Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Monesi torna ‘grande’ con la ‘saga annunci’
E un successo: 157 podisti al Redentore
Il nuovo record di Cristiano Salerno


Cara Monesi la saga degli annunci non da tregua ! A chi giova ? Dopo 30 anni tra inviti e consigli di essere fiduciosi, ottimisti, positivi. Ubbidienti ed allineati ? Senza memoria ? Molti ci riescono, altri no. La democrazia è fatta di confronto, anche di lotta alle menzogne e alla ricerca della verità. Il rilancio di Monesi di Triora può scaturire soltanto dall’acquisizione della montagna (ora con un’unica proprietaria, Tiziana Sabato) da parte di un ente pubblico (Regione Liguria e Piemonte) e da un Consorzio dei comuni limitrofi, imperiesi e cuneesi. Oppure con un contratto d’affitto, equo e a lungo termine, almeno trent’anni. Un progetto realistico da contrapporre alla politica delle vane illusioni ? Del tanto fumo e poco arrosto.

Meglio senza preconcetti e delegittimazione di chi non condivide, ha il coraggio delle proprie azioni senza nascondersi nell’anonimato. Ai nostri giorni non sono molti. Forse l’opportunismo di alcuni non è solo di maniera, ma qualcosa di più.

Pubblichiamo una riflessione – commento- testimonianza  di uno dei primi ‘turisti’ di seconda casa a Monesi di Mendatica. Rinaldo Sartore che, oltre a memoria storica, è stato attivissimo presidente della ‘defunta’ associazione ‘Monesi Borgo Antico’. Un ‘difetto’ gli deve essere riconosciuto: non genuflettersi. Lui che è stato imprenditore della floricoltura imperiese. Il 1981 segnava una tappa fondamentale nella storia di ‘Nino Sanremo fondata nel 1906′ quando Francesco e Rinaldo Sartore compiono una scelta innovativa e coraggiosa, decidendo di abbandonare la tecnica dell’innesto a favore della riproduzione da talea in vaso.

Il testo dell’articolo, a firma Sartore, è stato già pubblicato sulla pagina Facebook di  ‘Monesi Borgo Antico’, a seguire alcune reazioni social che riproponiamo in parte.

di Rinaldo Sartore

Pare proprio che più passa il tempo dal fatidico novembre 2016, più aumentano gli annunci fantasiosi, nella totale assenza di soluzioni per Monesi di Mendatica. Quello di domenica 23 agosto (vedi a fondo pagina) è l’ultimo articolo in ordine cronologico, ma tra i primi quanto ad amenità, a firma di Roberto Onofrio – caporedattore del Secolo XIX di Genova- sulla falsariga dei molti precedenti, “tout va très bien, Madame la Marquise”. L’occhiello sopra il titolo, in prima pagina, recita: ‘L’ex località sciistica dell’imperiese oggi punta sul trekking nelle strade bianche’. Un tempo si facevano piacevolissime camminate lungo l’antica via del sale, oggi si pratica il trekking, è tutt’un’altra cosa! Posto che gli impianti sciistici sono rimasti chiusi e le due strutture turistiche irraggiungibili a causa del tratto franato della S.P. 1 sotto la frazione di Monesi di Mendatica e per la contemporanea chiusura al transito del ponte sul Bavera, secondo la tesi del caporedattore si dovrebbero definire ex anche l’Albergo-Ristorante Vecchia Partenza e lo storico Bar Vittoria? Ma niente paura; habemus trekking!

E veniamo al titolo: Monesi, la montagna che riscopre il sapore di sale. (Sic) Un tempo il sapore di sale era sapore di mare; ma si sa, tutto cambia, con buona pace di Gino Paoli. Il fatto che siano trascorsi 45 mesi dalla tragedia e non sia ancora dato sapere se la frazione di Monesi di Mendatica sarà messa in sicurezza, non deve gettare alcuna ombra sull’annunciato roseo futuro. Quindi meglio non parlarne. Così come è meglio non dire che il greto del fu rio Bandita è ancora inutile alla funzione di difesa dalle precipitazioni eccezionali, per le quali era stato tracciato dai pastori un paio di secoli fa. Non solo; il laborioso progetto della variante Monesi-Monesi ha lasciato che le future e copiose acque meteoriche fluiscano ancora nello stesso tubo – 40 cm. Ø interno- collocato dalla Provincia di Imperia sotto il piazzale-parcheggio all’inizio della frazione di Monesi di Mendatica. E se in futuro le piogge torrenziali non riusciranno a fluire nel tubetto, chi se ne importa! Intanto, nell’articolo del Secolo XIX, fu solo un temporale: “il 24 novembre del 2016 un temporale devastante ha inghiottito la strada di accesso di Monesi”. Noi, comuni mortali, per temporale intendiamo una perturbazione atmosferica violenta e passeggera; temporanea appunto. Durante i 4 giorni e le 4 notti che precedettero la frana, scesero oltre 800 mm. di pioggia; per la cronaca! Altro che temporale!

