Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale, a 28 anni in cerca di futuro
A tu per tu con William: ‘Lavoro la terra da deluso, vivo con i genitori e senza speranze’


William Raimondo, 28 anni, ha frequentato il Liceo Classico Bruno di Albenga, per 5 anni si è adattato a ‘ragazzo immagine’, ora fa l’agricoltore con gli anziani genitori nella sua Ceriale, in quella che era la piana agricola più fertile, produttiva e ricca della Liguria. Dove negli anni ’60 qualche coltivatore diretto poteva disporre di un conto in banca con cifre superiori al miliardo di lire e quando ritirava gli interessi, al cassiere, diceva “mi dia solo gli spiccioli (pochi milioni) gli altri li investa in titoli”. C’era chi, grazie soprattutto alle primizie delle serre, poteva permettersi una villa e creare un’azienda modello e moderna, al passo con i tempi. Oggi  per molti giovani, nei campi, non c’è futuro.

William Raimondo, 28 anni, cerialese, incontrato il giugno scorso durante una fiera di prodotti agricoli ed artigianali sulla passeggiata a mare di Ceriale a vendere i suoi prodotti di campagna

William l’avevamo incontrato casualmente ad un ‘mercatino’ dei prodotti della terra e ‘fai da te artigianale’ sul lungomare di Ceriale nel giugno scorso. E’ rimasto tra i materiale arretrato del cronista, assieme ad altri argomenti e fotoservizi. Lui dietro ad un piccolo banco di vendita senza pretese e con pochi prodotti della sua terra. Un ragazzone di poche parole, riflessivo, cordiale, sincero, che sa non fingere. Non è il figlio di papà viziato e coccolato. “Continuo a lavorare nei campi, dando una mano a mamma e papà, ma è sempre più dura a guadagnarsi la giornata. Alla mia età avrei pure voglia di andare a vivere per conto mio, invece no. Figlio unico di una famiglia modesta alle spalle, che non ha fatto fortuna, dunque non siamo ricchi e non posso neppure permettermi l’indipendenza economica. Almeno trovassi un lavoro, uno sbocco “.

William non se la prende con nessuno, non mette sul banco degli accusati questa o quella classe politica che ha governato e  soprattutto sgovernato, i risultati si vedono. Migliaia di giovani migranti fuori provincia, regione, all’estero. Non dice che intanto i politici sono tutti uguali, anche se non è così. Ci sono delle responsabilità imperdonabili di chi in tanti anni è stato al governo del Bel Paese. Non elenca le ingiustizie sociali, le disparità, la ricchezza sempre più appannaggio di pochi, la deriva nel tenore di vita delle ultime generazioni che senza il frutto dei  genitori, dei nonni, sarebbero letteralmente sul lastrico. In realtà qualcuno c’è finito con il fallimento dell’azienda, la vendita all’asta della casa e di terreni di proprietà. Rimasti nullatenenti.

“Ho cercato lavoro ovunque si intravvedesse un’opportunità – confidava -, alla Coop, all’Ins e altri ancora, tutto inutile. Mi accontenterei di fare qualsiasi cosa con dignità, ovviamente e che sia in grado di fare. Non sarei neppure tra quelli che pretendono il giorno libero nei festivi, che guardano l’orologio.  Dicono che i soldi non facciano la felicità, certamente prima viene la salute, ma vivere alla giornata, senza prospettive, sperare nella lunga vita dei genitori, alla fine diventa deprimente, ti abbandoni e ti trascuri. Per fortuna riesco a rimediare qualcosa anche vendendo in modo occasionale, cerco sempre di inventarmi un prodotto che possa avere un mercato; dalla verdura, come ai fiori.  Meglio invece non pensare a cosa mi aspetta un domani, anche non lontano. Certo, avere amici ed amiche sinceri ti fa sentire meno solo, però bisogna vivere un’esperienza come la mia, e non credo di essere l’unico, per rendersi conto dove siano  finiti tanti giovani. Non invidio nessuno, vorrei soltanto poter conquistare una serenità, una speranza che non sia solo un sogno”.

