Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Imperia in causa con la Curia Vescovile ma
la pia Loano devolve 27 mila € alla chiesa
su 391 mila € oneri di urbanizzazione


C’è una legge regionale ( n.4 del 1985): ‘Disciplina urbanistica dei Servizi Religiosi’. I Comuni sono tenuti a devolvere annualmente un’aliquota non inferiore al 7% dei contributi per urbanizzazioni secondarie loro dovute, alle autorità religiose che ne facciano richiesta ed abbiano i requisiti. La curia vescovile di Albenga -Imperia ha fatto o pervenire al Comune la documentazione ed è l’unica che ha presentato richiesta.  Da qui la somma relativa all’anno 2018, pari a 27.349, 93.  su complessivi 390.713 € incassati. Un esempio di coerenza, si potrebbe commentare. Mentre la città  di Imperia si è rifiutata ed è in corso una causa civile davanti alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Dopo una pronuncia del tribunale e del Tar della Liguria.

Loano ‘virtuosa’ anche con i fumatori maleducati. Accade nel centralissimo corso Europa dove si è corso ai ripari acquistando 15 posaceneri  (90 € caduno più 22% di Iva) per 3.385,50 €. Vedi a fondo pagina.

IL CONTENZIOSO ONERI DI URBANIZZAZIONE – Il 15 maggio scorso Sanremonews titolava: “Mancato versamento degli oneri di urbanizzazione“. La diocesi aveva fatto causa al Comune di Imperia ‘debitore dal 2005….” Un bel gruzzolo. E dire che è sempre stato il capoluogo più democristiano della Liguria. Con un parroco molto stimato ed autorevole, monsignor Mario Ruffino (ora pensionato e con altro incarico ad Albenga).  Imperia dove si sono alternati i sindaci Luigi (Ginetto) Sappa, da Dc a Forza Italia, in carica  dal 1999 al 2009 e piccola curiosità nipote prediletto di mons. Alessandro Sappa, origini a Rezzo,  compianto, che è stato anche parroco al Sacro Cuore di Albenga, insegnante nel Seminario Vescovile. Poi fino al 2012 Paolo Strescino, uomo della destra e Popolo della Libertà (coalizione), quindi Carlo Capacci, imprenditore imprestato alla politica, centro sinistra, fino al 2018; dal giugno scorso è tornato alla vocazione di sindaco’ Claudio Scajola, già Dc, poi fondatore di Forza Italia, eletto con una lista civica, ma gli ex amici  berlusconiani e di destra sono all’opposizione.

L’articolo del giornale on line, a corredo, da conto che il processo approda in Cassazione. E spiega. La diocesi di Imperia-Albenga, nel 2008  (vescovo Mario Olivieri, economo diocesano  mons. Fiorenzo Gerini al quale era subentrato mons. Suetta oggi vescovo di Ventimiglia ndr ), aveva fatto causa al Comune di Imperia, lamentando il mancato versamento degli oneri di urbanizzazione secondaria.

Secondo la legge regionale del 24 gennaio 1985, infatti, i comuni devono versare i contributi per un’aliquota non inferiore al 7% agli enti religiosi entro il 31 marzo di ogni anno, contributi che sono determinati “A tutte le concessioni edilizie onerose rilasciate nell’anno precedente, anche relativamente all’edilizia convenzionata, senza tener conto degli scomputi che i titolari delle concessioni abbiano eventualmente ottenuto per l’esecuzione diretta di opere di urbanizzazione secondaria e per cessione delle relative aree. I contributi sono corrisposti alle confessioni religiose, che ne facciano richiesta e che abbiano i requisiti, proporzionalmente alla loro consistenza”. Lo scopo della legge, è quello di disciplinare “i rapporti intercorrenti tra insediamenti residenziali e servizi religiosi ad essi pertinenti, nel quadro delle attribuzioni spettanti rispettivamente ai Comuni ed agli Enti istituzionalmente competenti in materia di culto della Chiesa cattolica e delle altre confessioni religiose che abbiano una presente organizzata nell’ambito dei Comuni interessati dalle previsioni urbanistiche”.
“In forza dell’art. 2, ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, secondo comma, lettera b), d.m.l.p. 2 aprile 1968, sono attrezzature di interesse comune di tipo religioso:
– gli immobili destinati al culto anche se articolati in più edifici;
– gli immobili destinati all’abitazione dei ministri del culto e del personale di servizio;
– gli immobili adibiti, nell’esercizio del ministero pastorale, ad attività educative, culturali, sociali, ricreative e di ristoro, che non abbiano fini di lucro.