Il citato articolo fa il paio con l’articolessa del 9 gennaio 2020, sempre su il Secolo XIX; la pagina di Imperia titolava a caratteri cubitali: Monesi di Mendatica, seggiovie e sentieri per il rilancio della località dopo la frana del 2016. L’annuncio iniziava con: ‘Mendatica. È partito il rilancio di Monesi di Mendatica, dove nel 2016 una frana distrusse la strada provinciale interrompendo i collegamenti con il comprensorio: entro marzo verrà pubblicato il bando per identificare il soggetto privato che andrà a gestire il rilancio dell’area in provincia di Imperia’. Un altro, ennesimo, annuncio seguito, dopo cinque mesi, dal nulla!

O meglio, in cinque mesi, la Provincia uno sforzo l’ha fatto, ha offerto, quale canone annuo d’affitto, 5000 Euro (dicasi cinquemila) alla Signora Tiziana Sabato, proprietaria dei 650 ha, (6.500.000 mq.) sui quali sorgono gli impianti di risalita e le piste da sci; 7,69 € a ettaro ovvero 0,000769 € a mq. ! L’offerta però è impinguata dallo 0,25% sulla vendita dai biglietti della seggiovia. Ogni commento è superfluo.

Proseguendo si legge: “Monesi, provincia di Imperia, frazione del Comune di Triora // All’inizio degli anni cinquanta, però, è un paesino di montagna quasi anonimo”. Il cronista Onofrio evita di scrivere, o non sa, che nel primo dopoguerra Monesi di Triora non era un paesino, neppure una frazione; vi erano solo alcune baracche. La frazione era Monesi di Mendatica come testimonia la chiesetta costruita sul finire del 1800 – con il contributo della famiglia Roggio di Mendatica- . E la strada che collega tutte la seconde case si chiama, Via della Chiesa.

E’ evidente che l’inviato speciale del Decimonono non abbia ancora le idee chiare e non sappia, o finga di non sapere, che la Monesi a cui si riferisce è un anacronistico feudo di Triora; feudo che versa oltre 40.000 € al Feudatario del Sacro Romano Impero. Solo che i feudatari, come i pastori e i contadini, ben sapevano che non è possibile mungere le mucche senza nutrirle; invece chi ha gestito Monesi, feudo di Triora, dagli anni ’90 in poi, ha munto tutto il possibile nutrendo però altre mandrie a sud del monte Saccarello… Mi sia consentito fare un solo esempio della considerazione miope, anzi cieca, che la Provincia di Imperia ha riservato agli impianti sciistici di Monesi. Eccola: Fino a tutti gli anni ’90, i “gabellieri” provinciali incassavano circa 750.000 lire/anno, dai gestori degli impianti di risalita, quale gabella sulla occupazione del suolo pubblico, relativa alla superficie dei due pontini che venivano montati a novembre, sopra la strada che, ovviamente, era chiusa al traffico, per consentire la risalita con la sciovia Tre Pini!

Trovare un gestore-missionario nelle attuali condizioni è una chimera. Siamo in molti a pensare che le basi per il rilancio di Monesi di Triora debbano essere l’acquisizione dei terreni da parte di un ente pubblico (Regione?) e da un consorzio dei comuni limitrofi per mezzo di un contratto d’affitto, equo e a lungo termine; almeno trent’anni, oppure l’acquisto dei terreni stessi. E prima di dare per scontato il rilancio di Monesi di Mendatica, sarebbe opportuno e urgente dare una risposta alla domanda, che ne sarà della frazione di Monesi di Mendatica? Sarà messa in sicurezza onde consentire la ristrutturazione delle abitazioni danneggiate dalla frana, o sarà lasciata in balia dei futuritemporali?  E quanto durerà l’attesa e il fine lavori ? Dando per scontato la buona volontà di tutti.

p.s. Se prima di vendere informazione non ci si informa si rischia di fare disinformazione. O no?

