Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure e la storia: Egidio Pellegrini patriota, combattente per l’Unità d’Italia
Olimpia Pegollo con 8 medaglie al Valore
e due fuse col bronzo di cannoni nemici


Egidio Pellegrini, un vero patriota italiano del Risorgimento: un combattente per l’unità d’Italia. Nasce a  Lurate Caccivio,  in provincia di Como nel 1839. È un convinto assertore delle idee risorgimentali di “Italia unita, Indipendenza, libertà dallo straniero”. L’altra storia  è quella della crocerossina della prima guerra mondiale, Olimpia Pegollo pluridecorata. 

di Mario Carrara*

La storia di  Egidio Pellegrini Egidio è veramente particolare: è uno dei pochissimi italiani che abbiano combattuto nella seconda guerra d’Indipendenza del 1859 e nell’armata garibaldina che stava risalendo l’Italia. Il fatto, però, che la sua partecipazione nella guerra d’Indipendenza fosse tra le fila dell’esercito francese di Napoleone III, fa del suo curriculum quasi un “unicum” nelle vicende del nostro Risorgimento.

Ha vent’anni giusti quando, alla fine di Aprile del 1859, l’Impero Austriaco, dopo aver inviato un ultimatum al Piemonte, lo invade con le sue armate. È l’inizio della II guerra d’indipendenza italiana. È grande la eco e l’emozione che si diffondono dappertutto, pervadendo di spirito ed ardore patriottici gli animi di molti giovani.

Egidio Pellegrini, studente universitario di ingegneria, parte subito per il  Piemonte con l’intento di offrirsi volontario nell’esercito del Regno di Sardegna, che sta organizzandosi per la difesa ed il contrattacco. Ma, giunto in territorio piemontese, fortuitamente, anziché coi piemontesi, si imbatte in un drappello di soldati francesi  che sono un’avanguardia, in esplorazione, dell’armata che sta scendendo le Alpi dal Passo del Moncenisio. È l’armata francese che, in seguito ai patti di Plombiers stipulati tra Cavour e Napoleone III, quest’ultimo si è impegnato ad inviare in soccorso del Piemonte, in caso di un’aggressione nei suoi confronti da parte di una potenza straniera.

Egidio Pellegrini, che conosce bene il francese, accetta l’invito ad unirsi a loro per far loro da interprete e, avendo un’ottima preparazione già da studente universitario, viene aggregato ai reparti tecnici dell’esercito napoleonico.

Con i francesi partecipa sicuramente alla battaglia di Magenta, che apre le porte di Milano e della Lombardia, ed alle successive, tra le quali la cruentissima battaglia di Solferino, vinta dagli stessi francesi e decisiva per le sorti del conflitto. Subito dopo Solferino, Napoleone III, chiederà, da vincitore, l’armistizio all’Austria.

Per questa sua partecipazione al conflitto riceverà dall’Impero francese la  speciale medaglia conferita ai soldati della Francia impegnati nella seconda guerra d’indipendenza e rarissimamente concessa anche agli italiani, se non per meriti speciali acquisiti verso l’esercito francese in quella stessa campagna militare.

Un anno dopo, quindi, non può, da subito, aggregarsi ai Mille di Garibaldi, partiti dallo scoglio di Quarto per la Sicilia, ma, congedatosi dai reparti francesi che nel frattempo hanno lasciato l’Italia, parte per il meridione e si arruola nell’armata garibaldina, quando questa sta già risalendo la penisola nella sua avanzata inarrestabile. Con l’esercito garibaldino partecipa alla decisiva, grande  battaglia del Volturno, del 1 Ottobre 1860, che decide le sorti della guerra  e, sostanzialmente,  la fine del Regno delle Due Sicilie.

A Unità d’Italia compiuta, conseguita la laurea in ingegneria, Egidio Pellegrini, per conto delle ferrovie del neonato regno d’Italia, nel decennio 1860/1870, è inviato in Liguria per seguire le fasi propedeutiche e di progettazione della nuova linea ferroviaria fino al confine francese.

È più volte a Pietra Ligure, dove, dovendo prendere contatti con i proprietari dei terreni interessati dal tracciato ferroviario, incontra la figlia di uno di questi, Raffaella Pegollo, con la quale si fidanza e si sposa. Successivamente,  per i suoi incarichi tecnici nelle ferrovie del Regno, di sposta e “gira” per tutta l’Italia, accompagnato dalla moglie, finché, giunto all’età del  pensionamento, si stabilisce definitivamente a Pietra Ligure, ove muore il 16/11/1919.

All’ing. Egidio Pellegrini ed al suo collega ed amico ing. Monti Bragadin, con lui inviato in Liguria per la nuova linea ferroviaria, va ad ascriversi il merito di non aver fatto passare la strada ferrata sulla  linea litoranea della spiaggia, come avvenne, invece, per altri paesi vicini, scegliendo un tracciato “a monte” e non “a mare” dell’abitato, che, sebbene più semplice, lineare e meno costoso, avrebbe però avuto effetti devastanti per Pietra Ligure, che ancor oggi la città dovrebbe scontare.

Egidio Pellegrini e uno dei pochi italiani che abbiano combattuto sia nella seconda guerra d’indipendenza che nella guerra seguita alla spedizione dei Mille di Garibaldi, che, anche se avvenute in immediata successione l’una all’altra, sono due cose ben distinte. È, senz’altro uno dei pochissimi, che abbia combattuto per l’unità d’Italia nell’esercito imperiale francese.

Riposa nel cimitero di Pietra Ligure, effigiato nella sua divisa di garibaldino.

P.S.: Le quattro medaglie conferite ad Egidio Pellegrini:

1) Medaglia dell’impero francese per la partecipazione alla ll guerra d’indipendenza italiana con le truppe francesi, 1859.

2) Medaglia conferita dal regno d’Italia, regnante Vittorio Emanuele ll a chi combattè nella ll guerra d’indipendenza italiana.

3) Medaglia conferita dal regno d’Italia regnante Umberto l, ai reduci che combatterono nelle guerre d’indipendenza italiane..

4) Croce di cavaliere dell’ordine della Corona d’Italia.

E OLIMPIA PEGOLLO, PLURI DECORATA

Nasce a Pietra Ligure il 27 Giugno 1865 e morta il 5 Luglio 1951. Allo scoppio della 1ma guerra mondiale, si presenta volontaria come crocerossina e presta la sua opera al fronte e negli ospedali militari, specialmente in Friuli.

Per la sua opera costante ed ininterrotta sui luoghi di battaglia, a lei vengono conferite ben 8 medaglie al valore: tre d’argento e 5 di bronzo, delle ultime quali, due erano state fuse col bronzo  dei cannoni nemici, onore riservato a chi aveva compiuto atti di vero eroismo o abnegazione.

Subito dopo la guerra, sempre da crocerossina, tornò in Liguria e lei stessa fondò e poi diresse l’ospedale sanatorio di Bergeggi, riservato ai soldati che avevano contratto la tbc in guerra.

All’età del pensionamento, si trasferì definitivamente a Pietra Ligure, ove vi morì nel 1951. Al suo funerale, il feretro ebbe la scorta d’onore di ben quattro Carabinieri.

Purtroppo, delle medaglie non resta nulla perché vennero trafugati, come pure degli attestati a lei conferiti.

Mario Carrara (capogruppo consiliare a Pietra Ligure)


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