Pubblichiamo la riflessione e commento, considerazioni che l’ex Pm e giudice dr. Filippo Maffeo (è stato in servizio fino alla pensione in preture (Albenga), procure, tribunali a Genova, Imperia Savona, in Toscana) ha affidato alla sua pagina Facebook sulle vicende dello ‘scandalo’ di Piacenza in una caserma secondaria dei carabinieri. E che punta l’indice non solo verso l’Arma, il ministro ed i politici.
Chi ha seguito in tv e sui media, con approfondimenti e interviste (anche al Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina: ufficiale che per oltre 20 anni operò sotto copertura e senza un volto, oggi assessore regionale in Calabria nella giunta di centro destra) si sarà fatto un’idea, in attesa dell’esito delle due inchieste (la seconda è della Procura militare di Verona), di cosa sia accaduto di tanto sconvolgente. Il ‘Capitano Ultimo’ ha soprattutto puntati l’indice contro gli attuali vertici dell’Arma (comandante e vice) spiegando i motivi dello scollamento della base e degli accadimenti. Che in realtà non sarebbero eccezioni, pur senza ignorare che sono in servizio 110 mila carabinieri.
La Benemerita nei secoli fedele ma anche molto cambiata. Non è più quella di una volta si sente dire spesso dagli ‘anziani’ in pensione. E la provincia di Savona ha avuto e può onorarsi di un concittadino vivente che ha raggiunto i vertici massimi dell’Arma e delle Istituzioni.
Nell’agosto di 5 anni fa l’amministrazione comunale di Balestrino, su proposta dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Loano, ha conferito la cittadinanza onoraria al generale dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe Richero, nato a Balestrino l’11 luglio del 1929, “per il lodevole servizio prestato per la sicurezza della nazione, nonché per l’elevato valore morale e umano, dedicato agli incarichi di volontariato assistenziale verso le popolazioni bisognose, oltre che per l’esemplare affezione e interessamento verso la collettività balestrinese.
Nel 1952 entrò nell’accademia di Modena e ne uscì due anni dopo con la qualifica di capo corso. Frequentò la scuola di applicazione e destinato al Gruppo Carabinieri di Nuoro e poi a comandare le tenenze di Mortara e di Milano Duomo. Chiamato al comando generale dell’Arma, per tre anni, fu addetto all’Ufficio Ordinamento e Legislazione per poi frequentare i corsi di Stato Maggiore e Superiore di Stato Maggiore. Comandante della Compagnia di Saluzzo rientrò al Comando Generale quale capo ufficio legislazione. Successivamente comandò il Gruppo di Genova, quello di Roma I e la Legione Carabinieri di Torino. Ritornato al Comando Generale ricoprì gli incarichi di Capo reparto, Sottocapo di Stato Maggiore e Capo di Stato Maggiore. Promosso Generale di divisione comandò la divisione Carabinieri Podgora in Roma. Trasferito in ausiliaria con il grado di generale di corpo d’armata, venne nominato Prefetto di 1^ classe e Segretario generale del CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza), incarico che terminò nel 1991. Nominato consigliere della Corte dei Conti, è stato addetto alla IV
Sezione Giurisdizionale (pensioni militari), Capo delegazione della Corte dei Conti in Molise, magistrato istruttore al Ministero del Tesoro.
Collocato a riposo con il titolo onorifico di Presidente di Sezione della Corte dei Conti, ricoprì per 10 anni l’incarico di Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Nel 2007 è stato nominato Presidente dell’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) e, attualmente, ricopre l’incarico di Magnifico Rettore dell’Università dei Saggi “Franco Romano”.
Non una sola macchia durante gli anni in cui restò all’Arma e neppure quando ebbe incarichi delicatissimi per lo Stato (segretario del Comitato esecutivo dei Servizi Segreti interni). Mai una vicenda che lo tascinasse in storie poche commendevoli per un servitore della democrazia e della comunità nazionale.
IL POST DEL DR. FILIPPO MAFFEO
A COMMENTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE
“Carabinieri Piacenza, il procuratore: «Controllare il tenore di vita dei militari»
Il Pg De Paolis: «L’Arma è un pilastro dello Stato, volti pagina o sarà un colpo letale. Non è un “sistema” ma è un errore grave definirli “mele marce”. Creano focolai e infettano le caserme».