Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano: 100 carabinieri, sindaci, autorità
ma 11 cittadini ad assistere alla cerimonia


204 anni di storia onorano i carabinieri a Loano. Il fotoreporter ha ‘catturato’, con professionalità, immagini significative della storica celebrazione. Loano ha meritato e tramanda, dopo due secoli, l’importanza della ‘città dei Doria’. Eppure un  aspetto del cerimoniale, ricco di pathos, solennità, significati e perfetta organizzazione, dovrebbe farci riflettere. Nell’ora più significativa del cerimoniale, lo scoprimento della lapide, le note della Fanfara dell’Arma, con onori ufficiali e discorsi, nel piazzale della ‘nuova’ caserma, si contavano un centinaio di militari ed ex, famigliari, sindaci, autorità civili, rappresentanti di associazioni, ma di gente comune solo una decina. Nonostante l’ufficio stampa del Comune avesse inviato comunicati ricchi di notizie e i media, i social, promozionato l’evento. E’ mancata la partecipazione dei cittadini e la tradizionale benedizione del sacerdote con l’acqua santa. Forse sarebbe stato utile coinvolgere il mondo della scuola. E’ andata decisamente meglio, come presenze, con gli appuntamenti nella cittadella portuale.

Il generale di Brigata che comanda la Liguria (Paolo Nardone) ha ricordato come le stazioni dei carabinieri rappresentino l’icona più amata dell’Arma “protagonista silenziosa della storia di tutti i giorni e di tanti episodi”.  Ha accennato al “un ruolo non facile nel rafforzamento dell’unità e della coesione locale, l’ impegno silenzioso e totale, il sistema integrato tra Carabinieri e comunità locale, con l’obiettivo di una sempre maggiore sicurezza collettiva, un’operosa dedizione che guarda al passato e al futuro”. Una sintesi di un discorso chiaro e stringato. Ma la Benemerita ha finito per risentire le contraddizioni e le tensioni del Paese. Il diffuso malessere, i conflitti, l’attutirsi dei valori e della probità.

Un tempo il maresciallo comandante della stazione era, col parroco, il sindaco, il medico condotto, il direttore dell’ufficio postale, il personaggio più conosciuto, apprezzato e soprattutto punto riferimento (uomo dello Stato, di legge, della legalità e ‘buon padre’ di una grande famiglia quando occorreva); conosceva tutti e tutti lo conoscevano, parliamo delle nostre realtà locali. Era in caserma dietro la scrivania, ma pure nelle strade, nelle piazze, lo si poteva incontrare di giorno, come di notte, in divisa o in borghese. I tempi sono cambiati. Creando di fatto una discrasia tra la comunità e chi ha la responsabilità della caserma. C’era un altro rapporto con il corrispondente locale, il giornalista di provincia, la cronaca quotidiana elemento non secondario. Le notizie come strumento di informazione democratica, non erano centellinate, né divulgate col contagocce per non ‘turbare’, per non creare problemi ai poteri di turno.

Eppure rispetto al recente passato  ( anni 70- 80 – 90 ) la Provincia è crollata positivamente nella statistica degli omicidi, soprattutto ad opera della criminalità, delle rapine, estorsioni, incendi dolosi a locali di commercio ed esercizi pubblici, pratica dell’usura, nei tentacoli di stampo mafioso. L’allarme furti, invece, mantiene un impatto devastante nel tessuto sociale nonostante emergano sulla cronaca dei media solo casi sporadici. Una realtà nascosta ai cittadini. E quando succede, si eccede persino in allarmismo: vedi locandine davanti alle edicole. I furti in casa, giorno e notte, sono una piaga che ha coinvolto e coinvolge, come vittime, migliaia di persone, di ogni ceto sociale.  Dal mare, alla collina, alla montagna. Soltanto ora i Comuni, le forze dell’ordine a livello provinciale, stanno cercando di correre ai ripari non in modo estemporaneo o saltuario. Il Controllo di Vicinato, dove è iniziato. ha bisogno di rodaggio, ci vorrà del tempo. Come la rete degli ‘occhi elettronici’  (telecamere) pubblica e privata.