Rinaldo Sartore

COMMENTI dalla pagina Facebook –

Gianni Sbriscia –  E’ vero, é triste continuare a sentire pontificare solo sui sentito dire, ignorando cifre e regolamenti e continuare a sognare sul bel tempo andato. Chi ha a cuore Monesi si é messo in moto; prima di tutto ascoltando, valutando e cercando soluzioni che abbiano un senso. Ogni giorno é un momento zero e da quello dobbiamo partire per progettare il futuro tenendo a mente gli errori commessi per migliorare lasciando inutili nostalgie e sterili polemiche a chi non ha argomenti.
Associazione Monesi Borgo Antico (Rinaldo Sartore)- Se le “inutili nostalgie e sterili polemiche di chi non ha argomenti” sono riferite a quello che ho scritto, siamo sempre allo stesso punto: meglio le frasi vuote e la retorica del dire che “dobbiamo partire per progettare il futuro…” Conoscendo il passato è chiaro che la mentalità che ha distrutto Monesi difficilmente sarà in grado di fare progetti di rilancio. Da chi ha costruito 610 m. di variante in 4 anni, dicendo che i metri sono 1000, io non mi aspetto più nulla. Mi permetto di ricordare che: Non è pericoloso chi morde, è pericoloso chi lecca. E a Nomesi i cortigiani non mancano.
Mauro Banaudi – Mah, quattro anni per 1,3 km di strada, qualcuno ha ancora speranze che venga messo in sicurezza qualcosa o che avvenga un rilancio “turistico”? Purtroppo per dirla chiaramente il bacino dei votanti è praticamente nullo, quindi pochi votanti?non si fa niente! le parole e gli articoli sono per recuperare quella manciata di voti di chi spera e vuole ancora crederci, a questi ultimi voglio ricordare che chi vive sperando muore c……… o, in caso contrario felicissimo di essermi sbagliato!!

Monesi Borgo Antico- 1300 m. è la distanza andata-ritorno; la deviazione è di 610 m. (percepiti dal sindaco di Mendatica, 1000 m.)

