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Borgio e la ferrovia: quando la Dc con l’on. Alessandro Scajola dibatteva le prospettive ‘stimolanti e costruttive”


Da Savona News: “Spostamento della ferrovia a Monte, un viaggio tra passato, presente e futuro. E quella profezia del dottor Negro… Dal ritrovamento dell’invito ad un incontro della DC per discutere del progetto, ad una chiacchierata con Gianni Nari, storico giornalista del savonese: “Una questione che risale ad almeno 50 anni fa”.

L’on. Alessandro  Scajola è stato sindaco di Imperia  e Deputato per due legislature (VIII e IX dal 1979 al 1987) della Democrazia Cristiana. Nel 1990 da vice segretario generale della Camera di Commercio di Imperia è diventato membro del CdA di Banca Carige e vicepresidente fino al 2013.

Un’abitazione sfitta, una soffitta colma di antiche cianfrusaglie ma anche di qualche vecchio mobile che al suo interno custodisce tracce di un passato ormai lontano. O forse no. Frugando con curiosità nel cassetto di un comodino impolverato ecco spuntare un biglietto, un invito, che se non fosse per lo scudo crociato della DC non sembrerebbe essere così datato. Il perché lo si intuisce da quanto scritto sopra:

La S.V. è cordialmente invitata a partecipare all’incontro sul tema: ‘Spostamento a monte della ferrovia. Quali prospettive?’ che avrà luogo sabato 19 aprile alle ore 20.45, presso il Teatro delle Opere Parrocchiali. Relatore l’On. Alessandro Scajola. Al termine dell’incontro seguirà il dibattito, che si auspica costruttivo e stimolante“.

Un incontro a Borgio Verezzi, presumibilmente risalente al 1980, con relatore il padre dell’attuale assessore regionale all’urbanistica ( Marco Scajola ndt). Ed è così che la cronaca di oggi si intreccia con quella del passato grazie ad un progetto di cui ormai si parla da tempo, ma che di concreto non ha visto praticamente nulla. “Una questione che risale ad almeno 50 anni fa” spiega Gianni Nari, storico giornalista del Secolo XIX (è stato corrispondente da Borgio Verezzi negli anni in cui lo storico quotidiano genovese aveva collaboratori in ogni citytà e anche molti paesi dell’entroterra ndt), con cui abbiamo voluto confrontarci proprio a proposito dello spostamento a monte della ferrovia nel tratto tra Finale Ligure e Andora. Un viaggio tra passato, presente e forse futuro, decisamente affascinante.

Gianni Nari, scrittore, ex dipendente Piaggio.

All’inizio degli anni ’70, proprio per lo spostamento della ferrovia era stato istituito un comitato presieduto dal dottor Giacomo Negro, all’epoca sindaco di Pietra Ligure ed esponente del Partito Liberale Italiano – racconta Nari – Una delegazione venne ricevuta a Roma dai vertici delle Ferrovie per discutere del progetto“. L’incontro in questione rimarrà nella storia per una frase più che mai profetica.

In sede di presentazione del progetto, uno degli esponenti delle Ferrovie chiese dove si trovasse Finale – svela a tal proposito Nari – un’uscita alla quale Negro, dopo un attimo di silenzio e dopo essersi alzato in piedi, replicò così rivolgendosi in dialetto ligure ai compagni giunti nella capitale con lui: ‘Andemmu figgeu, che a ferruvia a munte a nu ghe va mancu finu in tu duemilla’ (andiamo ragazzi, che la ferrovia a monte non ci va nemmeno fino al duemila ndr). Una previsione a trent’anni di distanza, ne sono passati addirittura cinquanta e la situazione è sempre la stessa anche perché nel tempo le Ferrovie hanno sfruttato il mancato accordo sul tracciato da parte dei comuni coinvolti, così i fondi che erano già stati stanziati sono stati dirottati per realizzare un’altra linea ferroviaria: la Napoli-Paola“.

Sempre a riguardo del tracciato, in particolare quello che interessa Borgio Verezzi, Nari svela un ulteriore aneddoto: “Il progetto iniziale prevedeva il transito della linea all’interno delle grotte Valdemino, ma il Comune sin da subito si attivò con successo per salvaguardarle. Il progetto di oggi è infatti diverso rispetto a quello inizialmente previsto“. Un progetto rimasto fin qui sulla carta, riuscirà il Recovery Plan a renderlo realtà? Solo il tempo lo dirà, lo stesso che ha dato ragione alla profezia del dottor Negro. “Fu lungimirante a dir poco, capì sin da subito l’antifona – la chiosa finale di Nari – quella frase è stata lapidaria“.

Roberto Vassallo

IL NUOVO TRACCIATO A BORGIO VEREZZI – Il giornalista Angelo Fresia (con il gruppo Nonperdiamoiltreno) ha scritto che:….”  il nuovo tracciato entrerà nella nuova galleria della Caprazoppa (3308 metri), dove avverrà l’ingresso nel sottosuolo di Borgio Verezzi. Il tunnel passerà sotto il borgo di Verezzi e sbucherà con un viadotto sul rio Bottassano…e che saranno…..Partendo da Finale Ligure, il nuovo tracciato a monte passerà a un centinaio di metri dal sito archeologico delle Arene Candide. La nuova galleria della Caprazoppa sfilerà anche a poche decine di metri dalle Grotte di Borgio Verezzi…”.  

Da Borgio Verezzi nessuna reazione dell’Amministrazione comunale almeno per quanto si è letto, né di associazioni.  Solo Gianni Nari assicura che Borgio ha ottenuto che il tracciato salvaguardi le grotte. E’ proprio così ? Ci sono pure agenti immobiliari che confermano la tesi di Nari.  Siamo in buone mani. 

Forse sono tutti consapevoli che, come ha ricordato il sindaco di Alassio,  Melgrati, con tanto di comunicato scritto che “il progetto è stato approvato e porta la firma di tutti i sindaci dei Comuni interessati da Andora a Finale Ligure”. Si aggiunga che tra i più attivi e tenaci sostenitori dei binari a monte (come documentano  60 anni di archivio stampa) c’è stato il più volte sindaco di Borgio, Rag. Enrico Rembado, democristiano della prima ora, seppure della sinistra del partito. Con l’allora sindaco di Loano, avv. Mario Rembado (non sono parenti) diedero vita ad un Comitato che promosse negli anni anche un raccolta popolare di firme. Le due cittadine le più convinte sostenitrice che la ferrovia deve traslocare.

E DA PIETRA LIGURE UNA CARTOLINA STORICA

Dopo la cartolina dedicata a Villa Bosio, che accoglie chi, da Loano, si appresta ad accedere al Centro Storico del Paese, è la volta di mostrare Villa Negro, che un secolo fa salutava così chi giungeva da Borgio Verezzi.


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