Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Valle Bormida, un testimone racconta. Correva l’anno 1996… Nel ’97 campane a morto tra le nebbie dei campanilismi


Correva il 1996 in Valle Bormida. Vorrei ritornare indietro nel tempo e parlare di D.B., che nel 1996 e 1997 era funzionario della Provincia di Savona e si occupava, tra le altre cose, di  valorizzazione dell’entroterra.

di Danilo Bruno

Carmelo Prestipino

Sulla base delle indicazioni del proprio assessore: Riccardo Aicardi organizzò il Comitato delle Manifestazioni Napoleoniche per rievocare il passaggio dell’Imperatore Francese nella Valle Bormida e a Santuario di Savona ma soprattutto per cercare di offrire una immagine diversa ed importante dell’Alta Valle Bormida e dei suoi valori ambientali e culturali non necessariamente legati all’ACNA, alla Mazzucca,… e a tutti quei disastri ambientali a cui spesso l’area valbormidese è collegata.

Fu realizzato un grande programma di manifestazioni con supporti didattici, mostre itineranti, convegni storici ma soprattutto ci si avvalse della collaborazione scientifica della sezione Valle Bormida dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e si affrontò pure un censimento dei luoghi industriali e preindustriali della Valle Bormida a cui segui’ una mostra su “Industria ,lavoro e mentalità delle classi subalterne delle Valli del

Danilo Bruno

Bormida tra XIX e XX secolo”, curata da D.B. e Carmelo Prestipino, presidente della locale sezione dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri.

 A queste operazioni seguì la nascita di un progetto per un “sistema museale della Valle Bormida”, che doveva trovare nell’Istituto di Studi Liguri la direzione scientifica e la propria sede nel castello di Millesimo oltre ad interagire con le varie aree protette, già esistenti o allora in costituzione e sedi diffuse sul territorio legate a temi locali, mantenendo ferma la sede originale di Millesimo, dove avrebbero anche dovuto trovare posto la biblioteca del Museo, la direzione,…
La prima realizzazione del progetto fu l’inaugurazione della sala napoleonica di Pallare, creata intorno a reperti locali delle battaglie napoleoniche.
La direzione politica del progetto avrebbe dovuto vedere la partecipazione dei singoli comuni della Comunità Montana, delle aree protette, della Provincia e della Regione.
Naturalmente nel 1997 le campane suonarono purtroppo a morto.
Da allora ogni tanto giungono notizie dell’inaugurazione di alcuni musei legati a collezioni locali: sala dei fossili di Carcare, museo delle fisarmoniche nel medesimo luogo, museo della bicicletta a Cosseria, collezione etnografica di Bardineto, museo di Riofreddo di Murialdo, Museo Barrili di Carcare, Abbazia di Ferraniamuseo della fotografia di Cairo Montenotte,… oltre naturalmente al Museo del Vetro di Altare, che ha una propria autonomia scientifica e funzionale ed uno specifico legame col territorio anche per la sua natura di museo di impresa.
Naturalmente come al solito molte sono collezioni private che singoli benefattori con animo ben disposto aprono alla collettività ma l’idea di una diversa immagine della Valle Bormida, che facesse prendere coscienza del territorio e del proprio passato per guardare avanti in modo orgoglioso e soprattutto diverso ?
Purtroppo nulla è rimasto anche se ogni tanto compaiono strane iniziative come negli anni scorsi una di promozione, elaborata da una agenzia di comunicazione di Savona, che voleva legare musei, cibo e non si sa cosa altro o i cartelli esplicativi sulla diga di Osiglia, che appaiono in paese ,ove si parla di “ecomuseo “ senza fornire altri dati o notizie.
A questo punto non resta che ribadire un concetto importante: i musei hanno senso se hanno uno stretto rapporto con il territorio, se le collezioni sono dirette da personale specializzato e soprattutto se sono accessibili con orari e giorni stabiliti poiché, senza questi requisiti minimi, si rischia di creare l’ennesimo sistema inesistente o una collezione di oggetti, messi insieme senza criterio scientifico da persone di buona volontà-
La Provincia nel 1996 aveva individuato il supporto nell’Istituto Internazionale di Studi Liguri sezione Valle Bormida e nelle competenti Sovrintendenze perché diversamente non si sarebbe usciti mai usciti dalle nebbie di campanilismi morenti.
Danilo Bruno

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