Marco Bagnasco- Senza entrare in altre valutazioni vorrei precisare che i numeri relativi all’affitto sono totalmente privi di fondamento. Intanto le aree sciabili, cioè quelle utilizzabili ai fini sia sciistici sia estivi per il bike, sono di 142.4 ettari e corrispondono alle aree della Monesi TrePini e dell’Ubaghetto. E di sicuro la Provincia di Imperia non può affittare le aree piemontesi. Quanto all’offerta la parte pubblica aveva individuato una cifra relativa alle aree al di fuori di quelle sciabili (euro 5000) lasciando ad una proposta o fissa o % sugli incassi la rimanente quota a carico del futuro gestore. Di certo il 25% degli incassi sul presupposto di 6000 passaggi annui è del tutto fuori mercato, non solo a Monesi ma anche a Cortina. Tuttavia la parte pubblica ha deciso, per superare ogni remora di chiunque, di accollarsi interamente l’onere dell’affitto delle aree sciabili e delle aree per la realizzazione dei sentieri al di fuori delle stesse. La distanza economica tra parte pubblica e proprietà è minima ed entro la metà di settembre ci sarà un incontro definitivo. Li verranno fissati anche i contenuti della Consultazione preliminare di mercato ai sensi dell’art 66 del codice degli appalti e vedremo allora se ci saranno privati interessati. Tutte queste informazioni sono state fornite alle almeno 70 persone intervenute a Monesi di Triora su invito del Sindaco di Triora il 16 agosto e comunque sono note e discusse con il comitato costituitosi il 12 luglio e coordinati dagli amici Gianni Sbriscia
e Marco Piana. Sia la parte pubblica, che le amministrazioni che il Comitato Pro Monesi sono totalmente a disposizione.
Monesi Borgo Antico – …Le cifre relative all’offerta mi sono state fornite dalla proprietaria dei terreni. Non vedo per quale ragione la provincia di Imperia non potrebbe affittare dei terreni in provincia di Cuneo pur essendo, quei terreni, di proprietà privata??? Quindi, secondo lei, la provincia affitterebbe solo le superfici dedicate alle piste? e chi esce dalle piste o chi scende per i sentieri che saranno dedicati alle mountain bike sarà perseguibile di violazione della proprietà privata? Comunque il termine di marzo è stato, come sempre, ampiamente disatteso!
Marco Bagnasco-  Ovviamente la Provincia NON può affittare aree al di fuori della propria competenza. Le piste di bike sono comprese nei 142 ettari e la sentieristica al di fuori delle aree sciabili era appunto l’oggetto dell’offerta pubblica che sarà confermata. Tutte le aree non utilizzate dagli escursionisti e bikers potranno essere utilizzate più proficuamente dai malgari come già avviene o per altro scopi. Quanto ad aver disatteso il termine, che era aprile, concordo con lei. Gli accordi si fanno in due.
Monesi Borgo Antico –  No, il termine era marzo.
Marco Bagnasco – Vedo che si ritiene ben informato. Comunque sia siamo a settembre e parliamo di 142 ettari, alcuni sentieri, aree attrezzate e di una superficie che nel periodo estivo non supererà i 20 ettari. Poi c’è solo il piccolo particolare di un privato che dovrà investire su un’area con pochi servizi, pochissima ricettività e da anni allo sbando. Una cosina da nulla.
Enzo Rosso – Che tristezza! Ciao Monesi.
ARTICOLO DEL SECOLO XIX
SABATO 6 SETTEMBRE OSPITE DI MONESI LA GIORNALISTA SCRITTRICE DONATELLA ALFONSO – CON LA BELLA NOTIZIA CHE ‘ A MONESI SONO TORNATI I TURISTI DI UN TEMPO’. E ‘A MENDATICA FESTEGGIANO CON IL CHIOSCO NEL BOSCO DOVE E’ DI MODA IL ‘MENDAIGHITO’ APERITIVO SIMBOLO DEL PAESE, CON INCONTRI E PRESENTAZIONI DI LIBRI’. ORMAI LA STRADA DEL RILANCIO E’ APERTA, APPENA DIETRO L’ANGOLO E SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA’. BISOGNA SOLO ESSERE FIDUCIOSI.
MENDATICA FONDI PURE DAL MINISTERO (545 MILA €)
SODDISFAZIONE DEL SINDACO PELASSA INTERVISTATO DA MILENA ARNALDI PER IL SECOLO XIX
SERVONO 6 MILIONI PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLA PALEOFRANA CHE HA INTERESSATO UN’AREA ABITATA DI 500 MILA MQ NELLA FRAZIONE DI MONESI DI MENDATICA. E QUANDO POTRANNO TORNARE AD ESSERE ABITATE LE SECONDE CASE ? ORMAI LE ELEZIONI REGIONALI SONO VICINISSIME. I POLITICI CANDIDATI SI SONO FATTI SENTIRE CON PROMESSE E PROGETTI. IL PRIMO ARTICOLO CHE ANNUNCIAVA ORMAI PROSSIMO IL RILANCIO DI MONESI TURISTICA RISALE AL 1994, LA NUOVA SEGGIOVIA (PURTROPPO MONCA E LIMITATA AL PERIODO INVERNALE) DAVA LE PRIME SPERANZE, IN SINERGIA CON IL RITORNO ALLA SCII,PUR SEMPRE VINCOLATO ALLE PRECIPITAZIONI NEVOSE E ALLA CONDIZIONE DELLE PISTE. I PERVICACI SQUILLI DI TROMBA VIA MASS MEDIA (COME DIMENTICARE LA EX BENIAMINA DELLE VALLI IMPERIA TV!) ASSICURANO I CITTADINI CHE ORA BISOGNA AVERE  FIDUCIA E NON C’E’ ALTRA STRADA. EPPURE LA SOLUZIONE DI ACQUISTARE LA MONTAGNA DI MONESI DA PARTE DI ENTI PUBBLICI DI LIGURIA E PIEMONTE, CREANDO MAGARI UN CONSORZIO O FONDAZIONE CON ESEMPI VIRTUOSI DI ALTRE REALTA’ DI MONTAGNA, PARE L’UNICA AD OFFRIRE GARANZIE DOPO LE SCIAGURATE ESPERIENZE DI CARROZZONI MODELLO IMPERIESE, CON POLITICI ED AMMINISTRATORI IMPERIESI. TRA VORAGINE DI DEBITI, PREBENDE, SPRECO DI RISORSE PUBBLICHE, FALLIMENTI, SENZA CHE I CORRESPONSABILI SIANO STATI CHIAMATI A RISPORDERE. A PARTE UN PRESIDENTE FINITO POI IN MANETTE PER ALTRE TRISTI VICENDE IN ENTI PUBBLICI. COSA HANNO INSEGNATO ?
ARTICOLO DEL BLOG PASSION.IT A FIRMA GIARNCARLO COSTA
UN SUCCESSO VERO L’HA OTTENUTO LA ‘GARA’ PODISTICA MONESI – REDENTORE: 8,7 km e 800 metri di dislivello che ha segnato il record assoluto di un ex ciclista e ora podista imperiese Cristiano Salerno. Gli applausi meritati a Marco Lanteri (Mela Verde) che si è dedicato con amore e sacrificio all’organizzazione. Con risultati  di partecipanti (157) oltre le più rosee attese. E meritare un Monesi vi aspetta !
Il vincitore primatista Cristiano Salerno commenta sulla sua pagina facebook: Ho provato a lasciare a casa la bici e il risultato è stato incoraggiante…
1° classificato Monesi-Redentore con Record di scalata…A sto punto bisogna provare e continuare a correre!

