Come già anticipato a inizio febbraio da Trucioli il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure (da poco ricostituito, dopo una lunga e travagliata gestazione) nella riunione di venerdì scorso ha assegnato a Palumbo SuperYacht Savona Srl la concessione ventennale “per il mantenimento e l’uso del complesso industriale per la nautica da diporto ubicata nello spazio acqueo antistante la banchina nord-est del bacino portuale di Savona”.
di Massimo Macciò
Si chiude così, a meno d’improbabili colpi di scena, la spinosa questione aperta a dicembre del 2017 con il fallimento della MondoMarine: una crisi che, tra bandi di gara validati dal TAR e annullati dal Consiglio di Stato, controversie legali e odissee burocratiche, ha visto l’intervento a vario titolo di alcuni tra i colossi non solo nazionali della cantieristica.
La Palumbo SuperYachts (che, peraltro, sostiene di non aver ancora avuto la comunicazione ufficiale della concessione) potrà quindi attivare il piano industriale presentato a fine 2017, che prevede l’acquisto del ramo d’azienda dalla curatela fallimentare e il rinnovamento di impianti e attrezzature attraverso un piano di investimenti scandito da una precisa tabella di marcia. Una serie di interventi che sono ormai diventati urgenti, visto che il cantiere – dove sono attualmente presenti dodici imbarcazioni tra manutenzione ordinaria e straordinaria – subisce gli effetti negativi dello stallo occupazionale dovuto alla crisi della MondoMarine di Falciai e soci (per il quale è ancora in piedi un procedimento penale).
Nell’accordo siglato tre anni fa rientra anche l’impegno formale di mantenere il personale ed i livelli occupazionali preesistenti alla crisi di fine 2017. Impegno finora rispettato dall’armatore napoletano e che deve essere oggi portato a conclusione: attualmente nove dei tredici lavoratori il cui contratto è scaduto a dicembre 2020 non sono ancora rientrati in azienda.
I dipendenti dello storico complesso ex-Campanella mantengono lo stato di agitazione e chiedono che la situazione si regolarizzi nel più breve tempo possibile. “Anche perché – spiega Luca Valente, attualmente rappresentante per la sicurezza in cantiere e portavoce delle maestranze – molti lavoratori sono in realtà ancora a carico della curatela fallimentare. Ci aspettiamo, a questo proposito, che si arrivi alla chiusura del fallimento con il ritorno dei dipendenti alla Palumbo e il pagamento dei creditori della vecchia società, tra cui gli stessi lavoratori. Abbiamo deciso di ricomporre entro giugno la RSU aziendale per poter partecipare direttamente – e non solo attraverso i sindacati territoriali – agli incontri che si susseguiranno da qui in avanti”.
Il cantiere oggi è pieno di imbarcazioni ma molti reparti, tra i quali l’Ufficio Tecnico, un settore strategico per l’azienda cantieristica, sono ridotti ai minimi termini. “Auspichiamo – prosegue Valente – che le decisioni fondamentali riguardanti la forza-lavoro vengano concertate in un tavolo di trattativa cui partecipino – come già era accaduto nel 2018 – anche il Comune, le sigle sindacali più rappresentative e la stessa Unione Industriali”.
L’auspicio dei lavoratori della Palumbo (un’azienda che, tra dipendenti diretti e imprese in subappalto, occupa più di 150 lavoratori) è che la Palumbo faccia tornare in cantiere nel più breve tempo possibile tutti i trentacinque occupati, e che utilizzi i mesi estivi, in cui il lavoro tradizionalmente si alleggerisce, per compiere i lavori di ammodernamento e sviluppo così da rendere possibili anche le nuove costruzioni che l’azienda si propone di fare e che la grande capacità delle maestranze permette oggi di realizzare.
Massimo Macciò