Ceriale dove i veleni della politica, magari di piccolo cabotaggio, finiscono per far perdere di vista la realtà del mondo agricolo. Ceriale che si era spaccato, diviso, tra tre schieramenti elettorali, con tre candidati sindaci. Alla coesione che fa la forza, si è preferito la lotta personale e trasversale. Ne è scaturito un vincitore (Ceriale siAmo noi,

Sulla bacarella anche i carciofini tenerissimi, una specialità tenendo conto che la stagione del raccolto è finita da mesi. Una specialità che ha incuriosito ed apprezzata dal buongustaio

sindaco Luigi Romano e due sconfitti con i candidati sindaci Arturo Moreno e Nicolangelo D’Acunto, ognuno con le proprie batterie a sostegno. Si pensi a Fratelli d’Italia con il segretario provinciale (allora), l’imprenditore Pier Paolo Pizzimbone che sarà poi arrestato nell’ambito di un’inchiesta sulla Nettezza Urbana di Alassio. Si pensi che alla fine ha deciso di lasciare anche un personaggio illustre, colto, preparato, come il professore universitario D’Acunto.  Motivo ? La nomina  a direttore  del dipartimento di studi medievali  all’Università Cattolica di Milano. Un’opportunità a cui ha scelto di non rinunciare. C”è semmai da chiedersi se accadeva lo stesso qualora fossero stato eletto primo cittadino.

“Un incarico di prestigio – ha commentato con dichiarazioni stampa –  che comporta un notevole aumento di mie responsabilità alla direzione di un centro internazionale di ricerca. Per il rispetto che porto ai cittadini cerialesi  che ringrazio per la fiducia accordatami con un ampio consenso, mi vedo costretto e malincuore a rinunciare al seggio in consiglio comunale”. Capogruppo con  Valeria Cammarata e Fabrizio Dani.  Ha aggiunto: “A  Ceriale non c’è stata finora l’opposizione se per opposizione intendiamo il continuo battibecco tra presunti politici.  Abbiamo fatto minoranza  votando i provvedimenti nell’esclusivo interesse dei cittadini. Non c’è più tempo per teatrini dentro le istituzioni. Esse vanno rispettate e fatte funzionare, noi abbiamo agito  sempre con senso di responsabilità, attenti al merito, preparandoci alle riunioni consiliari con uno scrupoloso studio degli atti e facendo proposte nelle sedi deputate….Devo riconoscere che il sindaco Romano e la sua maggioranza  si sono sempre mostrati disponibili alla discussione ed hanno accettato spesso  le nostre proposte migliorative con spirito costruttivo”.

Una buona pagella, dunque, a 18 mesi dalle elezioni comunali ? Contenti e felici. Dal candidato sindaco dimissionario nessuna autocritica per non essere stato capace a dire no di fronte alla spaccatura del centro destra. Vale a dire, alle divisioni e lacerazioni io non ci sto, non ci metto né la faccia, nè la mia statura morale e culturale. Nessuna autocritica sul fatto che Ceriale si ritrova ad amministrare, almeno fino ad oggi, come si ascolta di frequente tra i cerialesi, una buona ordinaria amministrazione. Non sono stati affrontati di petto, con priorità assoluta e risolutiva, temi scottanti e drammatici, strategici per il futuro del paese, quali la T 1, l’ex Palazzo Pesce, l’ex colonia Veronesi, la disastrosa crisi che ha colpito il mondo agricolo.

Si dirà, almeno questa giunta, questa maggioranza, non ha fatto danni, contrariamente a quanto accadeva in passato. Si può essere però in perfetto disaccordo perchè a Ceriale serviva e serve una colpo d’ala, una svolta che non sia governare bene e con diligenza l’ordinaria amministrazione. Questo dovrebbe essere l’abc, ci vuole  una visione lungimirante e di competenze. Decisioni coraggiose e radicali. Puntare in fretta e decisamente sul rilancio economico e nuove opportunità di lavoro.

Borghetto S. Spirito si è auto flagellata, in coma da anni, per l’incapacità di affrontare il tema n. 1, ovvero l‘ex fabbrica Roveraro. Ceriale in un anno e mezzo non sa ancora che fare della T 1.  Saperla proporre ad investitori, oppure fare un salto di spessore decidendo l’acquisto al patrimonio comunale. Il Comune ha le risorse e le potenzialità per farlo e programmare. Già, programmazione e pianificazione quello che fino ad oggi sembra mancare. E quando non si ha le capacità per farlo, utile affidarsi a competenze esterne. E anche questo finora non è avvenuto. Non ci si è affidati insomma a super esperti per guarire da un male che crea la paralisi economica e sociale. Dal turismo all’agricoltura, al commercio.

