Comprensorialità. Una notizia del 14 febbraio 2020. Savona, le 2 Albisole, Quiliano, Vado, Bergeggi: occorre riprendere quello spirito sovracomunale e le idee di progettualità e programmazione che ne costituivano l’essenza.
di Franco Astengo
“Potenziamento della linea ferroviaria, nuovo casello autostradale e messa in sicurezza della strada di sicurezza veloce. Questi i tre argomenti principali sul tavolo dell’incontro svoltosi a Vado Ligure in merito allo sviluppo delle infrastrutture locali legate alla nuova piattaforma contenitori Maersk. Al tavolo erano presenti, oltre ovviamente al Comune di Vado, Rfi, Anas, Autofiori, Autorità Portuale, APM Terminals, Regione e Provincia, mentre il Mit era collegato in audioconferenza. Assenti invece i Comuni di Savona e Quiliano, non invitati: un gesto ritenuto uno “sgarbo istituzionale” e che rischia di creare un caso.”
E’ profondamente sbagliato considerare il mancato invito ai Comuni di Savona e Quiliano uno “sgarbo istituzionale”. Si tratta di un fatto molto più grave: quello di una incapacità di considerare, per un territorio come il nostro, la necessità imprescindibile di una visione programmatoria a livello comprensoriale.
Livello comprensoriale da inserire, naturalmente, in una dimensione regionale e interregionale, riguardante tutto il Nord Ovest.
Nel reclamare questa necessità di uscire dal guscio del proprio campanile e di dimensionarsi a livello più vasto occorre sottolineare come, nel frattempo, si sia modificata la dimensione istituzionale: limitata la Regione a compiti di spesa e nomina in esclusiva funzione di supporto a macchine elettorali; non restituite le prerogative alle province pure confermate nel rango costituzionale dal referendum del 2016, abolite (proditoriamente) le comunità montane; fallite ipotesi come quelle dell’unione dei comuni e dei distretti l’idea di una programmazione dell’economia e del territorio, dell’espressione di un “pensiero lungo” è stata abbandonata causando danni enormi alla capacità del sistema degli Enti Locali di rispondere alle pressanti esigenze che si avanzano dai territori in materia di sviluppo, infrastrutture , ambiente.
Il gesto del Comune di Vado è un gesto colpevole di miopia politica verificatosi proprio mentre esistono necessità di rilancio che sicuramente non possono essere affrontate dai singoli comuni del comprensorio tutti in crisi sotto diversi aspetti, compreso quello demografico.
Negli anni’60 il varo del PRIS rappresentò un momento alto di intervento che produsse risultati di grande significato per lo sviluppo portuale e la “tenuta” (certo con difficoltà) del tessuto industriale oltre a consentire una programmazione in campo urbanistico per i Comuni che facevano parte del piano (Savona, le 2 Albisole, Quiliano, Vado, Bergeggi). Occorre riprendere quello spirito sovracomunale e le idee di progettualità e programmazione che ne costituivano l’essenza.
Nel frattempo c’è anche da ricordare come sia completamente fallita l’idea dell’area di crisi complessa che, impostata in modo erroneo, non ha fin qui prodotto alcun risultato tangibile.
LA REPLICA DEL SINDACO MONICA GIULIANA ALLE RIMOSTRANZE
DELLA COLLEGA ILARIA CAPRIOGLIO SINDACO DI SAVONA
“Non c’è stato alcuno sgarbo istituzionale. Sono due tavoli completamente diversi”. Così il sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano, in risposta alle dichiarazioni della sua collega di Savona, Ilaria Caprioglio. “I tavoli a cui si riferisce Ilaria Caprioglio – spiega Giuliano – sono quelli relativi all’accordo di programma per la realizzazione della piattaforma: a questi incontri, perciò, partecipano solo gli Enti sottoscrittori, tra i quali Savona non c’è. Ho chiesto personalmente di estendere l’invito anche al Mit perché relativamente al percorso istituzionale relativo al casello di Bossarino e al raccordo ferroviario (che, ribadisco, sono due opere che riguardano Vado Ligure) avevo la necessità di un coinvolgimento puntuale del ministero per ottenere azioni puntuali e avere contezza del fatto che sarà sviluppato un crono-programma sul tema. Per questo motivo il Comune di Savona non vi ha preso parte”. “Ho chiesto al presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri, di convocare un tavolo tra gli Enti del territorio (cioè tra i Comuni di Vado, Savona e Quiliano) per avviare un dialogo più ampio sul tema delle infrastrutture. Il Comune di Savona, dunque, sarà invitato ad un tavolo più ampio che si terrà a Palazzo Nervi e che vedrà la partecipazione anche del Mit, visto che questi aspetti non riguardano solo il territorio vadese. Dunque non c’è stato alcuno sgarbo istituzionale, quelli citati da Ilaria Capriolgio sono due tavoli diversi”.