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Liguria e Basso Piemonte

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Imperia, il parroco più longevo d’Italia: don Luigi, 94 anni il 4 gennaio. Tre parrocchie di montagna e insignito ‘Cappellano di Sua Santità’ da Papa Francesco


E’ sacerdote incardinato nella diocesi di Ventimiglia – Sanremo. E’ il parroco secolare, in servizio pastorale, più longevo d’Italia. A 94 anni don Luigi Rubino, Reverendo monsignore, dice ancora Messa a Carpasio, Montalto e Ciabaudo spostandosi con la sua utilitaria. E’ in buona salute e con la ricchezza della fede. Nella  sua vita sacerdotale si sono alternati sei vescovi diocesani.

Premessa di cronaca nazionale. Era venerdì 4 marzo 2016 quando ​Don Luigi Curti aveva da poco compiuto 102 anni. Per 80 anni era stato al servizio della parrocchia di Marzio, nel Varesotto ma diocesi di Como, dove era arrivato quando il Papa era Pio XI.  Don Luigi era il parroco più longevo d’Italia come si legge sui mass media. È morto a Marzio (Varese) e per festeggiare l’ultimo compleanno era arrivato anche l’arcivescovo di Como (della cui diocesi Marzio fa parte) Monsignor Diego Coletti.
Il reverendo mons. Luigi Rubino in talare con la fascia di Cappellano di Sua Santità insieme al suo vescovo di Ventimiglia – Sanremo, Sua eccellenza mons. Antonio Suetta loanese

Oggi il radioso primato è nell’imperiese dove vive il prevosto più anziano d’Italia. In piena attività  Don Luigi Antonio Rubino: 94 anni appena compiuti, lunedì 4 gennaio, e a quanto pare senza particolari festeggiamenti, né echi di stampa.  Forse meritava qualcosa di più almeno dal nostro TGR Liguria.

Don Luigi fedele alla sua missione continua a celebrare la Santa Messa nelle sue tre parrocchie anche in tempi di Covid e pandemia. Lo fa spostandosi continuamente, al volante dell’auto, su strade tortuose e anche pericolose, con il bello e cattivo tempo. Nell’anno appena passato ha pure raggiunto i 70 di sacerdozio. Nato a Bajardo, imparentato con l’Antonio Rubino, celebre illustratore del secolo scorso.

Il 27 gennaio 2019 SanremoNews con Stefano Michero scriveva: “Don Luigi era il primo di tre figli, due fratelli e una sorella.  Continua a dire Messa una volta al giorno. Ma il sabato e la domenica, con qualsiasi tempo, si reca nelle tre parrocchie per non far mancare il conforto e la speranza delle parole di Dio ai suoi “tre greggi”. Ultranovantenne e non sentirli, verrebbe da dire guardando Don Luigi: vera  propria istituzione della Valle Argentina e soprattutto a Carpasio, Montalto e Ciabaudo (frazione di Badalucco)”.

Tre anni fa Papa Francesco l’ha insignito del titolo di Reverendo monsignore ‘Cappellano di Sua Santità’, ma da allora non è cambiato nulla per questo autentico parroco di campagna. La sua è una vita di fede tra le montagne e uso ricorrere alla lettura, alla meditazione del Breviario. Amato e rispettato 

dai parrocchiani.

Nel lontano 1950 era stato nominato viceparroco di Badalucco, poi divenne parroco di Carpasio e infine di Montalto. Il suo primo vescovo è stato Agostino Rousset † (27 gennaio 1933 – 3 ottobre 1965 deceduto). Poi Felicissimo Stefano Tinivella, O.F.M. † (9 novembre 1965 – 22 febbraio 1967 nominato arcivescovo di Ancona e Numana, amministratore apostolico; Angelo Raimondo Verardo, O.P. † (8 aprile 1967 – 7 dicembre 1988 ritirato); Giacomo Barabino † (7 dicembre 1988 – 20 marzo 2004 ritirato); Alberto Maria Careggio (20 marzo 2004 – 25 gennaio 2014 ritirato). Dal 2014 Antonio Suetta nato  a Loano il 25 novembre 1962.

Ciabaudo, 12 abitanti, incontaminata e piccola frazione di Badalucco

CIABAUDO E LA SUA STORIA – Tra i paesi meno noti figura senz’altro la piccola Ciabaudo che sorge a circa 700 m.s.l.m. L’origine etimologica del nome deriva da “Sabaudia”, per via dell’ accampamento di truppe Sabaude ai tempi delle guerre Franco Italiane. Fondata attorno all’ inizio del XVIII secolo da una famiglia proveniente da Realdo, ebbe uno sviluppo costante fino al secondo dopoguerra; nel 1836 venne realizzata la Chiesa del S. Rosario realizzata al posto di un precedente tempio religioso di cui sono scomparse le tracce.

Lungo il corso del torrente Oxentina sorgono quattro piccoli borghi, collocati ad altitudini che variano dai seicento ai settecento metri. Questi abitati sono quelli di Ciabaudo, Argallo e Zerni, collocati nel comune di Badalucco, e Vignai, frazione del comune di Bajardo.
Un contesto ricco quindi sia dal punto di vista storico che, e soprattutto, da quello paesaggistico culturale, immerso in una vallata che ha mantenuto le sue caratteristiche naturali, non essendo stata soggetta allo sviluppo urbano edilizio che a partire dagli anni Sessanta del novecento ha interessato molti altri paesi e vallate limitrofe. Ciò consente alla valle Oxentina di essere un posto quasi incontaminato, ricco di natura, cultura, monumenti ed acqua, elemento fondamentale per la vita e l’ ambiente.

 


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