“In relazione al disposto dell’art. 4, l. 29.9.1964, n° 847 e successive modificazioni, le attrezzature di cui al precedente comma costituiscono opere di urbanizzazione secondaria ad ogni effetto”.

La causa che la diocesi ha fatto al Comune era stata presentata davanti al Tribunale di Imperia che ha ritenuto vi fosse un difetto di giurisdizione, e che il procedimento dovesse essere discusso dinanzi al Tar della Liguria. Nel dettaglio, la diocesi lamenta il mancato versamento di questi contributi a partire dall’entrata in vigore della legge, ovvero dal 1985 al 2008, anno in cui ha presentato il procedimento civile nei confronti del Comune. “In particolare, – si legge nell’ordinanza dei giudici del Tribunale Amministrativo –  la Diocesi deduceva un’inadempienza da parte del Comune, protrattasi dal 1985 al 2008, per alcuni anni totale, e per gli altri parziale (a causa della asserita mancata inclusione nella base di calcolo –sulla quale applicare l’aliquota di cui al comma 1° del citato art. 5- dei proventi derivanti dal rilascio di concessioni edilizie in regime di condono, nonché degli importi corrispondenti alle opere di urbanizzazione ed alle aree rispettivamente realizzate e cedute ‘a scomputo’ dai privati).

Il Comune, rappresentato all’epoca dall’avvocato Riccardo Caracciolo, da parte sua, ritiene di non essere inadempiente e che i crediti vantati dalla diocesi si siano estinti per prescrizione. Inoltre, secondo la difesa del Comune, “la Diocesi di Albenga Imperia è decaduta dal diritto di esigere la devoluzione della parte di aliquota di propria competenza sui contributi di urbanizzazione secondaria relativi alle concessioni edilizie ed ai permessi di costruire onerosi rilasciati dal Comune di Imperia, se ed in quanto difetti la prova della tempestiva presentazione delle richieste di devoluzione previste dall’art. 5 della legge regionale n. 4/1985”.

Sempre secondo la difesa del Comune, “la Diocesi di Albenga Imperia non ha impiegato le somme ad essa devolute dal Comune di Imperia per gli usi e nei termini stabiliti dall’art. 5 della legge regionale n. 4/1985, e che non ha comunicato nel termine del 31 dicembre di ogni anno al Comune di Imperia le relazioni analitiche di cui alla medesima nonna”. Conseguentemente, il Comune chiede di “condannare la Diocesi di Albenga-Imperia a restituire al Comune di Imperia, in tutto o in parte a seconda degli esiti dell’istruttoria, le somme devolute negli anni dal 1986 al 2006 per le annualità dal 1985 al 2004 per il complessivo importo capitale di € 411.820,05”. Il Tar ha sollevato a sua volta un difetto di giurisdizione, e lo scorso 17 aprile, ha emesso un’ordinanza che rimette il giudizio alla Corte di Cassazione Sezioni Unite. Francesco Li No ”

COMMENTO DI TRUCIOLI.IT – Si può  essere credenti e non praticanti, cattolici o atei, o di altra religione, ma è difficile per chi è cresciuto con un’identità cristiana (non c’entrano il crocifisso in classe o il presepe, tanto cari alla Lega di Salvini e non solo) negare con artifici vari quanto una legge regionale dispone.  Si aggiunga che è la stessa chiesa che non si tira indietro quando c’è da aiutare i poveri, i bisognosi che bussano alla porta della parrocchia e assai frequente dei parroci. La stessa chiesa che, pur soggetta ed errori e mancanze, aiuta tanti giovani e famiglie con l’aggregazione sociale, si pensi alle opere parrocchiali, alle molte iniziative che animano la comunità e spesso non hanno nulla di confessionale. Si pensi alle parrocchie che ben amministrate possono anche offrire un soggiorno montano nelle proprietà acquisite o ricevute in dono. Si pensi che almeno tante parrocchie hanno evitato che fossero preda di speculazione e cemento le poche aree verdi che ancora resistono in centro città. Difficile  dunque mettere sulla bilancia i pro e i contro. Non c’è partita per buon senso e giustizia, equità.

