Se la barca affondasse … Sembra nascere una nuova sindrome? La sindrome secondaria a Sars-2 Covid 19, una miscellanea di singole e molteplici situazioni associate potenzialmente pandemia.
di Francesco Domenico Capizzi*
Durante il lockdown della scorsa primavera i tabagisti abituali sono passati dal 23% a circa il 22% della popolazione adulta: 630 mila consumatori in meno mantenendo pressoché intatta la proporzione maschio/femmina. E’ confortante che oltre 200 mila persone tra i 18 e i 34 anni e circa 270 mila tra i 35 e i 54 anni abbiano rinunciato a fumare. Il fenomeno in sé positivo è, però, subito contraddetto dai quasi 4 milioni di persone che, nel medesimo periodo di chiusura, hanno debuttato nel club dei fumatori abituali e dai già fumatori, per così dire incalliti, che hanno incrementato il consumo quotidiano di tabacco. Il consuntivo complessivo, visto che “è la somma che fa il totale”, del consumo giornaliero medio di sigarette nel nostro Paese risulta balzare, in soli quattro mesi, dalle 11 alle quasi 13 sigarette consumate al giorno e, dunque, si è passati dai circa 12 milioni ai quasi 14 milioni di fumatori. Nel medesimo tempo gli affezionati alla sigaretta elettronica sono aumentati di circa 500 mila che si aggiungono ai 2 milioni di “svapatori” preesistenti, che consumano in larga parte liquidi arricchiti di nicotina, mentre ai consumatori di tabacco riscaldato se ne sono aggiunti 131 mila al milione e mezzo già esistente ( fonte: Istituto Superiore di Sanità, ISS, 2020). Una sorta di sindrome di Stendhal che si esplica in un dato recente, su cui riflettere, fornito dal nostro Istituto Superiore di Sanità: il telefono verde dedicato ai fumatori (n. 800 554088) ha squillato mediamente 31 volte al giorno contro le 52 del periodo pre-lockdown, ma la loro durata è risultata doppia per informazioni concitate su patologie fumo-correlate, sulle conseguenze in caso di infezione da Covid, su percorsi da seguire per smettere di fumare, su possibili conseguenze del fumo passivo e sulla sorpresa che i propri figli, costretti in casa, si sono rivelati fumatori di lungo corso o lo sono diventati;
– un analogo fenomeno si è verificato nei consumi di alcool con un più 43% nei bevitori moderati, 180% fra i bevitori usuali registrando incrementi del 425% nella vendita on-line nonostante le immediate smentite sulla falsa notizia sugli “effetti protettivi dell’alcol”, avendo sottolineato anzi l’induzione di effetti negativi sull’organismo, incluso il sistema immunitario, e invitando a chiamare il numero verde 800 632000;
– altro dato allarmante diffuso dal Centro Dipendenze e Doping dell’ISS: “la permanenza prolungata nei propri domicili ha determinato una significativa riduzione dello spaccio per strada di stupefacenti mentre si avanza l’ipotesi che i consumatori si rivolgano al mercato presente in Internet per procurarsi cocaina, eroina, hashish…”. E intanto, secondo la succitata fonte, si è insinuata un’altra emergenza legata alla dipendenza da gioco: “l’aumentata necessità di telefonare da parte dei giocatori d’azzardo in preda a vere e proprie crisi di astinenza. Prima le telefonate duravano in media 15′, con il lockdown la durata sale ad oltre i 40 minuti”;
– i dati sopra riportati suggeriscono una certa relazione con la percezione di solitudine. Un articolo pubblicato di recente sulla Rivista “The Lancet Psychiatry” rivela che la solitudine sia causa di sindrome depressiva in un caso su cinque di già affetti da depressione cronica al di sopra dei 50 anni. Conta il “sentirsi soli”, la soggettività sensoriale piuttosto che la oggettività dell’effettivo isolamento, il senso di solitudine più che il numero effettivo di contatti sociali e il tempo trascorso in compagnia di quella data persona. Non è casuale che nel corso del lockdown risultino in forte incremento, come conseguenza indiretta della epidemia, la vendita di ansiolitici ed antidepressivi soprattutto a base di benzodiazepine e, seguendo luoghi comuni e false informazioni, contrastate dall’ISS, antipiretici, vitamina C, polivitaminici, integratori proteici, idrossiclorochina. Nel complesso, nel periodo fra marzo e maggio, le vendite di farmaceutici hanno raggiunto un incremento superiore al 100% rispetto ai tre mesi precedenti ( fonte: AIFA luglio 2020);