Fabrizio Dani consigliere di opposizione della Lega con il sindaco di Laigueglia, Sasso del Verme, ormai ex segretario provinciale leghista

Così si finisce per innescare polemiche davvero sterili quale quella che nei giorni scorsi abbiamo letto, ad opera  del consigliere leghista, dal 12 maggio scorso,  Fabrizio Dani, 130 preferenze. Famiglia di onesti e laboriosi agricoltori, il nonno Pierin  gran cacciatore e il bisnonno originari di Viozene, o forse di Upega, la bisnonna Pasqualina che merito una terza pagina del Secolo XIX, ….La dove volano le aquile. Arrivati in Riviera con la transumanza, col sacrificio e sudore sono diventati proprietari terrieri. Nonno e bisnonno che sapevano, con le mani, curare le slogature degli arti, i colpi di sole, ma non era fattucchieri. Pierin che si è trovato ad affrontare una complessa e difficile causa con la Curia vescovile per via di un testamento e di un’importante proprietà terriera nella frazione Peagna e alla fine ha vinto la partita.

Il giovane consigliere, alla sua prima esperienza, che pare ignorare – almeno non abbiamo letto finora – che a Ceriale opera da anni, ai danni degli agricoltori locali e dei negozi di frutta e verdura, degli ambulanti il mercato settimanale, una ramificata organizzazione che arriva dalla Campania. A Ceriale ha il quartier generale, a Ceriale sfida apertamente le forze dell’ordine e le istituzioni come trucioli ha sempre documentato (purtroppo solitari) in tanti anni, con articoli e soprattutto immagini. Una bruttissimo segnale per la comunità, una pessima figura per chi predica legalità e si volta dall’altra parte o non ha il coraggio. Tace incentivando l’omertà, favorendo la paura ad esporsi. Lasciando soli, di fatto emarginando, chi denuncia pubblicamente e si ribella come nel nostro caso. Pagando di

Nicolangelo DAcunto candidato sindaco per il centro destra si è dimesso da consigliere comunale per impegni di lavoro

persona senza che qualcuno abbia la sensibilità di far sentire la sua voce.

Tacciono sul tema pure i parlamentari savonesi della Lega (quella che si presenta con il pugno duro, ma basterebbe frequentare le regioni del Sud Italia per rendersi conto della tristissima realtà dell’assenza dello Stato di diritto anche ai tempi del super ministro Salvini), tace il parlamentare albenganese del Pd, tacciono i parlamentari grillini Savonesi. Come se il problema non esistesse, non fosse una mala pianta che si dirama come la gramigna. C’è già la mafia radicata e pericolosa della prostituzione. Dove non si muore e non si uccide più perchè le organizzazioni criminali italiane e straniere hanno trovato un accordo sulla spartizione del territorio e dei profitti (droga inclusa e attività che fanno da lavanderia al riciclaggio). E a Ceriale ‘comanda’ sull’Aurelia e dintorni un clan albanese ed un clan romeno. E’ verissimo neppure la zarina di Albenga, da sindaco super battagliera, che aveva promesso ‘tabula rasa’ nel mondo della prostituzione, con multe salate anche ai clienti, alla fine si è arresa. Risultati zero. Tutto come prima.  Penetrazione della mala a Ceriale, una generale sottovalutazione, speriamo di non dover anche raccogliere i frutti. Non sarebbe una prima volta. (L.Cor.)

LA POLEMICA TRA DANI E IL VICE SINDACO, MOLTO OPERATIVO, GIORDANO

COME ERA STATA RIPORTATA DAI MEDIA SAVONESI

DANI – “Credo che stavolta la situazione sia proprio sfuggita di mano al numero due cerialese” tuona il consigliere Dani, “giusto, democratico e bello esporre le proprie idee, non voglio entrare nel merito di tutti gli argomenti trattati, ma in qualità di consigliere di minoranza, di imprenditore agricolo e di iscritto alla Lega, unico partito che ha dimostrato, a più riprese, di avere a cuore il vero Made in Italy grazie all’operato dell’ex ministro Centinaio, sento di dover intervenire a difesa dei produttori locali che vendono a km zero. Il mercatino e in generale la vendita a km zero è un’opportunità importante sia per il produttore sia per il consumatore. Nel primo caso, a Ceriale, il mondo della vendita diretta da’ lavoro a parecchie aziende e nel secondo caso per il consumatore si ha la garanzia di un prodotto sano e non inquinante, visto il risparmio legato al trasporto, a differenza di ciò che può offrire la grande distribuzione.Ritengo che queste affermazioni del vice sindaco sia aggravate dal fatto che Ceriale può vantare un bellissimo posto per ospitare il mercatino dei contadini locali che fa invidia ad altri comuni e che permette ai nostri produttori di vendere la loro merce ben tre volte a settimana. Mi aspetto che il consigliere di maggioranza con delega all’agricoltura si discosti dalle parole del suo collega al più presto e lo faccia tornare sui propri passi” dichiara Dani. “Spero davvero di leggere quanto prima le scuse del vice sindaco Giordano nei confronti dei contadini cerialesi, al di là dell’associazione di categoria cui appartengono, che a differenza di quanto dichiarato da quest’ultimo esistono e sono attenti alle vicende del proprio” conclude il giovane consigliere.

