi all’insieme del territorio con un ruolo decisivo da svolgere parte dei livelli decentrati di governo (in questo senso si rilevano elementi molto significativi di criticità, se pensiamo al rapporto Stato /Regioni e Regioni/Comuni) sarà necessario porre sul piano centro/periferia il tema dell’adeguatezza della strumentazione e delle professionalità su cui dovrà poggiare la Pubblica Amministrazione al fine di ottenere risultati adeguati.
Nell’ambito delle esigenze di alta professionalità deve essere inclusa anche la capacità di interlocuzione di co-decisionalità con le strutture dell’Unione Europea, così come si dovrà ben tener conto dei guasti provocati dalla regionalizzazione sanitaria e del deficit di presenza territoriale nello stesso settore;
3) La programmazione. A questo proposito il quadro storicamente determinato nel nostro Paese è deficitario. L’attuale stesura del documento del Recovery lascia in sospeso modi e tempi di attuazione di progetti che, in quella sede risultano appena tratteggiati. Ancora una volta Stato, Regioni, Enti Locali sono chiamati a concorrere nel definire una programmazione di settore tale da non lasciare spazio all’improvvisazione o peggio al far rispondere le soluzioni a mere esigenze propagandistiche o al limite della regolarità;
4) La realtà delle forze a disposizione. La pubblica amministrazione ha subito nel corso degli anni un pesante assalto nella sua struttura portante a causa della continua richiesta di contenimento numerico e qualitativo del personale. E’ evidente che questo tipo di situazione dovrà essere affrontata .Quando si parla di pubblica amministrazione si deve intenderla in senso lato, compresa ad esempio l’Università che da molto tempo si trova in una situazione di forte difficoltà nel tirar fuori, principalmente in questo stato di cose assolutamente straordinario, competenze adeguate alle logiche dell’oggi e del futuro ;
5) La democrazia. Nelle decisionalità e nell’assunzione di un orientamento complessivo dovranno essere posti in primo piano gli elementi della democrazia rappresentativa, del ruolo delle istituzioni, della funzione dei corpi intermedi, del debito pubblico. Il modello dei “Commissari” non potrà risultare esemplificativo di una definizione corrente di “governance”. La funzione di indirizzo e governo di questa delicata situazione avrà bisogno di piena armonia, prima di tutto con il dettato Costituzionale, senza sospensioni di intervento, controllo, inchiesta da parte della struttura pubblica, in un quadro normativo che insista comunque sulla regia, la funzionalità, la verifica da parte della pubblica amministrazione.
Franco Astengo