Un giovane bravo cronista che torna per un giorno all’attacco. Il 21 gennaio 2021, Angelo Fresia, per oltre 10 anni, apprezzato corrispondente de La Stampa per il ponente savonese (licenziato quando ha chiesto di essere contratualizzato secondo il contratto di lavoro giornalistico), ha scritto sulla sua pagina Facebook un interessante commento sullo spostamento a monte della ferrovia da Andora a Finale Ligure, col tratto a binario unico da Loano a Finale. Coinvolgendo i lettori in ben 295 commenti.
Premettiamo che la sorte professionale ci aveva riservato, nell’ottobre 1969, di assistere all’incontro tra l’allora ministro dei Trasporti, Remo Gaspari, Dc corrente dei ‘pontieri’ di Emilio Paola Taviani, ligure doc, con gli amministratori pubblici interessati al trasferimento dei binari a monte. L’articolo sul Secolo XIX che sotto riproduciamo, fu scritto dall’allora responsabile (prof. Franco Rognone di Savona) dell’appena inaugurato ufficio di corrispondenza del Decimonono ad Albenga. L’era del direttore Piero Ottone che rilancio ‘ con successo di copie e pubblicità le redazioni provinciali.
Per noi c’era stato l’esordio (1966) nella Settimana Ligure e dopo la chiusura dato vita a La Nuova Liguria. Dal gennaio 1970 abbiamo preso il posto di Rognone per la zona Andora – Finale ed entroterra montano. Tra i nostri difetti, o forse pregi, quello di tenere un archivio stampa e documenti pubblici che trattavano la problematica spostamento dei binari e soppressione dell’attuale sede. Come non ricordare le tante battaglie del sindaco di Borgio Verezzi, Enrico Rembado e del collega loanese Mario Rembado, entrambi di DC. A seguire Angelo Vaccarezza e Francesco Cenere.Un referendum su nuovi sottopassi alla ferrovia in quel di Loano. Persino una raccolta firme (oltre 9 mila) a sostegno del trasferimento dei binari. Un dossier di migliaia di ritagli stampa, progetti, istanze, ricorsi, interpellanze in Parlamento, ordini del giorno. Al Tar fecero ricorso 34 proprietari di terreni da Albenga a Borghetto interessati dal nuovo tracciato (ricorso respinto). Il più danneggiato e sconsolato, dopo tante lotte, Mario Anfossi comproprietario della più estesa azienda agricola della Liguria (oltre 300 ettari) coltivati, parte dati in affitto (un tempo mezzadri), che si vedeva divorati almeno 60 mila e forse più mq. Inutile inoltre la ferma opposizione del ‘Comitato Territoriale per la salvaguardia del territorio e la tutela della popolazione e delle attività produttive” con Franco Stalla.
Bene, pochi mesi fa un chicca inattesa per il vecchio cronista e già accennata nel recente passato. Con servizio sempre rinviato non riuscendo a seguire, da volontari senza pretese, il territorio che trucioli.it cerca di raccontare e testimoniare. L’incontro con un pensionato funzionario delle Ferrovie del Centro Nord, a Torino, che aveva seguito pure l’iter progettuale dei binari a monte e scoprì, da sera al mattino, che a Roma modificarono il progetto che riguardava il tracciato di Loano. La linea ferrata doveva passare interamente in galleria, con la stazione comprensoriale a Borghetto e quella di Pietra Ligure trasferita su un viadotto rialzato ai confini di Tovo San Giacomo (si pensi solo alle esigenze della cittadella Santa Corona). Un regalo che fece felice decine e decine di proprietari di aree a Loano per lo ‘scampato pericolo’. Da aree vincolate a libere, escluse quelle della sottostante galleria. Molti mq. finiti tra le braccia di speculatori immobiliari o chi, comprensibilmente, poteva costruirsi una villa o una casa unifamigliare.
Non solo, trucioli.it ha dato conto negli anni che ad ogni annuncio di imminente decisione esecutiva dei binari a monte schizzavano i prezzi degli alloggi, perlopiù seconde case che si affacciano sulla ferrovia ed erano stati costruiti con il pazzo boom palazzinaro. C’è chi calcolava che la ‘provvidenza’ baciava non meno di un migliaio di proprietari nella zona tra Ceriale (da levante) a Borgio Verezzi. E non abbiamo dati del tratto da Andora ad Albenga. Un altro migliaio ?
Buon ultimo, per la cronaca, i servizi giornalistici del dopo stazioni ferroviarie a monte da Sanremo a Diano Marina. In primis i gravi disagi dei pendolari che si recano al lavoro e non in vacanza. L’assenza di collegamenti di bus (soprattutto serali e notturni) con il centro città e le stesse prime periferie. Tantè che all’italiana si è continuato a rinviare, a non decidere una volta per tutte nell’interesse comune, senza essere soggiogati, come accaduto, da interessi di parte e lobby varie. Per concludere tutti i partiti rappresentanti in Parlamento, centro destra e centro sinistra, gli stessi M5S, sono per approvare definitivamente il progetto trasferimento con qualche piccola modifica. L’unico vero freno resta il reperimento dei fondi. Ma pare ormai prossima una svolta decisiva. Grazie alla pioggia di miliardi europei per le gravi conseguenze della terza guerra mondiale, quella del Covid. Sappiamo quando è iniziata, ma nulla di certo sulla fine, parliamo di tempi.(L.C.)
Con la nomina del commissario per lo spostamento a monte della ferrovia tra Finale Ligure e Andora, si compie in questi giorni l’ultimo atto di guerra contro l’economia e i cittadini del ponente savonese. Ovviamente non è un atto di guerra gratuito. In ballo c’è un miliardo (MILIARDO) e 540 milioni di euro, il costo previsto per realizzare la nuova tratta ferroviaria di 31,4 chilometri, di cui 25 in galleria. Una bella torta da spartire: appalti da assegnare, terra da movimentare, posti di lavoro, incarichi ben retribuiti. Poi c’è la valorizzazione di immobili e terreni nei pressi delle future stazioni, che ora hanno prezzi molto bassi perchè si trovano in zone decentrate, ma che potrebbero lievitare grazie a quest’operazione. E infine ci sono gli appetiti del mondo dell’edilizia sulle attuali aree ferroviarie. Che adesso sono occupate da stazioni e traversine, ma che in futuro potrebbero diventare case (seconde case, ovviamente) dalle valutazioni stellari, perché a pochi metri dal mare. Avete presente dove passa adesso la ferrovia? Ecco, appunto.
Un sacco di interessi, ben assortiti, non c’è che dire. E allora perché opporsi allo spostamento a monte della ferrovia? A chi non conviene lo spostamento a monte della ferrovia?
Se conoscete poco i motivi dello spostamento a monte, i promotori dell’operazione cercheranno di “intortarvi” soprattutto con due pseudo-motivi. A: “C’è ancora il binario unico”. B: “La ferrovia taglia i paesi in due”.
Commenti Facebook-
Marco Lazzari- Questo è il quesito eterno del ponente: si al raddoppio e quindi benvenuta alta velocità anche da noi e chi scrive è un pendolare Albenga Ventimiglia che sognerebbe solo di accorciare questo viaggio infinito però il tutto comportando il sacrificio delle stazioni cittadine per pendolari, turisti, etc .. quindi addio comodità a tutti gli effetti.. comunque ho imparato che …tra dire e il fare….. Ci passa il mare … Ne sentivo già parlare da bambino del raddoppio e sicuramente i miei figli quando saranno adulti ne discuteranno ancora …..