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Savona, il vescovo Marino
Partecipa alle marce per l’ambiente e dice:
‘Anche i Savonesi sono persone in gamba’


Mons Calogero Marino, vescovo di Savona, in occasione della festa di San Francesco di Sales, ha incontrato la stampa locale. E’ utile ricordare che S. Francesco di Sales, per ampliare la sua predicazione, escogitò il sistema di pubblicare e di far affiggere nei luoghi pubblici dei ‘manifesti’, composti in stile agile di grande efficacia. Questa intuizione che dette frutti notevoli, tanto da determinare il crollo della roccaforte calvinista, nella regione di  Chablais dove fu inviato dopo l’ordinazione sacerdotale e  gli valse la nomina, nel 1923, di patrono dei giornalisti cattolici.

di  Gianfranco Barcella

Il vescovo di Savona – Noli mons. Calogero Marino

San Francesco di Sales gesuita, di formazione giuridica, privilegiò sempre il dialogo rispetto alla contrapposizione polemica e resta, a tutt’oggi, un maestro per molti che praticano il giornalismo televisivo strillato.

Ma torniamo ab ovo. Il vescovo della diocesi savonese ha espresso un giudizio positivo sulle sue pecorelle riconoscendo in loro, energia, potenzialità e forza di carattere. “Tre anni fa – ha detto- avevo descritto i Savonesi come una popolazione troppo spesso ripiegata su se stessa e sui problemi del passato. Oggi vedo, al contrario, molta forza di volontà, benché i problemi oggettivi siano concreti: dalla disoccupazione ai danni legati alle violente precipitazioni che hanno messo in ginocchio i collegamenti vari. Sono stato, poco prima di Natale, a Stella e a Varazze, nell’entroterra, alle Faie; ho visto situazioni davvero difficili, con il pericolo che il territorio si piegasse in ginocchio e subisse in modo passivo, i danneggiamenti, senza trovare la forza di ripartire”.

Peraltro ha anche espresso sulle pagine del Secolo XIX, la sua volontà di essere un buon pastore, “in perenne stato di missione”. “Gli inizi di Gesù– ha scritto il prelato-  gli chiedono di lasciare Nàzaret (e, del resto, è così anche per noi: non c’è autentico inizio che non chieda un cambiamento!). Vuole stare con la gente, impegnata nella pesca e nel commercio, <proprio là dove la gente vive e lavora, là dove l’uomo sente più pesante la fatica di vivere> (Doglio). E la Chiesa è chiamata a imparare da Gesù! Confesso di sentirne anch’io il bisogno: perché non mi piace stare in ufficio o in luoghi troppo tranquilli. E mi affascina l’invito del Papa rivolto a preti e vescovi quando dice  che dobbiamo avere addosso <l’odore delle pecore>. Proprio come Gesù, che di pecore (e anche di campi seminati e di pesci) se ne intendeva!”

Durante l’incontro il Vescovo ha voluto sottolineare la delicata condizione dei giovani d’oggi. “Di recente – ha detto il prelato- ho sentito una frase che mi ha molto colpito: ‘Gli adolescenti sono il più grande campo profughi d’Europa’. I ragazzi hanno bisogno di noi adulti. Ma devono essere accompagnati, non giudicati o comandati. Dobbiamo ricostruire l’alleanza fra generazioni. In questo senso il ruolo degli scout, miei cari amici, è fondamentale. Gli adolescenti savonesi, nel 2019, finalmente hanno fatto sentire la propria voce; sia per la tutela dell’ambiente, con il <Friday for future>, sia per la libertà di pensiero, di recente con il movimento delle Sardine. Al di là di qualsiasi giudizio, è un bel segnale: non serve la maggiore età per avere il diritto di prendere la parola. Savona è una città che vuole crescere sotto il profilo culturale e della partecipazione democratica; questo input viene proprio dai giovani.”

“ I giovani in piazza- ha continuato il Vescovo- dalle Sardine alle marce per l’ambiente, a cui anche io ho preso parte, sono una delle cose più belle dell’anno appena concluso. E’ vero: entrambi i movimenti, possono essere strumentalizzati. Ma  io auspico una presa di potere autonoma dei giovani. Una cosa, in particolare, mi ha stupito e  non mi aspettavo: ad emergere sono stati non solo e non tanto gli universitari o i giovani dell’ Erasmus, ma gli adolescenti”.

Mons. Marino, come san Francesco di Sales, ha anche una formazione giuridica. Non usa i manifesti ma le lettere pastorali. Nel documento che riguarda il periodo 2019-2021 ha presentato la chiesa di Dio che è in Savona . “Siamo una piccola Chiesa– scrive -. Tra le Chiese di Liguria, è la più piccola come territorio (394 km quadrati, contro i 2350 di Tortona), come numero di Parrocchie (70, contro 313 di Tortona e le 278 di Genova) e come numero di presbiteri (50) e la terzultima come numero di abitanti (più piccole sono Chiavari e Ventimiglia). Ma siamo una Chiesa bella, nella sua piccolezza! Proprio la piccolezza ci può aiutare a vivere tra noi relazioni significative. Si tratta di non rimanere prigionieri del passato, ma di lasciarci chiamare dal futuro. Perché ci sono due modi per leggere il tempo: dal passato verso il presente, oppure dal futuro verso il presente. Il tempo vitale parte dal futuro. L’energia vitale, la statura di un gruppo è direttamente proporzionale all’importanza che il futuro e i progetti hanno in quel gruppo. Il clericalismo (che ha tanti volti, anche …laicali) è il nostro nemico, in questa avventura sinodale che vogliamo vivere. Perché una Chiesa clericale è una chiesa prepotente, dove cerco di far prevalere il mio punto di vista, mentre Chiesa sinodale è accogliere l’altro dentro di sé, venerarlo; riconoscerlo come portatore di doni, lasciarsi fecondare dall’altro per non diventare sterili, senza che nessuna voce venga conformata al pensiero dominante.”

“Accorgersi che l’altro esiste: questo è il primo miracolo” (S.Weil).”Ciascuno sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla; sii gentile sempre (Ian Mc Laren>)”. Mons Marino ama anche la parola poetica che usa la similitudine e l’allegoria come la parola. Ha chiuso il Suo ultimo intervento sul Secolo XIX con una citazione di Ungaretti, l’unico poeta che ha portato un bagliore di luce cristiana nel ‘900 lirico italiano: “Quando trovo/in questo mio silenzio/una parola /scavata è nella mia vita/ come un abisso”.

Gianfranco Barcella

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G.F. Barcella

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