Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il libro sui Romanov di Ranise
Alberghiero, cultura storica per futuri chef.
Albenga, il sindaco e i ragazzi di colore
dove i muri non fermano le persone


La scrittrice imperiese Raffaella Ranise in cattedra con i ‘Romanov’. La tecnica del racconto, come abilità e competenza fondamentale per i futuri chef, appresa attraverso la testimonianza diretta di chi è specializzato nel lavoro di ricerca bibliografica, con una lezione che parte dalla storia della dinastia dei Romanov per arrivare allo storytelling delle tradizioni culinarie.

COMUNICATO STAMPA – La scrittrice imperiese, specializzata in biografie, “docente per un giorno” per introdurre i giovani chef alle tecniche della ricerca bibliografica e storica: dall’esame  delle fonti  alla comunicazione dell’esperienza vissuta. Una lezione sull’arte del narrare, condotta da Ranise con il piglio della storica e con la sagacia dell’affabulatrice, supportata dalla docente di lettere e storia Monica Barbera, che ha condotto i “futuri ambasciatori” del gusto italiano nel mondo nell’atmosfera emozionante che lo storytelling è capace di infondere al vissuto quotidiano.

Un progetto di innovazione didattica, promosso da Franco Laureri, responsabile del Centro Studi dell’Alberghiero di Alassio, per preparare i professionisti dell’hotellerie a raccontare “L”Italian Riviera Style”, una competenza fondamentale per intrattenere e trasmettere agli ospiti le esperienze uniche che sottendono alle eccellenze enogastronomiche del nostro Paese.

Un percorso formativo, iniziato con lo storico Marco Vignola e il Medioevo ligure, che prosegue oggi con i Romanov, grazie alla scrittrice  Raffaella Ranise cui, come sottolineato nella sua prolusione: ”Interessa riscoprire il passato attraverso la vita dei suoi protagonisti e svelare il lato umano, la forza e la debolezza dei grandi personaggi. Ho scelto di scrivere il libro sui Romanov, soffermandomi su zar e zarine che hanno fatto grande la Russia fino al tragico epilogo, perché nessun popolo ha amato i propri sovrani quanto i russi, nessun popolo li ha odiati così tanto.”

La lezione, partendo dal testo “I ROMANOV – la storia di una dinastia tra luci ed ombre” edito da Marsilio, ha confermato come l’incontro con l’autore sia una straordinaria occasione per gli alunni di avviarsi al piacere della ricerca storica per poi appassionarsi alla scrittura creativa. Il libro racconta, a partire dal Settecento, la corte russa che brillava di feste e ricevimenti che incantarono i nobili di tutta Europa i quali poi scelsero, tra fine Ottocento e i  primi  anni del Novecento, la  nostra Riviera,  attratti dal clima e dalla bellezza della paesaggio.

Un’occasione per i futuri chef  di scoprire che cosa mangiavano, come vestivano  e quanto abbiano influito sulla cultura del tempo gli aristocratici russi. Conclude così Ranise il suo incontro con i ragazzi e le ragazze dell’Alberghiero di Alassio: “Un percorso di ri-educazione che parte dalla consapevolezze che oggi sono i new media a distogliere i ragazzi dal gusto di tenere  tra le mani libri, articoli, foto, immagini di un tempo che non c’è più”. Come ha sottolineato il dirigente scolastico, Massimo Salza, nel presentare la scrittrice agli alunni: “Questa opportunità formativa deve essere uno stimolo a coltivare il piacere della ricerca enogastronomica, per essere testimoni autentici dei sapori e dei saperi che sottendono alla cultura di una ricetta o di un vino”.

ALBENGA – Incontro tra Amministrazione e i ragazzi della scuola di italiano

COMUNICATO STAMPA – Il Sindaco Tomatis: “I muri non fermano solo le persone, ma bloccano anche le idee e le culture. Insieme possiamo abbatterli”. Il sindaco Riccardo Tomatis, l’Assessore alle politiche sociali Simona Vespo e il Presidente del Consiglio Comunale Diego Distilo hanno incontrato i ragazzi che fanno parte della scuola di lingua italiana promossa da Migrantes. Uomini e donne provenienti da diversi paesi dell’Africa che hanno voluto conoscere, insieme ai loro insegnanti, la nuova Amministrazione Comunale per dare il via a un percorso che, attraverso gli incontri, il confronto e la condivisione possa portare a risultati positivi per tutti.