A Monesi ci hanno sempre creduto, anche con la strada franata per 4 anni, e non si sono fatti spaventare dal coronavirus. E sono stati premiati, parliamo degli organizzatori della Monesi-Redentore, dal record di partecipanti, 157, e dal nuovo record della gara, 44’04” di Cristiano Salerno. Bisogna fare un monumento grande come il Redentore in cima al monte Saccarello, agli organizzatori che in questo 2020 condizionato dal coronavirus, hanno voglia di accollarsi gli oneri organizzativi sommati ai rischi dovuti alla pandemia. Si è quindi disputata oggi domenica 6 settembre la Monesi-Redentore, 8,7 km di salita per circa 800 metri di dislivello, dai 1385 metri di quota di Monesi di Triora ai 2165 metri del Redentore, statua posta sull’anticima del monte Saccarello (quota 2200 metri). Siamo in provincia di Imperia, ma non è al mare che bisogna pensare. Qui è montagna vera, con mandrie al pascolo, impianti sciistici (che speriamo riprendano a funzionare a breve), rifugi sulle creste e la famosa “Via del Sale”, l’itinerario che da Limone Piemonte porta mare verso Ventimiglia e Sanremo, una via che oggi, per un tratto è stata percorsa di corsa in salita fino al traguardo del Redentore, dal quale si vede il mare e nelle giornate limpidissime anche la Corsica. E’ la gara che arriva più in quota della Liguria (2165m), e il Saccarello è la montagna più alta della Liguria, ma è anche il punto di confine con la Francia e tra le regioni della Liguria e del Piemonte, con le provincie di Imperia e Cuneo, e i comuni di Triora, Mendatica e Briga Alta.

Marco Lanteri, il titolare del negozio Mela Verde, è l’anima e cuore di questa manifestazione: “Non ci aspettavamo un successo del genere. E’ arrivata più gente di quella che pensavamo, a dimostrazione che c’è tanta voglia di riprendere a fare sport, correre in montagna, e venire in queste piccole stazioni di montagna che tra mille difficoltà tengono aperte le attività turistiche. Siamo in una regione considerata per il mare, ma anche la montagna è una realtà da non sottovalutare. Complimenti a tutti i corridori, arrivati anche da lontano e al vincitore Cristiano Salerno che ha stabilito il nuovo record della gara. Arrivederci a tutti l’anno prossimo per la decima edizione.”

Alla Vecchia Partenza dove batte il cuore di Monesi di Triora

Il percorso della Monesi-Redentore è una strada asfaltata e cementata nei primi 5 km, quindi sterrato negli ultimi 3,5 km. Nella gara maschile era preannunciato l’assalto al record di Zandonella di 44’44”, cosa riuscita a Cristiano Salerno, un passato da ex-pro del ciclismo ora passato alla corsa, che ha tagliato il traguardo del Redentore in 44’04”, migliorando il record di Zandonella di 40 secondi. Seconda piazza per Lorenzo Trincheri, “Il camoscio di Dolcedo”, vincitore della scorsa edizione, oggi secondo in 45’02”, con Gabriele Gualerzi terzo in 47’22”. Completano la top ten Jacopo Musso 4° in 47’54”, Giacomo Strafforello 5° in 48’14”, Fabio Franco 6° in 48’32”, Mattia Novaro 7° in 49’35”, Mirko Amico 8° in 49’59”, Emanulele Ferrero 9° 50’14” e Oscar Bracco 10° in 50’16”.

Nella gara femminile vittoria della cuneese Monica Dalmasso in 57’51”, seconda Silvana Decollo, terza Elisa Buratto, quarta Debora Ferro e quinta Alina Roman.

 

MENDATICA E L’IDENTITA’ DEI RICAMI DELLE NONNE

RIPROPOSTA CON PAOLA, SIMONA, LAURA E GINITA

 

 



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R. Sartore

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