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Noli e San Giovanni di Malta. Sede mancata di museo che la città merita. Ignorate le mie proposte ai sindaci


A Noli appena fuori della Porta di San Giovanni si trova l’antica chiesa di San Giovanni di Malta, probabile struttura assistenziale dei Cavalieri di Malta ed edificio storico citato nelle cronache della Repubblica. L’edificio agli inizi del secolo ormai non aveva più alcun elemento di pregio storico e artistico se si eccettua l’architrave sulla porta di ingresso, oltre a sede dell’attivissima AVIS di Noli.

di Danilo Bruno

L’antica chiesa di San Giovanni Battista in una foto d’archivio tratta da Wikipedia

Il locale poteva costituire la sede di quel museo archeologico che la città meriterebbe ma che non ha mai avuto.

Si trattava di agire su  più punti in modo da ottenere in tempi celeri una sede espositiva degna di questo nome, tenendo presente che la mostra sulle scoperte archeologiche più recenti tenutasi alla Fondazione S. Antonio, nel 2007, era stata organizzata anche per acquisire elementi espositivi da utilizzare poi nel futuro museo archeologico (il villaggio incendiato,i supporti espositivi per il deposito delle monete,le tombe,…).
Il Comune con il sottoscritto quale dipendente, responsabile anche della cultura, e la dott.ssa archeologa Alessandra Frondoni in Sovrintendenza lavorarono d’intesa per raggiungere un risultato utile alla collettività.
a) si ottenne la disponibilità dell’immobile in comodato d’uso dalla Curia Diocesana;
b) si trovò una idonea nuova sede all’AVIS di Noli (al piano di sopra dell’ambulatorio comunale) in una parte di Palazzo Civico riordinata e restaurata;
c) si trovò un deposito per il materiale di scavo da studiare e non trasportabile a Genova (prima la ex scuola di Voze e poi in altro luogo del comune);
d) ci si mosse per trovare un adeguato finanziamento, che potesse supportare la progettazione del museo e i lavori di restauro.
Sicuramente questo punto fu il più complesso poiché forse a ben vedere il Comune accettò di lavorare all’idea più sul traino del sottoscritto e della dott.ssa Frondoni che per una vera intenzione di arricchimento culturale della collettività, che avrebbe potuto finalmente vedere esposti i dati più importanti della propria storia di cui si era trovata l’origine molto addietro nel tempo, risalendo fino all’età romana repubblicana.
Si sarebbe potuta trovare una degna sistemazione alla lapide della “Domina Lidoria”, usata a copertura di un’altra tomba ma che ricorda la sepoltura di una donna romana e cristiana, al deposito di monete romane ritrovato ( se non erro) nello scavo di via XXV Aprile e oggi studiato dal prof. Arslan nel recente volume su Noli curato dalla dott.ssa Frondoni, alle tracce dell’approdo romano,..
Si sarebbe insomma aperto un velo per una comunità, che si sarebbe riappropriata della propria storia e soprattutto avrebbe potuto creare un percorso di visita,che partisse da S.Lorenzo di Varigotti e passando per il  Sentiero del Pellegrino , giungesse a San Lazzaro, S. Margherita e S. Giulia per poi scendere a San Paragorio e a San Giovanni di Malta.
Tornando alla nostra sede espositiva l’ultimo intervento avvenne nel 2014 utilizzando un finanziamento della Fondazione Cariplo di 20.000 euro,che permise di ottenere:
a) un progetto /studio di fattibilità del futuro museo;
b) la rimozione di tutte le parti aggiunte nei secoli all’edificio per consentirne una lettura originaria e originale.
Le ricerche consentirono di scoprire il vecchio selciato della strada medievale e un aspetto curioso ovvero l’esistenza di una seduta che correva lungo tutto il bordo interno della chiesa.
Nel contempo il progetto fu elaborato da uno studio locale su incarico del Comune ma poi i soldi finirono e arrivarono le elezioni.
Vinse l’opposizione che annoverava al suo interno un consigliere che un giorno mi disse anche :”Avete distrutto un teatro (la chiesa era stata usata  anche  per rappresentazioni teatrali ndr) per lasciare a Noli una voragine”.
Indi la porta fu chiusa e io affrontai il mio esilio biennale a Spotorno.
Ritengo che da allora più nulla sia stato fatto ma mi pare che neppure sia stato usato il progetto elaborato per ottenere finanziamenti o per congiungersi ai progetti del Museo Diffuso del Finale per ottenere maggiore forza propositiva e contrattuale.
Che fare ora?
Io ho sempre sperato che la Giunta Fossati volesse riprendere il discorso eventualmente trovando una sede diversa (es. la Fondazione S.Antonio) ma incaricando archeologi esperti e persone competenti di occuparsi del problema, che sapessero rapportarsi con la Sovrintendenza e trovare eventuali sponsorizzazioni.
Sul tema posso dire ancora che io tentai tra il 2013 e il 2014 ma con scarsi risultati pur avendo pure messo un annuncio su un quotidiano nazionale.
Penso che l’unico incarico remunerato oggi proponibile per elaborare un progetto e offrire una ripresa del discorso sul museo sia l’affidamento di un incarico alla sezione Sabazia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, che ha lavorato e scavato a Noli per decenni ma purtroppo da Palazzo Civico di Noli nulla si ode se non un profondo silenzio e una delega alla cultura trattenuta dal sindaco e forse collocata purtroppo in fondo a un cassetto.
Danilo Bruno
CORREVA L’ANNO 2013, 1° AGOSTO DA SAVONANEWS: https://www.savonanews.it/2013/08/01/leggi-notizia/argomenti/attualit/articolo/noli-il-comune-cerca-sponsor-per-il-restauro-della-chiesa-san-giovanni-di-malta.html Noli, il Comune cerca sponsor per il restauro della Chiesa San Giovanni di Malta. All’interno si vorrebbe realizzare il Museo Civico Diffuso: necessari 500 mila euro per finanziare i progetti.

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Danilo Bruno

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