Nella previsione di elaborare un progetto compiuto in vista delle elezioni savonesi del 2021 il gruppo “Il Rosso non è il Nero” ha già lavorato attorno ad un testo sufficientemente compiuto nei diversi aspetti. Occorre ritrovare la necessaria articolazione di pensiero per trattare i giusti termini programmatici in base ai quali pensare alla concretezza necessaria per una nuova amministrazione comunale in grado di rilanciare la Città.
di Franco Astengo
Abbiamo già fatto notare come il tema della comprensorialità assuma in questo frangente una valenza decisiva. Ribadiamo: la questione centrale per Savona e il suo comprensorio sarà quella di di risultare all’altezza della situazione che si aprirà sul piano della capacità di rapporto con i possibili flussi di spesa derivanti propria dalla stesura e poi dall’applicazione del Recovery Plan.
Beninteso l’applicazione di questo strumento risulterà contraddittoria, graduale, di difficile valutazione e applicazione immediata ma costituirà, nel medio periodo, un punto ineludibile di riferimento per il lavoro degli Enti Locali. Nella necessaria interlocuzione con Regione e Governo dovrà risultare necessario costruire un soggetto unitario di coordinamento, confronto, pianificazione che tenga assieme l’area savonese costiera e la Val Bormida.
Abbiamo già ricordato come le condizioni politiche, economiche e sociali siano molto diverse da quelle nelle quali, qualche decennio or sono, si costruì il PRIS, ma il tentativo di costruzione di una diversa soggettività istituzionale e progettuale andrà comunque svolto: per prima cosa Savona deve assumere la guida di questo processo sostituendo il principio che ha portato all’area di crisi industriale complessa proprio sul piano del “limitarsi alla crisi” da mutare in “pensare al progetto”.
Al posto dell’area industriale di crisi complessa va costruito un soggetto di coordinamento capace di porsi in grado di intercettare i già più volte citati flussi di spesa. Ci siamo già cimentati nell’indicazione di alcune priorità da sottolineare da questo punto di vista : centralità territoriale della sanità pubblica; infrastrutture per l’uscita dall’isolamento; bonifica aree industriali dismesse.
Adesso va aggiunto un altro capitolo perché sarà a livello comprensoriale che Savona dovrà essere presente nel progetto di transizione che dovrebbe essere previsto nel completamento della stesura del PNRR. Siamo in ballo con la questione della proposta del raddoppio a gas della centrale Tirreno Power di Vado Ligure (proprio mentre sono in corso le deposizioni dei tecnici nel processo riguardante i passati fenomeni di inquinamento derivanti dall’uso del carbone).
Non possiamo permetterci il lusso di tornare a un conflitto tra lavoro e ambiente che ha caratterizzato per decenni la storia della nostra provincia (non è il caso di ricordare la tragedia dell’ACNA) ma egualmente abbiamo necessità di una strategia di sviluppo industriale.
Sarà soltanto al livello di una struttura di comprensorialità che comprenda Savona, la sua area costiera e la Valbormida che si potrà costruire una proposta di ingresso nel PNNR e nel PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima) attraverso una elaborazione che preveda nuovi impianti produttivi alimentati da fonti rinnovabili: impianti destinati a intensificare interventi sull’efficacia dell’efficienza energetica.
Savona e il suo comprensorio non possono rimanere tagliati fuori da questo livello di progettualità che non potrà però rimanere isolato nel suo contesto specifico: trasporti, edifici, portualità, l’insieme del territorio dovranno risultare progressivamente adeguati a questo tipo di sfida. Ad esempio: le ferrovie devono rappresentare un pezzo di questa transizione ma la mobilità interna al comprensorio reclama attenzione e investimenti ed emerge la necessità di un’elaborazione comune che tenga conto di entrambi gli elementi.
Il tema della transizione energetica deve allora essere pensato a livello di area vasta (appunto il comprensorio) e riguardare diversi specifici aspetti complementari in modo da produrre una svolta possibile nella qualità della vita e nella stessa prospettiva di crescita economica necessaria per farci uscire dall’isolamento e dal declino.
