Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Alassio ‘a scuola’ di mafiosità
Estorsioni e minacce, punta dell’iceberg


E’ solo la punta dell’iceberg ? Sono arrivati a minacciare il presidente del Consiglio comunale, l’avv. Massimo Parodi, ed il comandante della Polizia locale Francesco Parrella. Ma anche titolari di esercizi pubblici ed attività commerciali. La Stampa ed Il Secolo XIX hanno dato i nomi degli arrestati. In qualche caso (La Stampa) alcuni particolari assai significativi. Titoli: ‘Sangue blu&soci, quattro arresti per estorsione e minacce ad Alassio’. ‘Ricatti in stile mafioso e finiscono in carcere’.

Solo il 13 luglio scorso l’ufficio stampa del Comune di Alassio  inviava ai media un comunicato con titolo: “Galtieri: “La città, l’amministrazione tutta ringrazia le Forze dell’Ordine, ma non abbasseremo la guardia”. Testo iniziale: “”Abbiamo ridotto al minimo la presenza negli uffici per intensificare il monitoraggio del territorio – Francesco Parrella, riassume così le operazioni portate avanti nell’ultimo fine settimana. Sono state sei le pattuglie di Polizia Municipale costantemente attive dalla mattina alla sera nel corso del week end che ci siamo appena lasciati alla spalle. Su strada con auto e motopattuglie, nel centro storico, sulle passeggiate e sulla spiaggia. Quella che abbiamo messo in piedi di concerto con tutte le forze dell’ordine è davvero un’operazione di grande sinergia volta al contenimento di quegli episodi che stanno minacciando la serenità delle vacanze non solo ad Alassio, ma in tutta la Riviera Ligure….”.  

Chi ha seguito alcuni commenti alle prime notizie sui social ‘fai da te’ (IVG.it ha dato conto degli arresti senza i nomi, solito copia e incolla del comunicato stampa dell’Arma del 22 luglio) avrà letto dello stupore, incredulità, esacrazione, oppure i complimenti al coraggio dimostrato da chi ha denunciato. Ha rotto il silenzio, forse una vera cappa.

Insomma pare che da Andora a Loano, passando per Borghetto S. Spirito, nessuno della società civile avesse avuto sentore delle scorrerie della ‘banda di quarantenni che si ispirava ai personaggi di Gomorra e di Romanzo Criminale‘ ? Non  fossero ‘informati’, ma neppure sull’avviso i rappresentanti delle istituzioni ? di ‘una vicenda incredibile scoperta dai carabinieri di Alassio, in collaborazione  con i colleghi delle stazioni di Borghetto S. Spirito’. Al punto che a Rai 3 Liguria, l’ufficiale comandante della compagnia di Alassio dal 2017, Massimo Ferrari, ha fatto un appello “…se ci sono state altre vittime di gravi reati  non abbiate timore a denunciare..”.

Non siamo in possesso di segreti, ma da vecchi cronisti, con qualche piccola  e parziale conoscenza del territorio, abbiamo dato conto (in solitaria, ma non ha molto importanza purchè non si faccia caso al crollo delle copie vendute in edicola) del grottesco, misterioso, furto di auto nuova, poche ore dopo essere stata ritirata dal concessionario di Albenga, ai danni dell’avvocato ingauno, Giorgio Ceriale (vedi……..).

Avevamo aggiunto qualche significativa considerazione che a rileggere i quotidiani di oggi, non dovrebbe dare voce alle fantasie. “....La vicenda – il furto dell’auto-, comunque la si guardi (non era ancora attiva la polizza di furto), si presta a inquietanti interrogativi sulla presenza anche in questa provincia di criminalità organizzata. E contiguità praticata con metodi in stile o stampo mafioso….Basterebbe ascoltare le confidenze di qualche penalista, oppure ex detenuti, quella radio carcere che all’esterno ha i suoi emissari, poi ex appartenenti a Forze dell’ordine. Ci sarà chi conosce il territorio, dalla sua sede operativa; chi ha consigliato di ‘presidiare le città’ con una massiccia installazione di telecamere, sia ad opera dei comuni e con un censimento di quelle private….“.