Non può passare inosservato, inoltre, come emerge dalla determinazione  dirigenziale  del Servizio Edilizia Privata del Comune di Loano,  che “è l’unica autorità religiosa che ha presentato richiesta”.  Ancora una considerazione riflessione. Abbiamo chiesto, per iscritto, più di una volta al competente ufficio della Curia Vescovile  di avere l’elenco dei Comuni che sono rispettosi della legge regionale e versano quanto dovuto degli oneri di urbanizzazione secondaria.  E complessivamente quale sia l’introito annuo. Non si può invocare, in questo caso, la privacy, la riservatezza. E’ questione di trasparenza e nel nostro caso il diritto dovere di informare il cittadino. Ignoriamo il motivo del silenzio, neppure un cenno di risposta all’insegna della buona educazione. Evidentemente ci sarà una ragione, un motivo da tenere nascosto ai cittadini e perchè no agli stessi fedeli. Senza farne una bandiera contro questa o quella amministrazione comunale se inadempiente o un plauso. E’ vero, possiamo scrivere e fare domanda a tutti i comuni che ricadono nella diocesi in provincia di Savona e Imperia. E’ altrettanto vero che nessun organo di informazione pare si sia mai posto il problema. E’ accaduto solo di fronte ad un vertenza legale e giudiziaria.

Il ‘caso Imperia’, tra l’altro, è da manuale e soprattutto destinato, una volta che si sarà pronunciata la Cassazione a sezione unite, a fare giurisprudenza. Forse qualcuno potrà farsene vanto ? Sarebbe interessante conoscere, a viva voce, cosa ne pensano i Sappa, gli Strescino, gli Scajola, fieri di aver fatto risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro alle casse comunali. O piuttosto vergognarsi della montagna di sprechi di denaro pubblico che sfogliando gli annali della rassegna stampa sono scritti nero su bianco. Mentre sono stati rigorosi o sordi a non riconoscere alla chiesa cattolica i proventi degli oneri di urbanizzazione secondaria. Evitando pure una più che sensata transazione. (L.C.)

E LOANO FA SCUOLA – CITTA’ PULITA – PRO DECORO DI

CORSO EUROPA

EMBLEMA DELLA BIECA SPECULAZIONE EDILIZIA ANNI ’60, CON 15 PASOCENERE, DA 90 EURO A PEZZO MONTATO, OLTRE A IVA DEL 22%”

“Buttiamo tutti questi soldi per installare dei posacenere in Corso Europa? – scrive a trucioli.it un lettore – .Questo perché la Stirano  cuneese che ha in appalto il Servizio di Nettezza urbana non è in grado di pulire le strade? Allora perché non si installano in tutto il territorio comunale e comunque sanzionare chi getta le sigarette per terra sarebbe molto meglio per le casse comunali ed anche più “educativo”.

LA DETERMINA DIRIGENZIALE: ” CONSIDERATO che l’abbandono dei mozziconi di sigarette a terra costituisce un problema per il decoro del centro cittadino; DATO ATTO che la pavimentazione in cubetti di porfido di C.so Europa, crea difficoltà alla rimozione di questo tipo di rifiuti; RITENUTO, pertanto, opportuno implementare i gettacarte già presenti in C.so Europa, con posacenere dedicati alla raccolta di cicche di sigarette: RILEVATO, che la ditta EDILIZIA S.G.M. srls di Pietra Ligure, contattata in merito, con nota registrata…. ha offerto un preventivo si di € 2.775,00 oltre IVA al 22% per totali € 3.385,50 per la posa di n. 15 posacenere; ACCERTATO che la ditta EDILIZIA S.G.M. srls di Pietra Ligure:–e’ in possesso di adeguata capacita’ tecnica professionale;–è territorialmente vicina e in tempi brevi garantisce il servizio di posa di n. 15 posacenere;–ha presentato preventivo di spesa congruo con i prezzi di mercato….”


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