Il vice sindaco Giordano quando ha partecipato a 5 giorni di sciopero della fame per lacqua pubblica qui in piazza Sisto a SAavona davanti al municipio

GIORDANO – “Le parole del consigliere di minoranza Fabrizio Dani sono solo una strumentalizzazione politica, sbagliata e infondata. Dal mio post si evince un discorso generale, che non c’entra niente con Ceriale. Anzi devo aggiungere che il sottoscritto compra sempre la verdura dai contadini di Ceriale, contrariamente a quelli che parlano senza capire quello che ho scritto. Sono anche stato un sostenitore del mercatino degli Archivolti. L’ho sempre sostenuto fin da quando ero all’opposizione. La minoranza può dire quello che vuole ma manipolare le mie parole a fini politici non fa certamente bene ai contadini. Come al solito si predica bene ma si razzola male, solo per finalità politiche ed elettorali…Il consigliere Dani farebbe bene a tacere e semmai portare qualcosa di costruttivo per la nostra comunità dai banchi dell’opposizione, cosa fino ad ora mai avvenuta”

GELMINI – Anche il consigliere delegato all’agricoltura Rosanna Gelmini interviene sulla vicenda: “”Pretestuosa e assurda la polemica innescata dal consigliere di opposizione Fabrizio Dani sul mercatino del contadino. Come delegata all’agricoltura non mi dissocio assolutamente dal pensiero del vice sindaco Luigi Giordano perché non ha parlato dei nostri agricoltori e nemmeno del mercatino, lui che come me ne è diretto sostenitore, usufruendone per acquisti personali”.

Luigi Giordano nel 2019 con la fascia da sindaco in veci di Romano

COSA AVEVA SOSTENUTO IN UN POST SUI SOCIAL GIORDANO – “Da anni viviamo un territorio dove i pesticidi e gli ormoni filtrano nelle fessure della terra, l’acqua è imbevibile, nel mare i grossi pesci sono in estinzione, le piogge acide e il clima surriscaldato ci arrostiscono il cervello, guerre, morti, profughi. La grande farsa del km zero, del biologico, del biodegradabile, della farina integrale macinata con la pietra, dello zucchero di canna, del sale del mar morto, della rapa dell’Abruzzo, del fico fiorone dei miei c……. E infine per aumentare il Pil tanti fazzoletti per piangere e tante capsule, pastiglie, sciroppi rossi e gialli, per la gola e per il naso, ah, dimenticavo, le supposte per il…. Per fortuna e per coscienza non ho la televisione, questa si, ha il potere di spostare i problemi concreti e vitali. Insomma, o la presa per il culo, o il cibo spazzatura, cambia poco, ma si risparmia. Comunque, io mi faccio prendere per il …. in un’altro modo, carne rossa o bianca non né mangio. Il pesce si”.

CHI E’ IL CONSIGLIERE DANI – Sui media si è letto: “Il suo passaggio alla Lega è stato ufficializzato venerdì sera in occasione della cena a sostegno della corsa di Sara Foscolo alla carica di sindaco di Pietra Ligure ed è stato accolto “con entusiasmo” da parte del segretario provinciale Sasso Del Verme e dal commissario cittadino Mai.

Dani, classe 1990, cerialese, imprenditore agricolo e membro della protezione civile, spiega: “Sono da sempre vicino al partito di Matteo Salvini, mi riconosco nelle sue parole d’ordine: sicurezza, legalità, legame col territorio, vicinanza alle aziende locali e politiche concrete. Sono convinto che Ceriale abbia bisogno di rilanciarsi come meta turistica e di aiutare le attività commerciali che stanno affrontando difficoltà tali da essere costrette a chiudere. Porterò in consiglio comunale due ordini del giorno riguardanti la sicurezza nel territorio cerialese”.


L.Corrado

L.Corrado

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