Una più puntuale presenza informativa sarebbe utile affinchè tutti i cittadini possano fare la loro parte nei rispettivi quartieri, strade e non scoprire la cruda situazione solo il giorno che restano a loro volta vittime. Forse non è neppure sbagliato se dai vertici dell’Arma ci si renderà conto che oltre al lavoro d’ufficio, il comandante di una stazione deve stare tra la gente, fare ascolto. E non ci riferiamo alle cerimonie più o meno ufficiali, alle feste, alle processioni. Ci sono comandanti che al loro insediamento hanno varcato le porte di esercizi pubblici e negozi per conoscere e presentarsi. A quanto pare non basta, occorre davvero un presidio capillare e costante del territorio, una maggiore conoscenza, in sinergia tra carabinieri, polizia, vigili urbani, ma anche guardia di Finanza, Guardia costiera che dovrebbe presidiare le aree demaniali lungo la costa.

Il presidente del Consiglio regionale, Francesco Bruzzone, leghista, destinato con ogni probabilità a sedere nel futuro parlamento, ha ricordato che nella documentazione storica dell’Arma emerge la parola ” del buon governo del corpo dei carabinieri reali“. Loano sede di Brigata nel 1814, con Cairo Montenotte ed Oneglia. Loano che contava su un brigadiere e 4 carabinieri a piedi. E nella missione il compito “di accertare se esistono vagabondi, vigilare sulle strade, anche quelle di compagne e nei boschi limitrofi, fino a notte inoltrata”.

La notte, un tempo prediletta dai malfattori. Oggi ha le stesse esigenze di allora, seppure con altri rapporti e confronti. La notte che vedeva impegnata una pattuglia della locale stazione fino alle prime ore dell’alba. Con il pronto intervento, in caso di bisogno, del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia. Per motivi di forze in campo ed orari di lavoro, il controllo viene  spesso svolto in ambito comprensoriale. Accade nel loanese e finalese, come in altre zone.  Ora, come in passato, è facile in pochi chilometri imbattersi in pattuglie appartenenti a corpi diversi e altre volte percorrere chilometri, girare in città e paesi, senza incontrare una divisa. E nel mondo della politica proprio sulla tema ‘ sicurezza del cittadino’, percepita o meno, e sulla strumentalizzazione della presenza di migranti, si combattono battaglie che altro non fanno se non allontanare il popolo dalle istituzioni. L’Arma resta un baluardo ? (l.c.)

Il generale di C.A. Giuseppe Richero, commosso, il giorno della ‘cittadinanza onoraria di Balestrino’

PS: alla solenne cerimonia di Loano mancava un ‘figlio savonese’ che nell’Arma dei carabinieri ha raggiunto i più alti gradi e servito lo Stato Italiano con incarichi di primo piano e grande responsabilità: Giuseppe Richero, natali Balestrino dove nel 2015 ha ricevuto, commosso, la cittadinanza onoraria. La carriera del generale Richero è unica nel suo genere: entrato nel 1948 da allievo carabiniere e successivamente allievo sottoufficiale. Nel 1952 nell’accademia di Modena e due anni dopo qualifica di capo corso. Quindi scuola di applicazione e destinato al Gruppo Carabinieri di Nuoro, quindi le tenenze di Mortara e di Milano Duomo. Al comando generale dell’Arma, per tre anni, fu addetto all’Ufficio Ordinamento e Legislazione, seguirono i corsi di Stato Maggiore e Superiore di Stato Maggiore. Comandante della Compagnia di Saluzzo, rientrò al Comando Generale quale capo ufficio legislazione. E ancora, al comando il Gruppo di Genova, quello di Roma I e Legione Carabinieri di Torino. Ritornato al Comando Generale per gli incarichi di Capo reparto, Sottocapo di Stato Maggiore e Capo di Stato Maggiore. Promosso Generale di divisione comandò la divisione Carabinieri Podgora in Roma. Da ultimo in ausiliaria con il grado di generale di corpo d’armata, nominato Prefetto di 1^ classe e Segretario generale del CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza), incarico tenuto fino al 1991. Ha concluso da consigliere della Corte dei Conti addetto alla IV Sezione Giurisdizionale (pensioni militari), Capo delegazione della Corte dei Conti in Molise, magistrato istruttore al Ministero del Tesoro.  Con l’età della meritata pensione, per 10 anni, ha ricoperto l’incarico di Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Nel 2007 presidente dell’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) e Magnifico Rettore dell’Università dei Saggi “Franco Romano”.

Il gagliardetto dell’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione loanese, con il decano in pensione appuntato Nicola Penna che ha egregiamente superato gli ottanta.

S.Fasano

S.Fasano

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