Franco Astengo
SAVONA 2021: STRUMENTI DELLA COMPRENSORIALITA’
di Franco Astengo
La previsione dello svolgimento delle elezioni amministrative 2021 deve indurci a promuovere alcuni spunti di riflessione raccolti attorno agli elementi di novità che riguardano l’intero sistema delle autonomie e che dovranno trovare applicazione specifica in ogni singola situazione locale. Savona non potrà dunque sottrarsi a questa necessità di aggiornamento nell’elaborazione progettuale.La novità più importante riguarderà il fatto che per la prima volta dopo molti anni il sistema delle autonomie locali potrebbe trovarsi nella condizione di poter intercettare flussi di spesa, anziché essere posto nella condizione di un’opera di costante contenimento.
Il sistema delle autonomie locali nel suo complesso dovrà, infatti, modificare metodi e sistemi rilevando le modalità più adatte per muoversi nel contesto del Recovery Plan. Dal punto di vista dei Comuni si dovrà tener conto delle novità intercorse sul piano istituzionale: a)mutamento di ruolo delle Regioni soprattutto in direzione proprio della facoltà di spesa;
b) diminuzione di peso politico e amministrativo delle province, pur confermate di rango costituzionale ma ridotte a ente di secondo grado.
In questo quadro il tema della comprensorialità assumerà una valenza a decisiva, dopo essere stato dimenticato per un lungo periodo. L’acquisizione di una dimensione comprensoriale risulterà fondamentale per trovare la forza necessaria all’interlocuzione con Regione e Governo. Si tratterà di risultare all’altezza della situazione che si aprirà sul piano della capacità di rapporto con i possibili flussi di spesa derivanti propria dalla stesura e poi dall’applicazione del Recovery Plan. Beninteso l’applicazione risulterà contraddittoria, graduale, di difficile valutazione e applicazione immediata ma costituirà, nel medio periodo, un punto ineludibile di riferimento per il lavoro degli Enti.
Qualche anno fa il CNEL aveva definito la provincia di Savona come divisa in tre parti: oggi invece si può dire che due parti, quella del savonese costiero e della Val Bormida siano sostanzialmente unificate in una situazione che – usando una terminologia tanto usuale da essere scambiata per banale- può essere definita come post – industriale. La nostra provincia può quindi essere racchiusa in due parti: area centrale comprendente il savonese costiero e la Valbormida e il Ponente che presenta caratteristiche affatto diverse dalla prima area.
Nella nuova situazione che potrebbe crearsi nell’interlocuzione con Regione e Governo diventa allora necessario costruire un soggetto unitario di coordinamento e confronto che tenga assieme l’area savonese costiera e la Val Bormida. Certamente le condizioni politiche sono molto diverse da quelle nelle quali, qualche decennio or sono, si costruì il PRIS, ma il tentativo di costruzione di una diversa soggettività istituzionale e progettuale andrà comunque svolto.
Per prima cosa Savona deve assumere la guida di questo processo concedendo in ogni caso pari dignità alle altre amministrazioni.Deve essere sostituito il principio che ha portato all’area di crisi industriale complessa (proprio sul piano del “pensare alla crisi” da mutare in “pensare al progetto”). Al posto dell’area industriale di crisi complessa va costruito un soggetto di coordinamento capace di porsi in grado di intercettare i già più volte citati flussi di spesa.
Vanno così individuate tre priorità, poste sul terreno della sanità, dell’uscita dall’isolamento, dal rilancio delle attività produttive :
1) il rovesciamento territoriale dell’intervento sanitario e il mantenimento del ruolo pubblico degli attuali presidi;
2) il completamento delle infrastrutture ferroviarie dalla Maersk verso Savona e il raddoppio verso il Piemonte (che diventa prioritario rispetto al raddoppio Finale – Andora e al tratto autostradale Albenga – Predosa);
3) la bonifica delle aree industriali dismesse sulla costa e in Val Bormida.
Naturalmente l’avanzamento di queste priorità progettuali non dovrà sacrificare l’insieme della complessità necessaria di elaborazione per un programma nel quale si contengano tutte le indicazioni necessarie per governare la Città anche oltre i 5 anni della tornata amministrativa. Il salto di qualità necessario per passare da una situazione di contenimento della spesa a una fase di intercettazione di nuovi flussi di finanziamento collegati a progetti precisi, reclamerà non solo capacità di elaborazione ma costruzione di strutture adeguate per avviare il dialogo con Regione e Governo: in questo senso il tema della comprensorialità diventerà decisivo e dovrà essere oggetto di dibattito anche in anticipo alla campagna elettorale (se possibile sarebbe utile una discussione di merito posta al di fuori dal ristretto quadro della propaganda spicciola).
Franco Astengo