Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, giornalista votato alla politica (e al suo nuovo movimento dopo il divorzio da Forza Italia e dal berlusconismo), prossimo a vincere la sfida del secondo mandato con le elezioni primaverili, è ‘in cielo, in terra ed in ogni dove’. Infaticabile viaggiatore, conferenziere d’attualità del ‘suo territorio’ elettorale.
Con una formidabile macchina organizzativa, a cominciare dall’eccellente ‘produzione’ dell’Ufficio stampa della Regione. Un diluvio, imbattibile, di dichiarazioni e presenze, promesse, accuse al governo giallo rosso di non fare abbastanza, ovvero pochi soldi rispetto al fabbisogno necessario per le ‘somme urgenze’ e più in generale per pagare il conto dei danni alluvionali al tessuto pubblico (infrastrutture) e privato. Sia nell’imperiese e savonese, con l’entroterra sempre più povero, abbandonato, martoriato da frane e crisi socio economica. Sulla costa, tutto sommato, si trovano pur sempre nei bilanci comunali milioni di euro per le manifestazioni, eventi, concerti, fuochi artificiali, mostre. I centri storici in gran parte trasformati in salotti, con rare e poco commendevoli eccezioni.
Ma c’è un ex big nazionale, politico ed esperienza di lungo corso, quale il sindaco di Imperia Claudio Scajola, u ministru, che coglie l’occasione per invitare il presidente Toti a “smetterla con le passerelle” che non si contano più. E rincara: “Qui non si programmano interventi da almeno dieci anni, il nostro territorio contribuisce all’economia nazionale per 2 miliardi e mezzo di euro, i ministri che destinano i fondi a un territorio li restituiscono e non li regalano. Nella sua Imperia, ad esempio, Scajola appena insediato ha chiamato un ex alto funzionario ministeriale in pensione per occuparsi a tempo pieno del rilancio di opere pubbliche e più in generale di interventi che esulano dall’ordinaria amministrazione. Un salto di qualità in un Comune, una provincia fanalino di coda in Liguria. Un ponente che attende tra troppo tempo di adeguare la sua viabilità alle esigenze turistiche, commerciali. Con l’Autofiori unica arteria tra Regioni del Nord e l’Europa. Ingolfata da Tir e auto, paralizzata ad ogni incidente, irrealizzabile la terza corsi. In attesa da 30 anni della Albenga – Carcare – Predosa. Del traforo tra Ormea – Cantarana e Pieve di Teco (Acquetico).