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Templari: omicidio rituale di don Antoine nella notte magica di Halloween


Cronaca nera dei Templari. L’omicidio rituale del curato. Nel piccolo e malandato cimitero di Coustaussa,  minuscolo villaggio francese della Regione dell’Aude in prossimità dei Pirenei, si trova una tomba particolare, quella del sacerdote Antoine Gèlis, parroco della città dal 1857 al 1897. Sulla sua lapide, erosa dal tempo e dalle intemperie, una scritta:  “Assassinato in questa parrocchia, vittima dell’odio di persone malvagie nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre del 1897”.

di Michele Allegri

Sulla lapide, al posto della consueta croce latina con o senza la figura di Gesù, c’è   invece una croce greca con al centro una rosa marmorea che ci rimanda alla Fratellanza segreta dei Rosacroce, della quale han fatto parte scienziati, medici, scrittori, filosofi, ecclesiastici di rango dalla fine del 1400 in tutta Europa.

Diversamente da tutte le altre tombe all’interno dello stesso cimitero, che sono rivolte a Sud, la tomba di questo parroco è rivolta a Ovest, precisamente in direzione della chiesa di Santa Maria Maddalena, conosciuta ai più come la chiesa di Bérengere Saunière, il parroco che ha reso celebre in tutto il mondo la città di Rennes-le-Château, nella Regione dell’Aude (che corrisponde al greco Ade o regno dei morti), in Linguadoca.

Proprio in Linguadoca o Occitania, l’Ordine dei Templari aveva avuto nel Medioevo più di un terzo dei suoi possedimenti immobiliari ed aveva espresso nel 1156 un Maestro Supremo o Gran Maestro nella persona del nobile Bertrand De Blanchfort, esponente di una potente famiglia locale che aveva fama di praticare l’alchimia e la magia e che aveva dato un aiuto militare in difesa degli eretici catari contro le forze papaline.

L’omicidio rituale di don Gèlis fu compiuto ritualmente nella notte magica di Halloween, un’antica festa pagano-celtica in onore dei defunti che tornano in vita. Non è un caso che le leggende locali della Linguadoca indicano questi territori come i luoghi di deposito del Graal, il mitico oggetto pagano-cristiano in grado di donare immortalità o di far resuscitare i morti.

Il parroco aveva 70 anni, avrebbe dovuto andare in pensione proprio il 1° novembre. Due o tre persone gli fecero visita quella notte. Si fecero aprire il portone di casa da lui e dopo averlo torturato, lo uccisero nel presbiterio tra mezzanotte e l’una del mattino, spaccandogli la testa con un attizzatoio. Secondo la nipote ed i vicini di casa, il parroco conosceva bene chi lo aveva ucciso. Di sera, infatti, non era uso aprire la porta se non ad amici, cioè a parroci e a parenti. La porta era sempre sbarrata e preceduta da un campanello che segnalava con il suo forte rumore il passaggio di chiunque. Poco tempo prima, sempre nel presbiterio, erano penetrati alcuni ignoti individui mascherati col fine di trovare qualcosa di nascosto.

La polizia e il magistrato che accorsero l’indomani sul luogo del delitto, la casa del curato che si trova ad una decina di metri dalla sua chiesa, definì il delitto “crudele e di natura rituale, scaturito all’interno di un gruppo legato da saldi vincoli di omertà”. Il verbale riporta per ben tre volte la frase in occitano mare de sang, cioè mare di sangue. Il decesso risulta che sia avvenuto dopo un’aspra lotta nella quale “il sacerdote dalla corporatura minuta ed esile” fu sopraffatto dalla furia degli omicidi.

Si ipotizzò che gli assassini fossero esecutori di ordini altrui, di persone molto benestanti, acculturati e conoscenti della vittima e delle sue abitudini. Gèlis lottò con tutte le sue forze per raggiungere la finestra che dava sulla strada forse nel tentativo di chiedere aiuto. Uno dei killer, invece, impugnò un attizzatoio del camino e colpì con ferocia e ripetutamente la vittima alla nuca e alla schiena, badando bene a che non morisse subito ma agonizzasse lentamente, quasi nel tentativo di farlo parlare.Il corpo poi fu composto dai killers a terra, sulla pozza di sangue, con le braccia conserte sul tronco. Su di esso fu trovato un biglietto, scritto su una cartina di marca Le Tsar, sigarette non esistenti in commercio in Francia perché vendute solo in Russia, Romania, Ungheria, proprio dove il vicino ed amico parroco Saunière aveva aperto dei conti correnti bancari anomali.

Su quella cartina di sigaretta gli assassini scrissero le seguenti parole, dal basso verso l’alto e l’una sopra l’altra, Viva Angelina dove la a piccola di Viva è sulla stessa linea verticale della A grande di Angelina, come a formare la sigla aA, un’organizzazione segreta della Linguadoca definita come un “circolo esterno” della Compagnia del Santissimo Sacramento e dedita a pratiche di magia egiziana.

La Compagnia o “Cabala dei devoti” era molto forte in Linguadoca, nonostante avesse la sua sede principale a Parigi. Nacque e si mosse in concomitanza al proliferare sui muri della Capitale francese di misteriosi manifesti che annunciavano la presenza del Collegio Invisibile dei Fratelli della Rosa-Croce in città. La Compagnia era governata da un “cenacolo invisibile” e ad essa erano affiliati nobili, giudici, ecclesiastici ed avvocati, molti dei quali erano legati al re di Aragona.

Per tornare al delitto in questione, gli assassini, dopo l’omicidio, aprirono la borsa del prete e la frugarono “non per rubare ma solo per cercare qualcosa”, come scrisse il magistrato. Forzarono anche la serratura di una cassetta. La lasciarono aperta. In essa la polizia trovò 1.500 franchi dell’epoca, monete d’oro e molti titoli al portatore e non solo. C’era un quadernetto con annotazioni commerciali: prestiti al curato di Trebes, denaro investito in obbligazioni ferroviarie, note scritte di pugno dal curato, circa 13.000 franchi (di allora), nascosti in sagrestia, sotto il tabernacolo, sotto una roccia ed in altri nascondigli particolari. Denaro che poi puntualmente fu trovato dalla polizia.

Come Saunière, anche Gèlis, non era quel “povero curato di campagna” che appariva. A cosa doveva servire tutto quel denaro nelle disposizioni dei due sacerdoti? Quale Mission dovevano portare a termine? Per conto di chi? E perché fu ucciso Gèlis?

Per incamminarvi verso la soluzione del caso, non vi resta che leggere il mio libro “Enigma Esoterico”, un e-book che trovate su Amazon.

… continua…

Michele Allegri


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