Ventimiglia, lui è Gaetano Scullino tra i sindaci liguri più popolari e a leggere i social con molti fans anche nel centro destra savonese. Il suo nome e le sue vicende, personali e pubbliche, giudiziarie, spesso indossando gli abiti della vittima (in politica e nella pubblica amministrazione) hanno avuto gli ‘onori’ della cronaca locale, ligure e nazionale. Un sindaco che non perdona i presunti diffamatori ? Ne sa qualcosa il blogger concittadino Marco Ballestra, apicoltore di professione e di qualità. Un primo cittadino che sa ammettere le sue colpe e paga subito la sanzione di 400 euro comminata dalla Prefettura di Imperia dopo la relazione dei carabinieri. Così ha reso noto RAI 3 Liguria di giovedì ma poteva usufruire dello sconto a 280 € se si ‘salda’ entro 30 giorni.
Ballestra non è un rivale politico, forse non riceveva neppure le richieste di rettifica ai sensi della legge sulla stampa dell’8 febbraio 1968. E’ un battitore libero senza freni inibitori e che ha pagato solo di tasca sua campagne di moralizzazione della politica casalinga e non. A cominciare da chi è chiamato ad amministrare il denaro pubblico. Le tasse dei cittadini, o perlomeno di chi le paga. Che nel Bel Paese non sono mai troppi, c’è chi sbraita, ma non cambia nulla. Anzi il partito degli evasori, come quello del cemento, a nostra avviso, in Italia, resteranno imbattibili. Basta dare un’occhiata alle dichiarazione dei redditi dove ancora si possono consultare. Oggi c’è la privacy mentre fino agli anni 80 i giornali liguri andavano a ruba quando, a puntate, pubblicavano le denunce annuali dei contribuenti e delle rispettive società. La scusa frequente ad evadere è che viviamo in un mondo di ladroni e di sperperi di denaro pubblico. Laddove in Europa una strada costa 100, in Italia mille. Ci sono le ‘creste’ che però da qualche anno non si pagano più tra i confini nazionali, ma nei paradisi fiscali. Poi ci sono i consulenti e le consulenze, le imprese degli amici. Le aree baciate da varianti edilizie, terreni edificabili ‘miracolati’. Beati i primi, altro che gli ultimi !
Il sindaco, l’assessore, il politico che dovrebbe essere come la moglie di Cesare, un idiomatismo della lingua italiana. Riferito ad una persona, significa che questi deve apparire al di sopra di ogni sospetto. L’espressione trae significato dal divorzio di Giulio Cesare da Pompea. C’è da dire che Scullino, plurinquisito, indagato, condannato, assolto, ha la fedina penale immacolata. Era il 6 luglio 2012 quando Il Secolo XIX Imperia e i media locali pubblicavano: «Assolto perché il fatto non sussiste».
Era la mattina del 27 dicembre del 2006 e Gaetano Scullino, non ancora sindaco di Ventimiglia, a processo per concussione, alla lettura del verdetto aveva mascherato a stento la commozione. A distanza di sei anni, ovvero mercoledì scorso, la Corte d’appello di Genova, accogliendo il ricorso della procura di Sanremo, ha ribaltato la sentenza, condannandolo a 2 anni e 8 mesi di reclusione, anche se con pena condonata per prescrizione del reato. Il suo ottimo difensore, Alessandro Moroni, ha comunque annunciato l’impugnazione in Cassazione.
E il 12 marzo 2019 altra puntava delle ‘telenovela Scullino‘: “Finalmente posso annunciare che intendo candidarmi a sindaco di Ventimiglia. Dopo aver superato con la piena assoluzione tutti i tre gradi di giudizio del processo La Svolta, cassazione compresa, dopo il riconoscimento da parte della Corte dei conti che i nostri atti erano legittimi, dopo aver ottenuto una chiara sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito che lo scioglimento del consiglio comunale del 2012 è stato illegittimo e ingiusto, sentenziando chiaramente come la mia amministrazione avesse sempre agito correttamente e nell’esclusivo interesse del bene pubblico, oggi arriva anche la riabilitazione da parte del Tribunale di Genova conclamando la mia piena candidabilità. Con la mia immutata passione, unita alla rinnovata voglia di fare, non vedo l’ora di poter ritornare a servire Ventimiglia, se i cittadini lo vorranno. Adesso non resta altro che condividere con gli alleati della Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e le liste civiche che si uniranno a noi, il programma amministrativo. Ringrazio anticipatamente il Presidente Giovanni Toti, l’On.le Flavio Di Muro, l’assessore Regionale Marco Scajola e il Coordinatore regionale Chicco Iacobucci, per la fiducia e comprensione”.
Il motivo della candidabilità o meno di Scullino dipendeva dall’interpretazione della legge che ruota attorno alla sentenza della II Sezione della Corte di Appello di Genova, che il 14 gennaio del 2015 aveva condannato l’ex sindaco a 2 anni, con sospensione della pena, per una storia risalente al 2004, inerente la compravendita di un’autorimessa a Ventimiglia. Secondo la Guardia di Finanza, che aveva svolto indagini al riguardo, Scullino avrebbe ottenuto uno sconto di 10mila euro sui 50mila offerti da un altro acquirente in forza della propria carica di consigliere regionale.
L’inchiesta sfociò in una lunga vicenda processuale, che vide Scullino prima assolto, poi condannato; con la Cassazione che, alla fine, aveva rinviato alla Corte di Appello. La sentenza sarebbe passata in giudicato nell’aprile del 2015 e secondo la legge Severino, Scullino, accusato di aver commesso un reato contro la pubblica amministrazione, avrebbe dovuto attendere tre anni per presentare istanza di riabilitazione.
E AD APRILE 2020 UN ‘PECCATO VENIALE’
IL SINDACO SCULLINO CANTA E BALLA
VIOLANDO LE REGOLE CHE LUI STESSO HA IMPOSTO
E la brava giornalista Patrizia Mazzarello, tra i testimoni memorie storiche del fuoriclasse amato dalla maggiorana dei ventimigliesi, scrive sull’edizione nazionale “di una serata galeotta, ballando pure il twist con la padrona di casa Franca Bonadonna, parrucchiera e con diverse persone senza mascherine”. E ora il caso è di fronte al prefetto e al questore di Imperia. Ma lui, Scullino, non ha perso tempo e si è subito scusato. Ero nel centro storico per un sopralluogo di alcune piante ed una fontana, mi hanno invitato per un caffè e mi sono lasciato trascinare>. Ma c’è chi dice che racconta bugie ed era tutto preordinato, leggendo Facebook nella stessa mattinata. Nessuno ha chiesto un commento ai (già) sponsor del suo ritorno in pista, premiato dagli elettori. Ovvero il presidente Toti, l’on. Di Muro. Marco Scajola e Iacobucci. Mentre i ‘fratelli muratori’ della loggia ponentina se ne sono lavati le mani. E Marco Ballestra, memore che non si scherza con il fuoco, con le querele, le richieste danni in sede civile, è stato ‘indotto al silenzio perfetto’. E forse ‘dimenticato’ da quei pochi o tanti giornalisti liguri che tifavano per le sue cristalline e sacrosante battaglie.