– la condizione di isolamento e le conseguenti modifiche radicali nelle abitudini quotidiane e la diminuzione degli stimoli fisici, emotivi e di opportunità di relazioni sociali hanno funzionato come uno starter nell’incremento significativo di disturbi di natura neuropsichiatrica fra le fasce più a rischio come gli anziani e fra le persone con preesistenti deterioramenti della sfera cognitiva (fonte: ‘Frontiers in Psychiatry 2020);
– un fenomeno paradossalmente in crescita, a fronte dell’incalzare della pandemia e dei sui effetti nefasti, è il negazionismo: l’opposizione alla realtà quanto la conoscenza, la necessità avvertita di manifestare un pervicace sdegno per i disagi e le sconfitte individuali e sociali subite, una manifestazione di paura che mutua il bisogno di protezione e tuttavia lascia esporre sé stessi e gli altri a rischi di infezione al grido di una libertà perduta e da riacquisire con urgenza insieme alla ricerca costante di alleati da coinvolgere e di colpevoli da condannare localizzati in un mondo poco visibile e popolato da fantasmi e streghe…
– dall’astrazione si passa alla certezza: “questa epidemia è un progetto attribuibile al demonio che agisce attraverso menti criminali che l’hanno realizzato con lo scopo ben preciso di creare un passaggio repentino, dopo la preparazione ideologica, politica e mass mediatica, verso un colpo di Stato sanitario o massmediatico…un progetto volto a fiaccare l’umanità, metterla in ginocchio, instaurare una dittatura sanitaria e cibernetica, creando un mondo nuovo che non è più di Dio Creatore… È un progetto, non una cosa campata per aria: vorrebbero realizzarlo entro il 2021, a mio parere…” (d. Livio Fanzaga da Radio Maria il 14 novembre scorso);
– altro devastante effetto della pandemia: i “nuovi poveri” fra i nuovi disoccupati e gli inoccupati, i piccoli commercianti e gli addetti ad occupazioni di supporto, artigiani in difficoltà lavorative e parecchi lavoratori a tempo determinato o stagionale del mondo della ristorazione, dello spettacolo, del turismo, ecc. portando a circa 4 milioni le persone che in Italia hanno bisogno di un aiuto alimentare. Le maggiori incidenze in crescita costante si registrano nelle Regioni del sud con il 20% in Campania, il 14% in Calabria, l’11% in Sicilia il 10% nel Lazio, ecc. che portano al 114% le richieste di aiuto (fonti: Coldiretti/Ixè, Caritas nazionale, Banco alimentare 2020).
Ecco un possibile antidoto: proviene dalla terza enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco. Con linguaggio e stile semplice riprende alla lettera questa espressione usata da Francesco d’Assisi e dalle prime Comunità cristiane, sostituita presto da presbiteri, monsignori, eminenze, santità. Il papa giunge a citare l’Imam Al-Azar, sultano della quinta crociata e poi, a seguire, King, Tutu, Gandhi, de Foucauld, risoluzioni dell’ONU accanto a Vangeli, testi conciliari, usando frasi inusuali come “siamo tutti sulla stessa barca”, invitando ognuno a pregare il proprio Dio e soffermandosi sulla pandemia che “non è una punizione divina ma il frutto del saccheggio della Terra”. Se la barca affondasse, come sostenuto da Francesco, riguarderebbe tutti, senza distinzione alcuna.
Francesco Domenico Capizzi
* Già docente di Chirurgia presso l’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie generali degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna