Referendum le ragioni del Sì e del No, mettendo al bando il becero populismo. Un avvocato del foro di Savona, già vice pretore onorario, Antoniobenedetto (Nino) Chirò che non ha mai nascosto le ‘simpatie’ a destra, senza scendere nell’agone dei partiti, del potere, delle clientele. Il direttore dell’Unione Industriali della Provincia di Savona, il dr. Alessandro Berta (subentrato al ‘mediatico’ dr. Luciano Pasquale). Il prete Don Paolo Farinella firma settimanale de La Repubblica che non ha esitato a criticare la nuova linea editoriale al ‘No’ al referendum (vedi…). E alcune significative e contrapposte reazioni di savonesi sui social. Essere bene informati, prima di tutto, per esercitare un diritto costituzionale.

ANTONIOBENEDETTO CHIRO’ –
Vorrei contestare uno per uno gli argomenti dei sostenitori del No, dati alla mano.
Eligio Lino Accame (ex sindaco Dc di Tovo San Giacomo, geologo e imprenditore) risponde a Berta: Un savonese, uno spezzino e uno con gli avanzi tra Genova e Imperia”.
Gaetano Marrone, interloquisce: “…Detto che io voto NO era una battuta più locale…secondo me a destra e a sinistra, che il capoluogo Savona non riesca a produrre classe dirigente politica non è molto normale… (P.s. non voglio mica fare il Savona First).
Paolo Marson (avvocato, ex assessore provinciale nel centro destra con Angelo Vaccarezza presidente e già capogruppo a Palazzo Sisto): “Perché votare NO al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari? Leggi i dati e capisci: perché diventeremmo il paese con il minor numero di rappresentanti per abitante. In tutta la Provincia di Savona, ad esempio, ne eleggeremo a stento 1 solo ….Poi, ricorda, che la scelta di chi sarebbe l’eletto non la faresti neppure TU, perché dopo l’abolizione del voto di preferenza, è l’ordine di lista che comanda e quindi la scelta dei notabili del partito. In sostanza, un vero passo indietro.”
Gianbenedetto Chirò: “Caro Paolo i passi indietro sono stati fatti quando ai cittadini è stato “rapinato “il diritto di scelta dei cittadini e si è rafforzato il predominio , meglio, la prepotenza dei partiti. Questa democrazia non è la rappresentanza dei cittadini ma dei partiti, certamente i favorevoli al no vogliono questo sistema, ci si trovano bene dentro anche se dicono il contrario. Io, invece , voglio cambiarlo e posso farlo solo con il si’. Se vincerà sarà un segnale importante diretto ai partiti…”…E in risposta a Diego Minuto (“Sono indeciso. Concordo sul fatto che il sistema parlamentare italiano rappresenta i partiti e non i cittadini. Peraltro nulla cambierebbe con meno eletti. Anzi, forse lo strapotere partitico aumenterebbe in quanto si creerebbero rapporti di forza molto forti all’interno degli stessi intorno ad un minor numero di dirigenti ed eletti”) ancora Chirò: “Se vince il si’ sarà impossibile mantenere questa indecente legge elettorale. Diventerebbe incostituzionale perché non più rappresentativa. Ma parliamoci chiaro una volta per tutte. Per il no sono schierati solo quelli che vogliono questo sistema di democrazia rappresentativa “indiretta”. Vogliono che la democrazia venga esercitata dai partiti e non dai cittadini. A scegliere deputati, presidenti del consiglio, presidenti della repubblica e compagnia bella devono essere i partiti. Salvo poi dire che fanno schifo, che sono ladri, incapaci e profittatori. Per me Il NO è il trionfo dell’ipocrisia. Il SI l’inizio di una rivoluzione delle idee e della rinascita della volontà popolare.”
