COVID 19. (Silloge poetica)
di
Gianfranco Barcella*
PASSATO IL TORMENTO
Passato il tormento
che la memoria non resti
un raro momento
come fiato d’ aspre rovine
e l’abbraccio non si rinnovi
come un gesto avaro.
COVID 19
Rumore e paura è la vita
con il corona virus.
Selvatichezza di natura
è la mia arma quotidiana.
Altra barriera pare vana
e il disegno provvidenziale
di questa mattana, mi sfugge.
Come il lilium ancora porgo
il mio stilo delicato al sole
e offro la mia fragilità
come sola verità.
LA VITA
La vita è sempre bella
quando le vele sono tese al vento.
Nel ricovero del porto
dopo il maestrale
e i terzaroli sono ben serrati
si gode della beatitudine
dei danni sventati.
Forse il segno vero della speranza
è in un moto leggero del mare
che danza solo per un momento
come un gioco senza ironia
di concetto e di sentimento.
IL VITUPERIO
Mi manca il vituperio di Rustico Filippi
per denunciare le nuvole di sangue
che salgono ogni giorno dalla terra
in una guerra di natura che dimentica
i suoi figli che hanno i giorni corti
e subito uccide anche chi crede ancora
all’amore del fratello.
La vita è ruota di tortura
che lascia rovina su rovina.
I poveri si devono aprire anche le fosse
con le proprie mani.
I padroni della terra non avranno lacrime di pietà
finché su tutti gli orizzonti sarà proiettata
una verità parallela da seguire per fatalità.
LA GRAZIA DEGLI ANGELI
Nella mia vita di uomo
c’è ancora la grazia degli angeli
nel fertile buio del cielo.
Con un verso a ridirlo è dolore
ma resta una sillaba d’ombra
sotto un velo di sangue
a specchio di quell’intimo fulgore.
E’ FATICA
E’ fatica alzare le vele a braccia nude
e cercare il vento per tracciare la rotta
sull’onda del destino che respinge la barca.
E’ una follia anelare il domani,
temendo i desideri vani d’inquietudine
ma c’è almeno un verso che piace
anche nella poesia più brutta
come un pesce venuto da lontano.
E’ un sogno nel silenzio
davanti ad un oceano dalle gote azzurre
e la bocca loquace giace nella bonaccia
in un guazzabuglio di tronchi galleggianti
sul mare che non ha casa né padroni
e ha voce per tutti quelli
che lo stanno ad ascoltare.
L’APE
Il poeta è come l’ape
che non conosce la sofferenza,
l’incaglio e lo sconfino della morte
e sugge senza posa polline di vita
per offrire miele ai cuori
che hanno fame infinita.
IL CERCATORE
L’unica decisione coraggiosa
da prendere su questa terra
è quella di fare il cercatore del nulla
con l’illusione di trovare
una fama che non perisca.
Come la poesia, la vita
è un tristissimo imbroglio
e solo quello che non c’è
ci illude di saggezza e d’eternità.
Rassegnarsi a quel poco che resta
è l’unica verità tra vita e morte.
Non c’è riparo in altra sorte.
AI TEMPI DEL CORONA VIRUS
Nella finta gabbia del covid 19
tra ozio e diletto, finalmente
mi sono sentito un uomo perfetto.
Solo dal silenzio del mio sepolcro
s’è schiuso un orizzonte di vita
e ho sentito la carezza del mondo.
Ho stretto nelle braccia il nulla
del tempo verticale
che pare a noi uguale,
nella falsa verità dell’inazione.
M’è piaciuto pensare nel lucore
della pagina bianca, senza dover andare
e scegliere l’ultimo percorso
solo guardando in fondo a quell’orizzonte
che sempre stanca. Ho amato anche l’illusione
dell’ amore ch’è diventata certezza solo
per le mie povere ore. Almeno il pensare
m’ha fatto essere al mondo
per cercare la realtà in qualsiasi direzione.
La mia casa è diventata il mio zaino,
ricolmo delle sole emozioni d’inutile fatica,
ma ho sempre amato le allucinazioni
del niente che non hanno parole.
*Gianfranco Barcella, nato a Savona nel 1954, già docente di materie letterarie e giornalista, è stato direttore editoriale di periodici. Ha collaborato con giornali e riviste letterarie. Ha pubblicato tra l’altro, opere letterarie a carattere monografico, saggi storici, saggi di critica letteraria, un romanzo giallo e studi di carattere locale. Si è dedicato anche alla poesia. Ultimamente ha rivolto i suoi interessi agli studi giuridici e ha pubblicato un testo scolastico di educazione alla legalità per la scuola Media Superiore.
Gianfranco Barcella, nato a Savona nel 1954, già docente di materie letterarie e giornalista, è stato direttore editoriale di periodici. Ha collaborato con giornali e riviste letterarie. Ha pubblicato tra l’altro, opere letterarie a carattere monografico, saggi storici, saggi di critica letteraria, un romanzo giallo e studi di carattere locale. Si è dedicato anche alla poesia. Ultimamente ha rivolto i suoi interessi agli studi giuridici e ha pubblicato un testo scolastico di educazione alla legalità per la scuola Media Superiore.