I ragazzi hanno raccontato la loro esperienza, alcuni in un italiano già fluido (una parte di loro attraverso il progetto quest’anno affronterà l’esame di terza media) altri ancora un po’ incerti, ma tutti con gli occhi carichi di speranza e parole ben impresse nella mente: “Sono felice di essere in Italia, ora vorrei solo studiare, integrarmi e lavorare”

Ecco allora Fatima, una mamma di origini marocchine che si è preparata il suo discorso scritto su un foglio di carta e lo legge cercando di pronunciare bene tutte le parole: “Io sono sposata e sono una mamma. Sono felice di poter partecipare ai corsi e imparare l’italiano per riuscire ad aiutare i miei figli a scuola e per poter parlare con le altre mamme quando li porto a giocare al parco giochi”. Poi c’è Martin che spiega: “Ogni persona ha nel cuore la sua terra, la sua famiglia, i suoi amici. Se scappa da casa sua rinunciando a tutto questo lo fa per motivi gravi, perché magari nel suo paese è in pericolo di vita. Abbiamo tutti storie difficili. Io stesso ho perso molti amici per strada, ma non tornerei indietro. Oggi desidero solo studiare, integrarmi, poter avere un lavoro e magari una casa. Non sono disabile, sono forte, posso lavorare – spiega mostrando le sue braccia -. A volte siamo in difficoltà soprattutto perché non c’è fiducia ed allora se non hai un amico che possa garantire che sei una brava persona nessuno vuole offrirti un lavoro o darti un appartamento in affitto. Per questo chiediamo il Vostro sostegno”.

Il sindaco Tomatis, il presidente del consiglio comunale Distilo e l’Assessore Vespo hanno ascoltato a lungo i ragazzi in un clima conviviale, di grande emozione e di contenuti.

Afferma Diego Distilo: “Credo che l’integrazione sia importante. Io stesso provengo da una famiglia di meridionali che ha faticato quando è arrivata ad Albenga. Sicuramente i miei genitori non scappavano dalla guerra o da terribili tirannie, ma so bene cosa significa essere discriminati e dover lottare per far valere i propri diritti. Voi continuate a farlo sempre con lo sguardo che avete oggi e con la stessa forza e speranza. Non perdetevi nel cammino guardate avanti, la luce in fondo al tunnel c’è e dobbiamo seguirla tutti insieme“.

L’Assessore Vespo sottolinea: “Io ho vissuto sulla mia pelle la discriminazione. Ero meridionale e quindi in un certo senso a quei tempi straniera. Alcune bambine a scuola si alzavano e cambiavano posto se mi sedevo vicino a loro. Pertanto, purtroppo, vi capisco. Le cose, però, devono cambiare e sono certa che attraverso il dialogo e iniziative che potremmo portare avanti insieme, riusciremo a fare molto in tal senso. Quello di oggi è stato solo il primo di una serie di incontri che vogliamo fare e durante i quali vogliamo stilare un programma di azioni concrete che possano aiutarvi nel percorso dell’integrazione”.

Chiude il sindaco Riccardo Tomatis che si rivolge con affetto a questi ragazzi: “Sono entrato in questa sala pensando di dirvi qualche parola, ma, appena ho varcato la soglia sono stato pervaso dal clima positivo che in poco tempo mi avete trasmesso. Siete riusciti a darmi più voi in pochi istanti, con sguardi e parole di quanto potrò mai fare io con le mie parole che, però, dopo avervi ascoltati penso possano essere ancor più significative. Quello che voglio dirvi è che spero possiate fare il percorso giusto verso l’integrazione anche se oggi stiamo vivendo in un mondo dove si pensa più a costruire muri che ponti. I muri non fermano solo le persone, ma bloccano anche le idee e le culture. A me piace sempre dire, quando parlo con i ragazzi a scuola, che se io ho una mela e tu hai una mela e ce le scambiamo ognuno di noi rimane con una mela, invece, se io ho un’idea e tu hai un’idea e ce le scambiamo entrambi abbiamo due idee. Spero e credo che il nostro Paese stia uscendo da questo periodo nel quale si pensa che per risolvere i problemi sia necessario usare la forza, l’odio e l’intolleranza. Dobbiamo usare, invece, altri strumenti: la tolleranza, l’ascolto, la comprensione, strumenti che sicuramente miglioreranno noi, ma che, con il tempo sono certo miglioreranno anche il mondo.”

L’incontro si è chiuso tra la musica e i selfie, ma anche con un impegno concreto: quello di rivedersi al più presto per capire come dare il via ad un progetto condiviso che possa aiutare concretamente nel percorso dell’integrazione.


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