Ha sostenuto l’esame di maturità nell’anno 2012- 2013. Ha scelto un ‘tema- tesina’ nella ‘genesi famigliare’. ‘Folgorata’ dal fascino della bisnonna che ‘amava raccontarmi la storia della sua migrazione in Etiopia’, Laura De Giovanni che il mese scorso si è spenta a 104 anni all’Humanitas., Aveva resistito eroicamente a guerre, privazioni, malattie e fame, ‘uccisa’ infine dal coronavirus. Laura Dell’Isola, nipote di Adriano Taboga, ha studiato indirizzo Scientifico all’Istituto Salesiano ‘Madonna degli Angeli’ (il Don Bosco di Alassio). Ha voluto ripercorrere quel viaggio della speranza coinvolse anche il bisnonno Alessandro Taboga. E quella ‘nave bianca’..il rimpatrio di donne e bambini: si lasciavano alle spalle terrore, rapine, aggressioni, ferimenti, anarchia, disordine.
Con rigore e pathos, la ‘maturanda’ (e promossa) Laura non si è limitata alla semplice narrazione notarile. Ha voluto approfondire il contesto famigliare, sociale del paese natale, ma sopratutto dell’Etiopia dell’epoca. Le due facce del colonialismo, degli anni indimenticabili narrati dalla viva voce dei bisnonni.
Una ‘tesina’ che esprime un livello culturale davvero non comune. Che contiene un ‘indice ragionato’ tra introduzione e storia, ricorrendo alle analisi, a Giovanni Pascoli e agli ideali di Jopseph Conrad, scrittore e navigatore polacco naturalizzato britannico. Quindi il capitolo bibliografia e sitografia (neologismo che rappresenta il corrispettivo nell’ambito dei siti internet di ciò che la bibliografia rappresenta nell’ambito dei libri).
I capitoli: cos’è il colonialismo; cenni delle precedenti esperienze coloniali italiane in Etiopia e Africa; la penetrazione nel continente africano con l’avvento del fascismo, la guerra Italo – Etiopia; cosa spinse il bisnonno ad emigrare; le prime difficoltà; la famiglia che si unisce e si allarga; la fine dell’avventura. Per Laura una autentica e illuminante lezione di storia, di affetti e ‘ricchezze umane’ ed educative dagli antenati, per non dimenticare il loro valore e la carica affettiva. Una lezione per tutti, verrebbe da commentare. Per le nuove generazioni che non sempre fanno tesoro delle ‘lezioni di storia’ dei loro cari. E spesso restano solo le lapidi nei camposanti o negli ossari.