Lorenzo Zunino: “Se posso Paolo Marson, molti dei commenti rilevano il punto effettivo di distorsione del sistema parlamentare gestito prima e dominato dopo dai partiti, o meglio, almeno dal ’93 in poi, da gruppi all’interno dei partiti. In buonissima parte, gli eletti al Parlamento sono decisi e controllati da strutture interne ai partiti, e questo dipende dai processi di selezione del personale politico e dalle leggi elettorali. Aggiungo che in un Parlamento qualitativamente debole, maggiore spazio si ricavano le lobbie s, quelle legittime e quelle meno. Nessuno di questi problemi viene risolto dal taglio dei Parlamentari, ma, al contrario, verrebbe aggravato. Insomma, chi pensa col SI di indebolire la “casta” invece la rafforza, e per via costituzionale. Un capolavoro. Inoltre, specie al Senato, si creerebbe una soglia di sbarramento eccezionalmente alta, quindi oltre a interi territori (e loro interessi) non rappresentati, si creerebbe un problema di pluralismo. A dati attuali, solo 4 partiti entrerebbero in Senato”.
Davide Corso a Marson: “Io ho votato si alla riforma Berlusconi, a quella Renzi e pure a questa, non mi interessa chi la propone il punto è cambiare, dicendo NO non è che gli dite vorremmo…. però.. non c’è la speranza dei potremmo faremo..chi vota NO dice va bene così! ricordatevelo… così è già stato in passato e così sarà.. se poi avessimo sbagliato. tranquilli.. basta che solo si accorgano che lo pensiate e vedrete che i parlamentari li raddoppiano in un mese.. vedo grafici grafici per abitante… l unica cosa che dovreste tenere a mente sono i risultati degli ultimi decenni..chi conoscete tra questi 900 e rotti che vi rappresenta davvero? anzi chi conoscete.. non personalmente.. sapete chi sono? che cosa hanno fatto? Se la risposta è no in base a cosa potete dire che vi rappresentano? ma per favore… volete dargli un segno forte? un bel taglio di un terzo, si dovranno riorganizzare brutalmente meno posti meno prebende meno moneta di scambio. il Si li costringerà a cambiare.. in peggio dite voi? lo sapete il detto chi lascia la vecchia strada per la nuova.. io quel che lascio lo so e lo lascio volentieri qualunque rischio possa comportare…”
Nota di redazione- Nel gennaio 2015 Savona News pubblicava: “….In consiglio comunale a Savona c’è chi non risponde all’appello. E’ stato pubblicato infatti sull’albo pretorio l’elenco delle presenze dei consiglieri alle 12 sedute che si sono tenute nel 2014 (una al mese), e a risultare il più assenteista è stato Paolo Marson con una sola presenza nel corso dell’anno. L’avvocato Marson, a capo della “lista civica per Paolo Marson sindaco” ha espresso 8 assenze giustificate”. (Vedi a fondo pagina la tabella postato dall’avv. Marson)
Giorgio Amico: “Il tragico è che chi dovrebbe contestare questa democrazia ridotta a mero spettacolo per masse anestetizzate, ne santifica invece gli aspetti e i rituali più deteriori, facendoli diventare dei tabù intoccabili.”
“CHI VOTA NO, BARA”

Dopo aver letto approssimazioni che mai avrei immaginato anche da persone che reputavo «sagge» e «oneste», ho rafforzato la mia decisione di dare un voto affermativo a conferma della riforma costituzionale sulla riduzione di circa un terzo dei Parlamentari (deputati e senatori). Ho scritto un altro pezzo per rispondere in modo più puntuale alle pseudo argomentazioni di «quelli del no».
Il mio rammarico è che uomini e donne di studio, difensori della Costituzione, in questa occasione hanno tradito se stessi perché è avvenuto quello che hanno sempre suggerito: non stravolgere l’intera Carta (v. Renzi/Boschi), ma interventi mirati secondo lo scrupoloso metodo dell’art 138.
Questo è avvenuto ed è avvenuto in Parlamento, non in piazza o al Bar, non nei comizi dei fantomatici «populisti». Questo è avvenuto in Parlamento per ben 4 volte e questo Parlamento ha votato liberamente tutte e 4 le volte la riduzione di se stesso.
Dire che questa riforma è contro il Parlamento è malafede e bugia imperdonabile.
Chi volesse saperne di più, può leggere il mio «pezzo» sull’argomento, pubblicato da
«Il Fatto Quotidiano» «Referendum: chi vota No è in malafede, bugiardo o superficiale. O tutte e tre le cose»: «CHI VOTA NO, BARA » (Leggi……….)
Genova, 02 settembre 2020
Paolo Farinella, prete
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LAURA MANNA (assicuratrice di Varazze, Laurea in Scienze Politiche ad indirizzo economico presso Università degli Studi di Torino)- ”