Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Provincia di Savona, ‘ndrangheta espulsa
Ma tre ‘locali’ in Basso Piemonte: Alba, Sommariva del Bosco, Novi Ligure
Condanne ai Gullace e Accame, assolti Fameli, Orlando e le sorelle Fazzari


Il ‘Quotidiano del Sud’ diffuso in Calabria e Campania, diretto da Roberto Napoletano (già direttore responsabile de Il Sole 24 Ore), ha pubblicato la mappa della presenza e ramificazione delle ‘locali’ (questo il nome) di ‘ndrangheta in Italia. Con la positiva sorpresa che la provincia di Savona e La Spezia sarebbero esenti. Recente la notizia della sentenza (in tribunale, primo grado dunque) al processo ‘Alchemia’(cosca Raso-Gullace-Albanese). Con condanne ed assoluzioni, scarcerazioni per decorrenza termini.

Luci e ombre, giustizia lenta. La difesa che smantella in parte il teorema accusatorio più grave. Cadute infatti le imputazioni per il 416 bis e associazione mafiosa, confermate solo per Carmelo e Francesco Gullace, agli arresti domiciliari, ma tornati liberi per decorrenza dei termini massimi di carcerazione.

Carmelo Gullace in una foto d’archivio del 2015

Condannati rispettivamente a 18 anni il primo, ritenuto indicato quale presunto boss indiscusso (residente a Toirano), già imprenditore di cava e a 15 anni il secondo. Il Secolo XIX e La Stampa, a firma di Giò Barbera, ricordano che “la difesa ha smontato  il castello accusatorio secondo il quale c’era un solido collegamento della mafia del Nord Ovest (casa madre’ con la cosca di Gullace.”

E’ tornato in piena libertà, senza obblighi, Antonio Fameli, personaggio da decenni alla ribalta delle cronache. Era agli arresti domiciliari. Mentre le sorelle Rita e Giulia Fazzari erano già libere come Roberto Rolando.

Ivg.it da pure notizia che un gregario di secondo piano che aveva fatto la sua comparsa nel mondo politico amministrativo ingauno, consigliere comunale, Fabrizio Accame, ex agente immobiliare (ha già subito una condanna anche in appello a 8 anni e 2 mesi (leggi qui).). Nel 2014 era stato segretario della ‘Margherita’ (centro sinistra). 

Il giornale on line ricorda che aveva mosso i suoi primi passi in politica nel 2005 quando si presentò nella lista “Albenga c’è” che portò alla vittoria Antonello Tabbò. Tre anni dopo, a seguito dell’arresto di un consigliere comunale, subentrò in consiglio. Ma l’anno prima, era il 3 luglio 2007, fu nominato segretario della Margherita. Si ricandidò nel 2010 quando a vincere le elezioni fu Rosy Guarnieri della Lega Nord. Accame era nella squadra di centrosinistra e sempre con Tabbò che però uscì sconfitto.

Poi la giunta Guarnieri crollò per una ‘trama’ e il Comune fu commissariato fino alle elezioni.  E ancora Accame candidato, nel 2014, nella lista dell’avvocato Vannucci e tra i ‘chiassosi’ sostenitori della battaglia per la sopravvivenza delle frazioni. Persino contro il crimine quando nei primi anni 2000 nelle campagne di Campochiesa due ragazze vennero uccise da una banda di spacciatori marocchini.

IVG SCRIVE: “….È stata emessa ieri, a Palmi, con rito ordinario, la tanto attesa sentenza del processo “Alchemia”, una vicenda giudiziaria durata oltre 4 anni. Al termine del processo, che riguardava la cosca Raso-Gullace-Albanese che da Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, si è espansa anche in Liguria, Piemonte e Lazio, e la cosca Gagliostro-Parello di Palmi, sono state però comminate “solo” 10 delle 30 condanne richieste dai Pm Giulia Pantano, Gianluca Gelso e dall’aggiunto Gaetano Paci. E per quanto riguarda la “componente ligure” della vicenda, sono emerse “ombre” (come la condanna di Carmelo Gullace, Orlando Sofio e Marina Gutteria). ….Infine “luci” con le assoluzioni delle sorelle Fazzari, Giulia e Rita, del marito di quest’ultima, Roberto Orlando e dell’anziano Antonio Fameli.

Entrando nello specifico dei singoli casi, Carmelo Gullace è stato condannato a 18 anni di reclusione (il fratello Francesco a 15 anni), mentre Orlando Sofio e Marianna Grutteria sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 3 mesi e 3 anni. per Fabrizio Accame, infine, condanna a 8 anni e 2 mesi (leggi qui), confermata in secondo grado.

Buone notizie invece per Giulia Fazzari, che era stata addirittura accusata di “essere una delle sodali della cosca”, mentre la sorella Rita Fazzari e il marito Roberto Orlando erano stati accusati di “intestazione fittizia con l’aggravante dell’articolo 7”: sono stati tutti pienamente assolti.

Ha dichiarato, tra l’altro, l’avv. penalista Antonio Marino del foro di Roma: “Le aziende in capo ai miei assistiti, e parliamo in questo caso di Roberto Orlando e della moglie Rita Fazzari, non c’entravamo proprio nulla con l’inchiesta Alchemia. È stato dimostrato come non abbiano mai avuto rapporti con la Calabria e per questo è caduta l’accusa di essere prestanome e di favorire la cosca. Hanno sempre operato in modo sano e onesto, e lo fanno ormai da decenni in provincia di Savona”.

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ARTICOLO DEL IL SECOLO XIX DEL 20 LUGLIO 2020


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