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Savona parte civile per il ‘massacro’ a MondoMarine fallita, lo chiedono i lavoratori


I lavoratori dei cantieri navali ex MondoMarine stanno valutando la  possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento relativo al fallimento dell’azienda cantieristica.

di Massimo Macciò

E’ questa la novità dell’ultima ora emersa a seguito dell’esecuzione dell’ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. presso il tribunale di Savona Fiorenza Giorgi che ha portato in carcere l’ex socio di minoranza della MondoMarine Roberto Zambrini e A.Turiano, titolare di un’azienda di Monza che aveva effettuato dei lavori all’interno del cantiere, mentre altri due ex consiglieri, Paolo Formaglio e Carlo Samuele Pelizzari, sono finiti agli arresti domiciliari.

Questa mattina il magistrato savonese ha interrogato Zambrini e l’imprenditore lombardo, attualmente in custodia cautelare rispettivamente a Sanremo e a Marassi.  Lunedì prossimo sono previsti gli interrogatori di Formeglio e Pelizzari. Altre tre persone sono attualmente indagate a piede libero ed è possibile che vi siano nuovi sviluppi nelle indagini.

L’inchiesta, partita a seguito della denuncia di alcuni clienti stranieri subito dopo la richiesta di concordato preventivo da parte dell’azienda capitanata da Alessandro Falciai alla fine del 2017 (seguita dal fallimento qualche mese più tardi) ha quindi avuto sviluppi clamorosi. I clienti lamentavano, in particolare,  di aver versato cospicui anticipi per la costruzione di yacht mai portati a termine; la perquisizione del cantiere savonese e degli uffici milanesi della MondoMarine e una serie di atti investigativi collegati (tra cui, sembra, anche una serie di intercettazioni telefoniche a Montecarlo) hanno portato i magistrati savonesi a ipotizzare per i quattro manager una serie di reati quali la truffa, l’autoriciclaggio, il ricorso abusivo al credito, il falso in bilancio e la bancarotta fraudolenta. Zambrini e gli altri tre inquisiti avrebbero sottrazione fraudolenta ingenti somme di denaro dalle casse societarie, trasferendoli  su conti esteri.

La Guardia di Finanza sta effettuando in queste ore una serie di sequestri  patrimoniali presso vari istituti di credito e e Agenzie del Territorio, per un importo superiore ai di 10 milioni di Euro. Ed è a questo punto che si è alzata la voce dei lavoratori dello storico cantiere savonese ex Campanella (da sempre punta di diamante della cantieristica nazionale)

I lavoratori dell’ex MondoMarine, infatti, avrebbero già contattato informalmente un avvocato per valutare la possibilità di inserirsi nel procedimento e per ricevere, quindi, il relativo risarcimento per l’ingiusto danno subìto, in caso di condanna degli attuali indagati. Anche alcune aziende creditrici dell’ex MondoMarine e fortemente danneggiate dal fallimento dell’impresa milanese stanno preparandosi a inserirsi nel procedimento penale come parte civile.

Ricordiamo che alla fine del 2017, due anni dopo la sfarzosa festa per i cent’anni dell’impresa di Alessandro Falciai (risultato estraneo all’inchiesta in corso) e soci, la MondoMarine non fu in grado di presentare un piano finanziario di rientro come richiesto dal giudice fallimentare; in quel momento durissimo che faceva presagire il fallimento, le maestranze e le loro rappresentanze sindacali – già in stato di agitazione – avevano saputo reagire con una prolungata e decisa azione sindacale unitaria che aveva fermato la città davanti alla Torretta, con la solidarietà delle categorie portuali e industriali e che era culminata con l’occupazione del cantiere navale. Operai, impiegati e tecnici uniti nella lotta per salvaguardare l’attività in uno degli ultimi cantieri rimasti in provincia di Savona che ha conservato l’arte antica della prestigiosa costruzione navale.

Alla fine, a seguito di un accordo sindacale firmato unitariamente dalle sigle sindacali presso l’ Unione Industriali di Savona, si è arrivati ad affidare il cantiere al gruppo Palumbo che ha dato speranza nella ripresa delle attività e del rilancio dell’impianto. Ma tale speranza sembra ora messa nuovamente in discussione dalla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto all’Authority portuale di rivedere i criteri del bando di gara, rimettendo in bilico le sorti delle maestranze del cantiere che attualmente strabocca di lavoro.

Durissimo il commento dei sindacati. “Hanno massacrato un cantiere come quello savonese per fini personali, e il conto lo pagano sempre i lavoratori“ ha dichiarato Lorenzo Ferraro, segretario provinciale di Fiom Cgil Savona, alla notizia dell’arresto dei tre ex amministratori della MondoMarine, mentre Franco Paparusso (UIL) ha subito evidenziato come, ancora una volta,  siano stati i lavoratori a rimetterci per gli errori fatti dagli attuali indagati.

A loro volta Marco Ravera e Anna Traverso (Rete a Sinistra) e Mauro Dell’Amico e Daniela Pongiglione (Noi per Savona), da sempre molto vicini ai lavoratori del cantiere savonese, ricordano in un comunicato congiunto come la crisi della MondoMarine, pagata dai lavoratori sulla loro pelle, sia  dipesa in realtà dall’ennesima mala gestio dell’azienda, manifestando nuovamente la loro solidarietà ai dipendenti della storica impresa savonese e auspicando che il cantiere possa continuare a rimanere un’eccellenza per la città anche dopo la scadenza – prevista per fine giugno – della concessione temporanea delle aree affidata a Palumbo.

Massimo Macciò


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