Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il libro / ‘La Liguria di Giovanni Castaldi’
Antichi liguri al 1646. Marchesati d’Arroscia, Impero.Genealogie nobili:Garessío, Scarella, Lengueglia, Maremo, Ventimiglía e Ceva


Nel 2018 nella Collana di Studi e ricerche dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere comparve un volume, curato da Gian Luigi Bruzzone: La Liguria di Giovanni Castaldi, di professione notaio, cui seguono il valore delle monete e le genealogie di molte illustri casate: Garessío, Scarella, Lengueglia, Maremo, Ventimiglía,  Ceva e che vale la pena riprendere. Appuntamento Città dei Papi, già Sala Cappa, via dei Mille, Savona, venerdì 24 gennaio, ore 17.00, per alcune considerazioni riassunte dal curatore. Lo studio può dividersi in tre sezioni: la prima narra la storia della Liguria dagli antichi liguri (secondo le testimonianze degli scrittori classici, greci e latini) ai romani, sino al 1630 circa; la seconda comprende il valore di monete come il fiorino, lo scudo del sole, le doppie, gli zecchini, í ducatoni anno per anno dal 1400 al 1646. Altro evento: Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, presenterà il volume Arcaici echi. Toponomastica medievale di Savona, di Furio Ciciliot (Progetto Toponomastica Storica), il 17 gennaio (ore 16.30), Sala Rossa del Comune di SavonaL’opera consiste nella pubblicazione di un inedito manoscritto secentesco, debitamente prefazionato ed annotato con una panoramica introduttiva sulle storia della Liguria. Lo studio può dividersi in tre sezioni: la prima narra la storia della Liguria dagli antichi liguri (secondo le testimonianze degli scrittori classici, greci e latini) ai romani, sino al 1630 circa; la seconda comprende il valore di monete come il fiorino, lo scudo del sole, le doppie, gli zecchini, í ducatoni anno per anno dal 1400 al 1646.

Infine, le genealogie di molte case regnanti e di nobili ponentini: se alcune risultano note (quali quelle dei duchi di Savoia, dei marchesi di Monferrato, Saluzzo, dei conti di Provenza etc.), altre offrono notevoli apporti originali e fededegni (data la professione notarile del Castaldi) quali le genealogie dei nobili Garessío, Scarella, Lengueglia, Maremo, Ventimiglía e Ceva.

La prospettiva della storia appare assai significativa, a cominciare dal titolo Liguria, quando il nome ufficiale era ormai Genovesato. L’autore (1576-1646 circa) dà alla narrazione un taglio insolito, sia per la sua perifericità (era della val d’Arroscia), sia per l’uso di annali e cronache del Piemonte e dei marchesati aleramici.

L’autore è particolarmente sensibile al Ponente ligustico; ma nello stesso tempo desideroso d’inserire la storia ligure in un contesto più ampio, a prescindere dai periodi dove è giocoforza stare sulle generali, quali la bassa antichità e l’alto medioevo.

Oggi forse non s’avvertirà del tutto il disegno innovativo del Castaldi, quel compromesso tentato fra la storiografia tardo-umanistica e non genovese, riflessa ad esempio in quel risalire alle origini (unici antecedenti il beato Jacopo da Varagine, ma medievale, lo Stella da questi ispiratosi ed Umberto Foglietta) e in quell’illustrare i fasti dinastici (ancorché non sempre nella sostanza) della storiografia genovese, l’annalistica.

Ci sembra meritevole di menzione il procedere metodico e chiaro della narrazione, alcune precise deduzioni di documenti. Il desiderato collegamento con l’entroterra così legato alla costa e in particolare con l’entroterra piemontese e coi ducati e marchesati incombenti (d’Arroscia, dell’Impero) o certe località montane solo oggi può sembrare curioso, non nel Seicento quando anzi – se pur meno fiorenti dell’età di mezzo – erano oltre che economicamente, strategicamente vitali ed oggetto di bramoso ed imperturbabile accerchiamento per secoli da parte dei duchi di Savoia. E il riporto di documenti, senza cadere in un codice diplomatico, ci fa intravedere tante cose come la penetrazione di Genova in Liguria ora con donazioni e compere, ora con trattative e pressioni.

Conforme all’insegnamento dei celebri Annali di Agostino Giustiniani (1537), con lodevole metodologia si premette alla storia una descrizione corografica (col numero delle famiglie) di quasi ogni località della Liguria.

Gian Luigi Bruzzone

E VENERDì 17 GENNAIO IN SALA ROSSA: ARCAICI ECHI. TOPONOMASTICA MEDIEVALE DI SAVONA

L’Oltreletimbro a Savona

Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, presenterà il volume Arcaici echi. Toponomastica medievale di Savona, di Furio Ciciliot, numero 40 del Progetto Toponomastica Storica, il 17 gennaio (ore 16.30, Sala Rossa del Comune di Savona, piazza Sisto IV).

Arcaici echi è un’analisi dei toponimi di Savona basata su tremilacinquecento documenti redatti prima del 1215, da cui sono stati ricavati trecento diversi nomi di luogo. Il risultato è una inedita ricostruzione territoriale della città e dei suoi dintorni in epoca antica e altomedievale. Si riporta di seguito uno stralcio della prefazione.

La toponomastica apre prospettive nuove e imprevedibili su fasi lontane della storia, rivelando informazioni che talora confermano i dati giunti da altre fonti, archeologiche e letterarie, talora suggeriscono percorsi diversi, ma talora (anche questo accade) pongono quesiti che non sembrano risolvibili; è il caso in cui il toponimo resta “opaco”, rifiuta di parlare e di svelare il proprio segreto. Ciò accade, in questo fascicolo, paradossalmente, proprio per il toponimo principe, cioè il nome stesso di Savona, la città a cui è dedicato lo studio. Ci si dovrà limitare, quando il toponimo non parla, alla formulazione di ipotesi, in attesa di eventuali futuri sviluppi. Furio Ciciliot non ha paura di usare pazienza. Non tutto si può risolvere. Non subito, almeno. (…) La sterminata messe di toponimi raccolti nei fascicoli del “Progetto Toponomastica Storica” della Società Savonese di Storia Patria, fra l’altro, gli permette di istituire relazioni e confronti. (…)

Abbiamo il dovere di rendere merito all’autore di aver condotto una ricerca così completa e puntuale, arricchendo in maniera significativa le conoscenze su di un territorio di grande interesse storico, linguistico e geografico. Si tratta di ricerche che impegnano a fondo chi le conduce, perché il materiale cresce nella mani dello studioso solo attraverso una lunga fatica: consultazione di archivi, lettura di testi notarili non facili da decifrare, selezione severa di dati che nascondono insidie di vario tipo. Sono ore e ore di lavoro specialistico. Il risultato, brillante, si inserisce nel progetto che abbiamo descritto. Il territorio savonese può dunque vantare, allo stato dei fatti, un repertorio di prim’ordine, che non è disponibile per le altre zone italiane. Storia, geografia e linguistica si sono combinate in maniera eccellente.

Claudio Marazzini

 

 

 

 

 

 


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Gian Luigi Bruzzone

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