Con la discrezionalità fal 2007 e poi con gli uffici direttivi per un quadriennio e possibilità di rinnovo e poi con la riduzione da 72 a 70 dell’età massima per la pensione, il potere discrezionale delle correnti è col tempo cresciuto. Le riforme legislative che di fatto hanno favorito il mercato delle nomine, aumentando esponenzialmente i casi di intervento del CSM ed esteso la platea dei nominabili a discrezione (incarichi di durata pur breve salvo conferma, mannaia della pensione anzi tempo che libera posti due anni prima) sono state fatte dai politici, non dai magistrati.
Basta leggere le firme sulle leggi per individuare chi, a livello politico, ha voluto il sistema Palamara. I veri responsabili, morali e politici. Ed oggi fanno le mammole sorprese ed indignate.
Fino a qualche decennio fa alla vicepresidenza del CSM mandava fior di giuristi non impegnati direttamente in politica. Bachelet, Conso, Grosso. Poi il Parlamento ha eletto Mancino (più volte ministro. Poi Vietti. Poi Legnini, sottosegretario in carica in quel momento. Ora Ermini. Inutile fare come gli struzzi e non voler vedere.
Il Re (il sistema) è nudo, ma i cortigiani pensano (con il silenzio e l’insabbiamento) di dimostrare il contrario. Sono abituati a trasformare, sfacciatamente, il nero in bianco e viceversa. Secondo convenienza.
Una casta di arrivisti cooptati (i boss -grandi e piccoli- di corrente, poche centinaia di persone) che sta distruggendo l’intera magistratura.
Troppi sepolcri imbiancati. Salvi non arriva dalla luna. Chi è senza peccato lanci la prima pietra. Se non può farlo, tolga il disturbo e lasci a toga. Insieme a Palamara.