Ebbene da quanto tempo andavano avanti  le asserite minacce e taglieggiamenti “in mezza riviera, arrivando persino a fare la faccia dura (e altro) con rappresentanti delle istituzioni”. Vantarsi di essere contigui ad esponenti della criminalità organizzata era pura invenzione per impaurire, impressionare ? In base a quali elementi sceglievano una vittima piuttosto che un’altra. Andavano a caso ? Altri hanno reagito a muso a duro e non hanno ancora denunciato ? Gli spaventati e gli spaventatori.

Quante volte chi ha fatto il mestiere di cronista di giudiziaria si è trovato di fronte a detenuti che sapevano vita e miracoli, da sbalordire, delle ‘vittime’ prescelte e dei ‘colpi’ messi a segno. Se i pattuglioni, oggi più di ieri fanno notizia con ‘copia e incolla’ notarile (in altri tempi si riservava, salvo casi particolari, una breve o una colonna), ci sarà pure qualcuno che nella lotta alla criminalità (non parliamo della micro) ha buone antenne, informatori affidabili e si fa un’ azione soprattutto preventiva. Certo non si può arrivare a tutto, ma leggere che questi quattro personaggi da galera hanno potuto mettere a segno una scorribanda del genere pone più di una domanda. Non solo per chi (prefetto, questore, Procuratore della repubblica) è al vertice dello Stato di diritto, anche per chi rappresenta il Parlamento ed il Senato della Repubblica. I deputati ed i senatori eletti dai cittadini in questa provincia. Il loro ruolo politico di ascolto e sorveglianza, come quello affidato alla libera stampa: ‘cani da guardia’  A parte sporadiche lamentele perlopiù di rappresentanti dell’opposizione nei consigli comunali, si potrebbe pensare che ‘tutto è sotto controllo’, ovvero il territorio.

Fino a quando non ci si sveglia una mattina e si leggono i giornali, le locandine. Oppure quando, come ci è occorso, si viene ‘colpiti’ con una professionalità che lascia sbalorditi. E si scopre, amaramente, se ce ne fosse bisogno che nel Bel Paese solo il 2,7 % dei reati denunciati finisce con un responsabile condannato con sentenza passata in giudicato. Nessuno può augurare di rivivere un assolto notturno,  derubati nel sonno, narcotizzati, e rendersi conto che chi deve indagare non ritiene neppure di rilevare eventuali impronte digitali sulla ‘fondina’ vuota della pistola sottratta. Nonostante, tra la refurtiva, ci sia una 38 Magnum regolarmente detenuta, con sei colpi in canna, e che potrebbe ancora essere in circolazione da queste parti e potenzialmente utilizzata per uccidere, rapinare, intimidire.

Insomma da cronisti si ha l’impressione che il fallimento e l’avversione, spesso nausea, dei cittadini verso la politica (la scelta peggiore resta tuttavia il non voto)  sia anche frutto della lontananza a certe realtà. Il popolino rimane impressionato dalla microcriminalità, finisce incolpevolmente per abbassare la guardia di fronte al proliferare del terreno fertile alle estorsioni, ai metodi che oggi i media locali definiscono da ‘Gomorra, in stile mafioso, ricattando e minacciando.’

Viene da dire ai parlamentari e deputati savonesi, se siete operativi, non sottovalutate certi fenomeni perché quando accadono rivelano di frequente solo la punta dell’iceberg e non già l’intero sottobosco, humus, che si è creato e ramificato. E non basta limitarsi, nel ruolo di politici eletti nel massimo organo istituzionale, a leggere le cronache, con quel che passa di volta in volta il ‘convento’. Non ci può essere solo ‘radio carcere’ a conoscere e far sapere senza ricorrere alle cimici. Serve un ruolo maggiore di intelligence. Per non stupirsi di fronte ai ‘sangue blu&soci‘ e alle presenze di ‘collaboratori di giustizia’. (L.Cor.)

ARTICOLO DE LA STAMPA LIGURIA

Fai un click su immagine per ingrandire la lettura

ARTICOLO DE IL SECOLO XIX SAVONA

 


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto