Il ritorno dei cervelli. Nella vita di Savona, la nostra piccola amata Città, il XXI secolo è stato fin qui contrassegnato da mediocri gestioni politico – amministrative condotte da un potere miope legato allo scambio di basso livello.
di Franco Astengo
Nella vita di Savona, la nostra piccola amata Città, il XXI secolo è stato fin qui contrassegnato da mediocri gestioni politico – amministrative condotte da un potere miope legato allo scambio di basso livello.
Scambio di basso livello che l’ha ridotta da città industriale e portuale a sede di transito per croceristi senza determinare alcun tipo di sviluppo e depauperando il patrimonio economico e commerciale: città invecchiata, ingrigita, che ha perso la propria banca, ha visto fagocitata da Genova l’Autorità Portuale, inglobata la Camera di Commercio in un assurdo accorpamento territoriale , vista sparita persino la squadra di calcio che pure aveva conosciuto epoche di splendore, la via principale ridotta ad una specie di sede di esibizione da suq di mediocre livello.
Viviamo un’epoca molto difficile affrontando situazioni del tutto inedite in frangenti drammatici anche per la stessa tenuta emotiva di ciascuno di noi.
Si avanzano novità rilevanti per l’economia e lo stile di vita: l’emergenza virus, il lockdown, il lavoro da remoto stanno modificando gli equilibri tra il centro e la periferia.
E’ necessario pensare comunque al futuro.
Il grande lockdown vissuto tra marzo e maggio 2020 e la situazione successiva ha alterato la percezione dello spazio per milioni di persone.
Per settimane le interazioni sociali e professionali tipiche della nostra quotidianità sono state mediate da tecnologie digitali che hanno compresso la distanza fisica, offuscando i confini tra mondo virtuale e mondo reale.
Dobbiamo valutare quanto quel periodo di così vasta portata resterà impresso nell’organizzazione economica e sociale contribuendo a trasformare diversi aspetti della vita, inducendo molte persone non solo come vivere, ma anche dove, magari lavorando lontano dal proprio posto di lavoro in luoghi con una qualità della vita più alta.
La diffusione su vasta scala del lavoro da remoto comporterà un ripensamento di carattere generale proprio al riguardo delle modalità stesse nell’insieme dei rapporti di lavoro, anche se il virtuale non sarà ancora un perfetto sostituto del reale.
Una città delle dimensioni di Savona però deve cominciare a meditare sulle potenzialità che un graduale passaggio del genere, di nuova ricerca di vivibilità da parte di coloro che via,via, saranno chiamati a svolgere la loro opera attraverso quello che impropriamente è stato definito “smart working”.
Una città media, delle dimensioni di Savona, potrebbe risultare appetibile per un ritorno stabile di “cervelli” dei quali lamentiamo la fuga almeno da più di 50 anni.
Le condizioni però sono quelle del recupero del centro cittadino in modo da offrire il tipo di condizioni ideali.
Occorre un piano di riqualificazione edilizia, il recupero dei contenitori storici, un alto livello di vita culturale e sociale, una buona presenza commerciale, collegamenti adeguati con le metropoli in particolare verso il Nord in una situazione di prevedibile modificazione nelle modalità di trasferimento delle persone.
Tutto questo naturalmente all’interno di un quadro tecnologicamente all’altezza dei tempi.
Non entro in dettagli che mi auguro diventeranno oggetto di impegno programmatico da parte di quanti intenderanno,ad esempio, cimentarsi con la competizione elettorale amministrativa prevista per la prossima primavera 2021 .
Una competizione elettorale dalla quale ci si augura possa uscire un quadro di gestione amministrativa della Città affatto diversa da quella che ha gestito, al di là della colorazione politica, il primo ventennio del secolo.
In questa situazione di spostamento epocale nelle modalità di lavoro e di vita ci sarà da combattere per affermare una adeguata presenza della nostra Città nel contesto regionale e dell’intera area del Nord-Ovest del paese che rimane comunque la più avanzata soprattutto sul piano tecnologico.
E’ necessario non assistere passivamente a fenomeni di vero e proprio asservimento in una dimensione neo-coloniale che pure stanno avanzando.
Savona non deve restare tagliata fuori da un processo che sia insieme di riqualificazione tecnologica e urbana.
Il prezzo da pagare sarebbe quello del proseguire nella china di un apparentemente inevitabile declino cui l’hanno costretta la mediocrità di conduzione politica , economica, culturale che ha segnato questi ultimi anni.
E’ necessario uno scatto in avanti nel recupero del centro cittadino, della comprensorialità soprattutto al riguardo delle infrastrutture e dei servizi, del decentramento per la cura di tutto il territorio.
Franco Astengo